Alan Watts - Che cosa non va nel mondo





Torno ora da Los Angeles. Ero là per un incontro con un gruppo di personalità piuttosto importanti del mondo del cinema, della Scienza, e così via, che stavano considerando l'opportunità di organizzare un congresso delle migliori menti del mondo, nel prossimo futuro, perché rappresentasse una specie di allarme planetario.

Volevano che scienziati, statisti e leader religiosi facessero qualcosa per richiamare l'attenzione del mondo, attraverso i media, sul fatto che stiamo seriamente rischiando di distruggere la biosfera, cioè l'intero strato di organismi viventi che ricopre il pianeta, con inquinamento, sovrappopolazione, scorie nucleari, avvelenamento del cibo e la sua mancanza; così ci siamo incontrati per discutere il modo di organizzare questa conferenza.

C'erano tutte queste personalità brillanti e ci siamo resi conto che non sapevamo che cosa dire!

Voglio dire: puoi gridare e creare uno stato di panico, ma questo non sarebbe di alcuna utilità. E quando abbiamo cominciato a discuterne ci siamo resi conto che non sapevamo che cosa dire perché non sapevamo che cosa fare.

Alcune cose che potremmo fare, ad esempio per aumentare l'approvvigionamento di cibo attraverso la coltivazione intensiva, potrebbero essere errori ecologici. Così alla fine il consenso generale al termine dell'incontro è stato che in qualche modo la Razza Umana deve imparare a lasciare in pace il pianeta, e permettere quindi che l'omeostasi naturale - vale a dire il processo di auto-bilanciamento della Natura - si prenda cura di sistemare il casino che abbiamo fatto.

Quindi, come facciamo ad ottenere questo?

[mescola il tè] ...Questo è tè cerimoniale giapponese, ottimo in una giornata fredda...

Il vero problema è che non sappiamo come fermarci; abbiamo iniziato a fare, vediamo che tutto sta andando nella direzione sbagliata, e credo che la difficoltà sia - prendendo in prestito un antico detto cinese - che quando l'uomo sbagliato usa il metodo corretto, il metodo corretto funziona nel modo sbagliato.

Vedete, c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui pensiamo, e finché pensiamo in questo modo qualsiasi cosa facciamo sarà un casino. Ma dov'è l'errore, quindi?

Ora, per quello che vedo, l'errore fondamentale è che abbiamo inventato questi meravigliosi strumenti del Linguaggio e del Calcolo, che sono al tempo stesso troppo rozzi per confrontarsi con la complessità del mondo, e anche si prestano a confonderci quando crediamo che quei sistemi di simboli siano il mondo, esattamente come confondiamo i soldi con la ricchezza, tant'è vero che molte persone fanno business per i soldi e quando hanno i soldi non sanno che cosa farsene, oppure come confondiamo la felicità con lo status, e confondiamo noi stessi come organismi - che sono un tutt'uno con l'Universo - con ciò che noi chiamiamo la nostra personalità.

E che cos'è la nostra personalità? È ciò che chiamiamo la nostra immagine, l'immagine di noi stessi, quindi è ciò che noi pensiamo di noi stessi, è la nostra idea di noi stessi. Questa è la Persona. In altre parole ciò che la gente incontra e pensa come Alan Watts, e ciò che io stesso ne penso, è una grande recita, che non è realmente me. Perché nell'immagine di Alan Watts non ci sono tutti i miei processi inconsci, sia psicologici che fisici; l'architettura del mio cervello non è inclusa nel concetto Alan Watts, e il concetto Alan Watts non contiene l'inestricabile relazione che io ho con il resto dell'Universo.

E quindi quel concetto è una truffa!

Quando viene preso per il vero me è un errore, perché se qualcuno mi dice «Alan Watts fai qualcosa per questa situazione!» il concetto Alan Watts non può fare niente, in altre parole, siccome è solo un concetto, non puoi fargli sollevare un peso, così come il concetto del numero 3 non può fare niente, così come non puoi avvolgere pacchi con l'Equatore, perché è solo una linea immaginaria che non può fare niente.

Ma tutti noi crediamo che questa cosa, che chiamiamo la nostra personalità - o il nostro Ego - possa fare qualcosa perché pensiamo che esista realmente, e ti spiego perché pensiamo che esista.

Quando qualcuno ti dice «guarda attentamente lo schermo, guarda davvero attentamente!», che cosa fai di diverso dal guardare come guardi sempre? Che cosa c'è di diverso? Nota che ciò che fai è contrarre certi muscoli della faccia, aggrottare un po' la fronte, magari stringi i denti; ma tutto questo che cos'ha a che fare con il vedere chiaramente? Niente. Assolutamente niente.

Stessa cosa quando ascolti attentamente, quando non vuoi perdere nemmeno una parola di ciò che viene detto. Cominci a contrarti attorno alle orecchie, ma anche questo non ha niente a che fare con l'udire chiaramente.

Il fatto è che fin da quando eravamo bambini gli insegnanti ci gridavano: «Stai attento!» e tu ti contraevi, in vari modi, ti sforzavi per vedere o sentire più chiaramente, o concentrarti o volere qualcosa che si supponeva fosse difficile da fare. E questo è diventato una tensione abituale in tutto il corpo che ora in noi è presente praticamente sempre; questa sensazione di tensione inutile è la sensazione fisica a cui associamo questa falsa nozione di [Io]. Letteralmente la attacchiamo a quella sensazione.

Noi non siamo il concetto di noi stessi. La sensazione di tensione è completamente falsa, non ha niente a che fare con il successo, con il vedere, sentire o recitare; e così abbiamo il matrimonio tra un'illusione e una falsità.

E lo chiamiamo me stesso.

Quindi nessuno stupore per il fatto che ci sentiamo separati da tutto il resto, alienati, impauriti dalla vita e dalla morte.

Ciò che nel mondo dovrebbe accadere è che torniamo indietro ad una sana, equilibrata visione della nostra vita, che è ciò che siamo veramente: organismi che funzionano in simbiosi con l'intero ambiente, in sincrono ed armonia, senza tensione, senza sforzo, invece di questa buffa piccola personalità.

Ma come facciamo?

La gente dice: «Non puoi cambiare la natura umana dalla sera alla mattina! Ci stai chiedendo di mollare il nostro Ego! Ed è la cosa più difficile in assoluto da fare...».

Be' non è vero, perché l'Ego in realtà non esiste. Ma ovviamente se cerchi di liberarti del tuo Ego attraverso il tuo Ego impiegherai tutta l'eternità. Perché tu non puoi trasformare te stesso: non puoi renderti equilibrato, né amorevole, né meno egocentrico. Però è assolutamente necessario che lo facciamo, e in fretta.

Se dobbiamo restituire la direzione dei lavori alla Natura, che è ciò che stiamo dicendo, è assolutamente necessario che molliamo il nostro Ego, che ci lasciamo andare, che molliamo, e questo non si può fare. Né volendolo, né simulandolo, né facendolo, e nemmeno accettando le cose. Non si può fare.

Perché?

Perché tu in realtà non esisti! Non nella forma di quella personalità separata o Ego. È solo un'idea, basata su una sensazione fasulla. E quando arriviamo a questo, sono notizie scioccanti per noi, per la razza umana, per il nostro orgoglio: nel tentativo di sistemare le cose stiamo solo facendo un casino. Cerchiamo di raddrizzare un mondo curvo e oscillante quindi non devi stupirti che ci stiamo incasinando.

Quindi: non puoi fare niente, non puoi trasformarti. Che cosa puoi fare allora? Che cosa succede se ti rendi conto che siamo arrivati ad un vicolo cieco? ...e la razza umana è arrivata ad un vicolo cieco secondo me. Allora? Ti suicidi? O c'è un'altra possibilità? Che succede quando aspetti a basta perché non c'è niente che tu possa fare?

Guardi.

E tutto ciò che vedi è ciò che accade di per sé: stai respirando, la brezza soffia, le chiome degli alberi ondeggiano, il tuo sangue circola, i tuoi nervi registrano sensazioni. Tutto accade da sé.

E sai: quello sei tu. Quello è il tuo vero [te]. Il [te] che accade da solo.

Non è il concetto, non è la persona, è il [te] che accade, come quando respiri. Certo puoi pensare che [tu] stai respirando se forzi il respiro, ma il tuo respiro va avanti giorno e notte senza che tu debba farci qualcosa o pensarci, allo stesso modo il tuo cervello sta funzionando senza bisogno che tu lo forzi.

Quindi quando arrivi ad un punto morto - e noi siamo ad un punto morto, sia individualmente che socialmente, proprio ora - questo è uno di quei momenti in cui si dice che la situazione disperata degli uomini è l'opportunità di Dio. Perché dobbiamo fermarci.

E quando ci fermiamo ci accorgiamo di un mondo che sta accadendo anziché essere fatto accadere, anziché essere condotto, controllato, guidato. Questo accadere, in contrasto con il fare è la nostra fondamentale essenza, che non è una cosa confinata dentro la nostra pelle, ma è ogni cosa attorno a noi con cui siamo connessi; quando guardi fuori attraverso i tuoi occhi verso la Natura che avviene là fuori, stai guardando te stesso.

Non dirò che cosa dobbiamo fare da qui in avanti, ma solo che prima che pensiamo di fare qualsiasi cosa in questa situazione critica, dobbiamo realizzare la completa illusione di ciò che pensiamo di essere, e tornare a ciò che siamo realmente, che include tutto questo mondo naturale esterno - che non deve più essere lasciato fuori.

Mi colpisce sempre di più che il nostro fallimento nel sentirci a casa in questo stupefacente cervello in cui viviamo, sia il risultato di un errore fondamentale, iniziale, nel modo in cui pensiamo il mondo, ed è di conseguenza la causa di ciò che sta cominciando ad apparire come il fallimento della nostra tecnologia. Voglio dire che ogni cosa che abbiamo fatto per migliorare il mondo è stata un successo sul momento, un impressionante miglioramento, ma sulla distanza si è rivelata distruttiva per il pianeta anche se era il tentativo di controllarlo e migliorarlo.

Sospetto che sia perché in realtà siamo troppo semplici per capire che cosa stiamo facendo quando interferiamo con il mondo naturale in modo pesante e su vasta scala. Non è che interferiamo realmente, come se fossimo qualcosa di separato che proviene da fuori, ma penso che quello che stiamo facendo è comprendere il mondo in termini di linguaggi, numeri e logiche che sono troppo rudimentali per questo compito.

Lettere e numeri sono organizzati in righe, che noi leggiamo con un movimento lineare degli occhi per comprenderle. Ma quando guardo il mondo non lo vedo riga per riga, lo vedo tutto insieme in un colpo solo, come una lente grandangolare. Invece quando tento di capire il mondo attraverso la letteratura e attraverso la matematica, devo leggere righe, è per questo che ci vuole così tanto tempo per farsi un'istruzione a scuola: perché gli occhi devono scorrere ed organizzare chilometri e chilometri di simboli stampati, e ci vogliono più di 20 anni per percorrerli tutti.

Ma la vita accade e i mutamenti avvengono troppo rapidamente per questo mezzo, perché nel mondo ogni cosa sta accedendo simultaneamente ovunque, mentre noi con le nostre piccole miopi menti lo stiamo elaborando un pezzettino alla volta; ovviamente siamo assistiti dai computer ma il computer stesso ragiona in modo lineare, come i nastri magnetici [o i supporti magneto-ottici, ndt], ancora funziona in modo seriale, seguendo una singola traccia, e suppongo che quindi la nostra difficoltà sia che abbiamo menti che funzionano così, elaborando una singola traccia, in un Universo che ha infinite tracce simultanee.

Potremmo dover arrivare all'allarmante conclusione che l'Universo è molto più intelligente di noi.


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