Un momento magico
Domenica scorsa ero in uno di quei momenti, fortunatamente piuttosto rari, in cui le batterie dello spirito lampeggiano rosso; le ragioni precise non sono importanti. Era un'ora prima del tramonto, e ho deciso di andare a fare una passeggiata in un parco naturale qui nei dintorni.
Già entrando mi ha colpito la luce meravigliosa che si spargeva ovunque: a quell'ora tutto si tinge di arancione, e il verde dell'erba e degli alberi mischiato a quella tonalità di luce e alle ombre allungate, al silenzio e alla brezza creava un'atmosfera magnifica. Era stata una bella giornata, decisamente calda per la stagione, e la sera si preannunciava piacevolissima.
Ancora meglio: non c'era nessuno. Ho fatto la mia passeggiata a passo lento, meditando sulle questioni che avevo in ballo, per circa un'oretta; intanto la luce virava lentamente verso un arancione più caldo mentre il sole continuava ad abbassarsi sull'orizzonte.
Ero sulla via del ritorno quando per qualche ragione mi è apparso in mente il desiderio di toccare la Terra. Ho percorso alcuni metri prima di prenderlo seriamente in considerazione; allora mi sono fermato, mi sono girato e ho guardato il punto del sentiero che inizialmente mi aveva ispirato. Perchè in qualche modo volevo toccarla lì. Ho riflettuto qualche istante su quel pensiero insolito e inaspettato, e dopo qualche istante sono tornato indietro, ho lasciato il controllo al "corpo" - nel senso che ho lasciato me stesso a fare ciò che mi veniva spontaneo - e mi sono guardato tornare nel punto originale, accovacciarmi ed appoggiare la mano destra aperta a contatto con la terra, in un punto in cui non era coperta di erba.
Il contatto era freddo e umido, la materia scura, compatta ma morbida.
Il pensiero era spento.
Stavo lasciando che il corpo facesse quello che gli andava, ed è rimasto lì; gli occhi, privati di controllo, hanno perso la messa a fuoco della mano, e sono rimasti immobili.
Ero tutto nel contatto con la Terra.
Dopo alcuni secondi, ho avuto la sensazione che la Terra attorno alla mano ondeggiasse leggermente, e poi che si spostasse verso la mano, come se ne fosse attratta o vi si dirigesse; naturalmente non c'era alcun movimento reale, ma l'immagine che gli occhi mandavano alla mia corteccia cerebrale veniva interpretata così.
La sensazione generale era al tempo stesso vuota e molto piena. Una sensazione di estrema realtà.
Sono rimasto così per un tempo che poteva essere di qualche minuto, finché non ho sentito arrivare qualcuno. Allora mi sono staccato, ed è stato come quando cade la linea durante una telefonata, una cosa che ti lascia lì a metà, in sospeso.
Mi sono incamminato, nella luce del Sole che ormai era quasi rossa, e ho avuto la netta sensazione di avere una specie di luce dentro, collocata proprio nel petto, tenue ma ampia, e sentivo che le "batterie" dello spirito non lampeggiavano più.
Durante la settimana successiva ho ripensato spesso a quel momento, soprattutto verso la fine della giornata, all'avvicinarsi del crepuscolo, e ogni giorno, oggi compreso, ho sentito il desiderio di tornare lì.
Riporto l'episodio così com'è, non do interpretazioni.