Come ritrovare l'unità della Chiesa





Leggo che il Vaticano non trova pace, tra scandali, processi, accuse & scuse, distinguo e fazioni interne. Leggo che il problema va avanti almeno dagli anni ‘70, così che già Giovanni Paolo II aveva tentato di raccogliere le istanze dei protestanti - non la setta, ma coloro che protestano - e di dargli soddisfazione nei '90 con l'enciclica Veritatis Splendor, ottenendo però il risultato contrario. Vedo che va sempre peggio.




Non vorrei fare sempre il saputello, ma osservo che fare contenti i condomini è sempre una mission impossible, un fenomeno così costante e pervasivo che se ne può trarre una regola. Ciò pare suggerire che il vero problema non siano i problemi e le richieste che le parti sollevano, ma qualcosa di più radicale nella natura umana, di cui le manifestazioni superficiali sono solo una mimetizzazione.

La realtà indigesta sotto le apparenze è che tutti vogliono sempre qualcosa, è in pratica la solita manifestazione di quella volontà di potenza che rende tutti (o tanti) delle particelle indipendenti, tanto vogliose di emergere e dominare per il solo gusto di vincere. Avviene nel condominio, avviene nella politica, e avviene anche nella Chiesa.




Troppa libertà, verrebbe da pensare, ed era infatti questo il tema della Veritatis Splendor, ma, con ogni evidenza, indicarlo umilmente alla folla non sortisce il risultato sperato, anzi accende gli animi con ancora più violenza. La gente si abbandona alle proprie più basse velleità egoistiche, dimentica anche nella Chiesa del proprio ruolo teorico di dare forza all'unità delle istituzioni e dei princìpi; ma non è sempre stato così.

Anche le nonne coi nipotini sanno che si ottenevano risultati di gran lunga migliori coi metodi di una volta.




Mi permetterei quindi di ricordare alle gerarchie ecclesiastiche che questo problema molto umano era quasi completamente assente, e l'unità della Chiesa indiscussa, quando i dissenzienti venivano prontamente arsi vivi sul rogo, quando la sola parola eretico, significando colui che sceglie per conto suo, la diceva chiara e forte su come stavano le cose nel mondo, nella vita e nella Chiesa.

Non era bellissimo?




Pensiamo sempre di aver fatto un progresso, ma diciamo anche sempre che si stava meglio quando si stava peggio. Il dialogo a volte funziona, ma non è sempre la soluzione, vedi, ad esempio, con le tigri: con loro dipende tutto dal loro umore e, ancora di più, dal loro languore.




Non si illuda il Santo Padre: con bestie come gli umani, l'unico modo di tenerli insieme, in buon ordine e silenzio, è fargli vedere il fiammifero e, se la sola vista non basta, cominciare ad usarlo, bruciandone vivo qualcuno per educarne un bel po’, magari la domenica mattina in diretta su RAIUNO.




Garantisco il successo: la gloria della Chiesa tornerà agli antichi fasti, e sarà anche la volta buona che la finiamo con 'sto cazzo di buonismo.

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