Competizione vs Cooperazione





Quando parlo del "mare di polarità in cui siamo immersi" mi riferisco al fatto che quasi tutto può essere visto come un gioco di opposti che si bilanciano e scambiano continuamente. Esempi: luce/buio, uomo/donna, bene/male, egoismo/altruismo, io/altri, odio/amore, pace/guerra, corpo/mente, coscienza/materia, onda/particella, e chi più ne ha metta: ad un'osservazione attenta ce ne sono a non finire.

Questa è l'intuizione alla base del Taoismo, la filosofia orientale secondo la quale Tutto è composto in questo modo e contemporaneamente spinto da un'energia vitale, il Chi, così che il comportamento della Natura sia un continuo mutamento, un continuo ribollire di questi opposti che si combattono e, combattendosi senza mai un vincitore, di fatto cooperano nel costruire tutto ciò che esiste.

La principale differenza tra le culture d'Oriente e d'Occidente è proprio su questo punto: mentre l'Oriente tende a vedere l'equilibrio dinamico tra tutti gli opposti, l'Occidente tende a vederne il conflitto e a scegliere una delle due parti promuovendola come buona, positiva, giusta, reprimendo l'altra.

Da tutto questo discende che le due culture, di fatto, incarnano un'altra polarità, quella tra Competizione e Cooperazione, su cui si basano i due orientamenti nell'organizzazione sociale, il Capitalismo basato sulla Competizione e il Socialismo basato sulla Cooperazione.

Nel caso nostro di Occidentali l'archetipo della Competizione, del Conflitto è talmente radicato che possiamo riconoscerlo in trasparenza in ogni aspetto della nostra cultura, e possiamo riconoscere come questo ci abbia trasformati e abbia reso il nostro mondo al tempo stesso ricco e spiacevole, al punto che abbiamo dovuto nascondere il significato originario della parola "benessere" dietro ad una mera questione di denaro: più denaro = più benessere, il che è una falsità, perché se ti senti uno straccio vivendo in un mondo ostile, falso, inquinato e brutto, stare sdraiato alla guida della tua Ferrari non ti fa sentire meglio.




Un esempio evidente è nella Teoria Evoluzionista dell'inglese Charles Darwin, che fa da fondamento a tutta la nostra visione della Vita in senso biologico: per quanto valida sia questa visione, i nostri occhi di occidentali vedono solo la lotta per la sopravvivenza, la sopravvivenza del più forte, ogni caratteristica morfologica o comportamentale di un organismo è vista come struttura di offesa o di difesa, mentre la Natura ci mostra come al tempo stesso tutti gli ecosistemi siano un gioco di equilibrio; il leone non può uccidere tutte le gazzelle perché altrimenti morirà di fame, molti organismi vivono in simbiosi (Cooperazione) con altri, le stesse cellule animali sono il frutto dell'integrazione tra dei batteri (i mitocondri) e cellule più grandi e complesse, dove questi batteri sono diventati i motori energetici della cellula animale conservando, ancora oggi, un loro DNA separato da quello del resto della cellula; ci sono piante che possono sopravvivere solo se un certo fungo (un parassita) gli ricopre le radici proteggendole e filtrando i fluidi della terra; pesci e uccelli piccoli che svolgono servizi di reciproca utilità per altri animali molto più grossi, i fiori che nutrono gli insetti in cambio del loro servizio di impollinazione, le formiche che coltivano funghi che crescono solo nei loro nidi e che sono il loro unico nutrimento, e così via, gli esempi sono innumerabili e rappresentano la stragrande maggioranza dei rapporti in Natura. Nonostante questo i nostri occhi preferiscono vedere i conflitti, i rapporti di forza, i predatori e le prede, i vincitori e i vinti.

Il nostro rapporto di Occidentali con la Terra e con tutto il resto è un rapporto predatore-preda, ci comportiamo come se la Terra fosse un nostro avere, che ci è stato dato perché lo sfruttassimo, e la differenza di approccio si vede subito quando si considera l'amore e il rispetto che avevano i nativi americani per la loro terra, ma che in realtà hanno moltissime culture con l'eccezione della nostra, che invece la divora e la violenta. Noi occidentali abbiamo quasi completamente tagliato i rapporti con la Terra, molti di noi nemmeno considerano più la sensazione di recuperare il contatto, il rapporto con la Natura, che anche se non è fatto di linguaggio e non rende soldi, è una delle esperienze più piene e più intense della Vita, una di quelle in cui ti rendi conto che sei parte di qualcosa di vivente, di immenso, di splendido.




Un altro esempio evidente di come la nostra cultura sia orientata alla Competizione, al conflitto, è nella nostra Storia: noi occidentali siamo stati per lo più dei predatori nel corso dei secoli, e anche oggi tante scelte, ripulite dagli strati di parole e dagli "orientamenti politici", sono riconoscibili come quegli stessi vecchi atteggiamenti aggressivi e conflittuali. Ancora oggi i simboli di molte nazioni contengono in effigie degli animali come l'aquila o il leone che sono predatori in cima alla catena alimentare; è solo perché siamo primati evoluti sulla terraferma che tra i simboli nazionali nessuno ha lo squalo, ma lo squalo è il simbolo honoris causa degli speculatori finanziari e imprenditoriali, ed ecco che il quadretto si fa completo considerando che la nostra è la Civiltà del Dio Denaro, e che l'ultima parola su qualunque cosa è sempre una questione di soldi, i soldi sono il motivo di quasi tutti i conflitti gravi, sono il tasto dolente su cui il gioco si fa veramente duro, a tutti i livelli.

Allo stesso modo, tra Coscienza e Materia, l'Occidente ha scelto la Materia, la Scienza Occidentale ha assolutizzato la Materia dando per assunto, senza argomentazioni, che la Materia è la base di tutto, l'Universo è Materia e solo Materia, è nato con la formazione di Materia e morirà con la dissipazione della Materia, null'altro è contemplato. Alla Coscienza è stata concessa niente più che una pseudo-scienza chiamata psicologia, e con questo il discorso è stato chiuso. A niente vale osservare che tutta la storia della Scienza è stata scritta dalla Coscienza umana, e che la Coscienza, come intuiva correttamente Cartesio (Cogito, ergo sum. "Penso, quindi esisto."), è l'unico punto fermo che abbiamo e potrebbe giocare un ruolo più grande di quanto crediamo culturalmente.

La nostra tendenza a preferire inconsapevolmente la separazione e il conflitto emerge anche nelle piccole cose della quotidianità, quando vediamo ad esempio vicini di casa che non si salutano e si guardano in cagnesco, che sembrano sempre alla ricerca di un pretesto per litigare e che, in una situazione da risolvere, scelgono sempre in prima battuta la via del dispetto, della rabbia, del conflitto, e lo stesso avviene tra colleghi di lavoro, in strada, ovunque: molti scartano a priori l'ipotesi che si possa risolvere la questione con almeno un tentativo di risoluzione pacifica, cooperativa, che presuppone la comune convenienza a vivere in un ambiente sereno e disteso.

Noi siamo la principale causa della spiacevolezza dell'ambiente in cui viviamo, e la ragione per cui le cose stanno così è la nostra cultura. Vivere negli ideali di Competizione, Conflitto e Ricchezza ci ha fatto ottenere una vita condita da tanti bei prodotti, facendo girare le industrie, ma il prezzo è un terribile degrado da tutti gli altri punti di vista, dell'umano, dei valori, della bellezza, e le cose non faranno che peggiorare finché non ci renderemo conto che abbiamo un problema culturale da risolvere prima di tutti gli altri, e che l'intervento da operare è davvero in profondità, fino alle radici della nostra visione del Mondo.


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