Progresso



» Un'idea

Il Progresso è un'idea fondata sulla sensazione che nel tempo dell'umanità ci sia un percorso lineare e incrementale che la porta ad una sempre migliore condizione. Se volessimo sintetizzarne l'essenza intuitiva e percepita, potremmo ridurla a miglioramento della Vita, che può essere ulteriormente scomposto nei due rami dello sviluppo tecnologico e delle conoscenze mediche. Più in generale si tratta di un continuo aumento delle conoscenze e della comprensione dell'Universo, e la ricaduta di queste nella tecnica, cioè in ciò che impariamo a fare.

L'idea risale al Rinascimento, raggiunge il '900 con il Futurismo in cui viene esaltata per poi sprofondare nelle due Guerre Mondiali e i loro orrori, aprendo la via all'epoca definita Post-moderna, in cui il Progresso comincia ad essere guardato con sospetto e, perso quell'ideale di "magnifiche sorti e progressive", entra nella palude di qualche decennio narcotico di Consumismo. Secondo una bellissima definizione sentita qualche anno fa: "...e rimane quel Vuoto, che ognuno riempie con le più disparate cazzate."

Il Consumismo, dal canto suo, che pareva un ottimo modo di ingannare il tempo della permanenza sulla Terra, ha dimostrato di avere il prezzo di devastare il pianeta su cui viviamo e quindi di non essere sostenibile che per qualche decennio ancora, oltre a non dare alcuna risposta. Ma non è finita qui:


» La recente inversione

La fama dell'idea di Progresso è andata incontro ad un processo inverso, distruttivo, e oggi molto difficilmente ne sentirai pronunciare il nome; il Progresso si è tirato addosso un'esplicita antipatia, e tracce di questo sono le tendenze ecologiste, il rifiuto delle modificazioni genetiche, il rifiuto della medicina meccanicistica occidentale in favore di quelle tradizionali, il rifiuto delle innovazioni portate dalla tecnologia in alcuni aspetti della nostra vita, la nostalgia del passato, e molte altre.




» Tempo e Materia

L'idea di Progresso è tutta occidentale, e si basa su una concezione del tempo che è in realtà una concezione dell'intera Realtà: il tempo lineare, che va in un solo senso senza mai tornare indietro, contrapposta alla concezione orientale di un tempo ciclico, in cui tutto gira continuamente in tondo come fanno la Luna attorno alla Terra, la Terra attorno al Sole, il Sole attorno alla Via Lattea, e probabilmente la Via Lattea attorno al Grande Attrattore e chi sa quanti altri livelli.

L'Occidente ha subito uno scivolamento culturale verso una concezione della Realtà che si basa su degli assunti - delle idee di fondo che non possono essere dimostrate ma che tuttavia vengono prese per buone - che hanno prodotto il Materialismo, il Meccanicismo e il Positivismo e che hanno svuotato di significato il ruolo dell'Osservatore che, dato che parliamo tra umani di idee umane, è nientemeno che noi due, me che scrivo e te che leggi. Quest'ultima frase ad esempio ti avrà preso un po' alla sprovvista, e la ragione è che noi siamo abituati al fatto che una descrizione seria è una descrizione in cui c'è il meno possibile di soggettivo, che è cioè "oggettiva", che riguarda l'Oggetto come è. Da solo. Indipendente da noi due. L'aspetto paradossale è che niente che un umano possa scrivere o dire può essere oggettivo, al massimo molti umani possono essere concordi - dalle loro posizioni soggettive - sull'opinione che quella data affermazione sembri "oggettiva", ma è come se un gruppo di ciechi dalla nascita trovasse un accordo sulla definizione del colore rosso: l'oggettività è una chimera, non esiste.

Questo ci porta ad un punto chiave: il rapporto Soggetto-Oggetto che ha ossessionato tutta la Cultura Occidentale, basato sulla distinzione tra Osservatore e Universo, è una delle tante dualità o polarità che infestano tutta la nostra razionalizzazione della Realtà, e per l'esattezza costituisce la più radicale di tutte le dualità; questa dualità genera come effetto il senso di separazione (o alienazione) che chiamiamo Ego e l'idea della concretezza e oggettività dell'Universo; entrambe queste cose sono illusioni dovute al modo duale in cui pensiamo, e come tutte le dualità può essere risolta riunendo i due in un'unica entità: una Relazione, un punto di fuga, in cui l'Ego scompare risolvendosi nel rapporto con l'Universo, che a questo punto è molto meno "oggettivo" perché è tanto materiale quanto psichico, è tanto l'Oggetto quanto il Soggetto; si tratta di una specie di grande sogno condiviso più che di un oggetto che se ne sta lì per conto suo, e di certo l'insieme della nostra personale esperienza dell'esistenza rivela molti risvolti decisamente misteriosi.




» Torniamo al centro

Ci troviamo quindi risolti in una misteriosa Relazione e improvvisamente ributtati al centro della scena, perché se il tuo Universo è letteralmente il tuo, le carte in tavola sono improvvisamente ricombinate in un modo nuovo. La tua esperienza di Vita, la tua esperienza dell'Universo diventano l'unica cosa che ci sia da fare qui, e alla luce di questo ti rendi conto di come tutto ciò che ti trovi attorno sia assolutamente imbarazzante, perché ora vedi che sei più libero di quanto tu abbia mai osato sognare.

Tutto ciò che vedi, tutto ciò che ti hanno insegnato, tutto ciò che hai pensato, ogni certezza crolla di fronte alla visione del Mistero ciclico dell'esistenza.




» Fine del Progresso

Oggi il mondo che abbiamo costruito, quello che avrebbe dovuto darci un miglioramento della Vita, si rivela in tutta la sua ingannevolezza perché non c'era nulla da migliorare: un moscerino della frutta, un delfino, una patata compiono il loro ciclo benissimo come sono, siamo noi che ci siamo illusi di dover cercare qualcosa d'altro, qualcosa più avanti, qualcosa più in là, oltre, chissà dove, mentre siamo qui, qui ed ora per l'esattezza, ed è dove siamo sempre stati e dove saremo sempre.

Qui ed ora.

La Civiltà nel suo insieme sta vagando stordita da qualche decennio, ripetendo formule e modelli senza senso nell'illusione di trovare un significato, mentre dal suo interno implode nel recupero dell'arcaico, dell'equilibrio con Madre Natura, dell'esperienza individuale come formula salvifica e nella comprensione della natura musicale dell'esistenza: l'Esistenza come la Musica non ha un punto d'arrivo né veicola un messaggio, è semplicemente ciò che è, ed ha il suo senso nel suo svilupparsi senza andare da nessuna parte, creando tensioni e risolvendole, creando impressioni e dissolvendole, contemporaneamente psichica e materiale, eternamente ciclica e diversa. La comprensione che gli uccelli che cantano al sorgere del Sole non stanno compiendo rituali d'accoppiamento o attirando predatori per il gusto del pericolo: stanno proprio cantando, come gli angeli del Paradiso nella mitologia cristiana, come i delfini stanno giocando, come tutto intorno a noi sta prosperando nella Luce mentre noi ci sentiamo dire che il Progresso a cui abbiamo sacrificato tanto significa che andremo in pensione a 80 anni e che le macchine non serviranno a lavorare al posto nostro, ma solo a trarre altri profitti sfruttando ulteriormente le ultime risorse naturali, mentre noi riempiremo carte su carte tenendo traccia di tutto per chissà quale fine, mentre tutto viene regolamentato in sempre maggior dettaglio e diventiamo tutti sempre più uguali uno all'altro ma sempre più dispari nelle possibilità, tutti costretti a qualcosa che non rappresenta che in minima parte le proprie reali aspirazioni, in cui i "progressi medici" servono solo a risolvere i danni del vivere in un mondo sempre più inquinato e disputandoci le poche risorse a suon di missili. Sempre con serietà, mi raccomando.

Era questo il Paradiso che ci stavamo costruendo? Le magnifiche sorti e progressive?

Fico.

Be', si vede che siamo la Razza Superiore. Evoluti, evolutissimi! Ah, quanta auto-stima abbiamo!
Chissà che cosa ne pensa la nostra amica, che era già qui a gracidare felice quando noi ancora pendevamo dagli alberi...


  

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