"Ridi, ridi. Il prossimo sei tu!"




Caro Diario,

è sempre più raro che un amico si sposi e mi inviti al matrimonio, ma ancora, di tanto in tanto, succede. Quando me ne dà l'annuncio la mia reazione è quasi sempre fissarlo con un ghignetto di compassione, a cui segue immancabile il suo anatema:


"Ridi, ridi! Il prossimo sei tu!"


Immagino come dev'essere, visto dall'interno: in cuor tuo sai che stai solo cedendo alle pressioni sociali, ma siccome tu cedi, vuoi convincerti che alla fine tutti dovranno cedere. Ti serve crederlo, perché se qualcuno alla fine dovesse non cedere davvero, costui sarà la prova vivente che tu sei stato più debole, e nel momento in cui stai lasciando scivolare la tua vita fuori dalle tue mani e nel Buco Nero di quello che gli altri vogliono da te, cerchi ogni appiglio per credere che il Buco Nero sia troppo forte per chiunque: nessuno può resistere fino alla fine. Nel marasma psicologico di quello strano momento plasticoso, ti dici qualcosa di poco sensato come: Tutti dobbiamo morire prima o poi, e per la stessa ragione tutti, prima di morire, dobbiamo sposarci e riprodurci, che sono delle piccole pre-morti.





"Ridi, ridi! Il prossimo sei tu!"


È da talmente tanto tempo che mi sento dire questa frase dagli sposini, che i primi che me l'hanno detta, nel frattempo, hanno già divorziato e stanno pagando gli alimenti.


"Ridi, ridi! Il prossimo sei tu!"


Ma certo.




Certo, amici miei cari.




Come no?






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