No privacy


"Ho letto qualcosa di interessante ieri:
LE TUE EMAIL."


Come sapete sono attento alle coincidenze, tanto che su di esse ho scritto diversi post leggeri.
In campo tecnologico, però, sono meno incline a leggere in esse fenomeni esoterici, soprattutto se c'è di mezzo il grande limbo dei dati ingoiati da Internet con tutti i suoi lati oscuri: Snowden, la CIA, la NSA, il Club Bilderberg e chi più ne ha ne Letta.

Negli ultimi tempi mi sono capitati alcuni episodi curiosi, e invito anche te, fedele Lettore, a farci caso d'ora in poi, e a raccontare qui sotto nei commenti ciò che noti.


.coincidenze
Finché si trattava di Facebook che, appena parlavo di bicicletta in chat privata, mi proponeva pubblicità di prodotti legati alle due ruote, poteva starci: non c'è nessun operatore umano che ci legge e ci manda gli spot, avviene tutto via software. Messaggi privati un beatissimo, ma va bene.
Lo stesso fenomeno si verifica con Google dato che uso Gmail.

Le cose un pochino più strane sono state quelle legate agli incroci: scrivo di telecamera via e-mail su Google e dopo un minuto mi trovo la relativa pubblicità su Facebook.
Si passano informazioni? Database condivisi?

Ma le ultime coincidenze sono le più inquietanti, quelle in cui mi sono trovato una colonna con quattro spot relativi ad argomenti di cui, in almeno un paio di casi, non avevo né scritto via e-mail, né via chat, né parlato via telefono, ma solo parlato a voce in privato.

Un atroce dubbio si fa strada in me: l'occhio va allo smartphone, che se ne sta lì appoggiato sornione, con lo schermo nero, e il sistema operativo Android (Google) sempre vigile e reattivo.


.sviluppi futuri
Il mio telefonino economico vecchio di due anni ha una modalità per cui scatta la foto solo quando ti vede sorridere. Ci sono auto che se ti vedono stanco ti invitano ad accostare e farti un clistere di caffé. I nuovi smartphone hanno due telecamere ad alta definizione, una per lato: visione totale, a 360°, tutto attorno al telefonino; e già da anni dispongono di ottimi sistemi di riconoscimento vocale: occhi e orecchie perennemente collegati a Internet e ai database oltreoceano.
Leggo che le nuove app saranno pensate per prevedere le nostre mosse, che i nuovi telefonini leggeranno il nostro volto e capiranno come ci sentiamo.
Leggo che già qualche anno fa alcune app taggavano automaticamente quasi qualunque volto comparisse in una foto, compreso il passante rimasto immortalato per caso: nome, cognome, pagina Facebook e tutto il resto. Questa caratteristica è poi stata rimossa per ragioni evidenti: tutti teniamo alla nostra privacy, dico bene? Ciò che ovviamente non può esserci sfuggito è che quella tecnologia esiste e nel frattempo si è evoluta, quindi con una telecamera ad alta definizione posta sotto un lampione o sulla facciata di un palazzo c'è chi può vederti passare mentre fai la spesa e sapere chi sei.
Intanto - e questa è una cosa meno nota - i droni, piccoli robot volanti con quattro eliche (Quadrotors), telecomandati e dotati di telecamera, si possono acquistare per poche decine di euro, e stanno silenziosamente invadendo il mondo. Possono essere guidati da un telecomando o da un telefonino, ma possono anche essere controllati da un computer in squadroni, e se dispongono di qualche chip in più e di una SIM possono ricevere controlli via Internet come un qualsiasi cellulare. Possono entrare in una finestra al decimo piano mentre dormi, possono sorvolare la tua casa e sbirciare il rottame che hai ammassato sul balcone, possono seguirti mentre ti rechi al lavoro o - ancora meglio - a casa dell'amante e, in quest'ultimo caso, potrebbe essere lui/lei ad abitare in quell'appartamento al decimo piano e non sarebbe una ronfata ciò che verrebbe ripreso.


"La privacy è un tuo problema.
Settimana della consapevolezza sulla privacy".
A me gli occhi...


.campagna pubblicitaria
Diversi anni fa è partita la campagna mediatica di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul problema della privacy: i nostri illuminati, ineccepibili e generosamente benevoli governanti si sono tanto preoccupati per i nostri dati che ci hanno fatto una testa così sul principio sacrosanto che avevamo il diritto di proteggerli come l'oro di famiglia; solo un perfido malpensante avrebbe potuto ipotizzare che stessero difendendo preventivamente i loro scheletri nell'armadio. Quindi nuove leggi, carte, burocrazia, un sacco di problemi e il risultato è che oggi per un comune cittadino è impossibile conoscere il colore degli occhi del suo vicino di casa senza fissarlo da vicino; in compenso c'è qualcuno, da qualche parte, che sa tutto di chiunque, e su queste informazioni fa business colossali e, per quanto ne sappiamo, potrebbe anche condividere queste informazioni con governi, banche, multinazionali, insomma i soliti compagni di merende. Questi, tra l'altro, sono gli stessi simpaticoni che sono responsabili della campagna di sensibilizzazione sulla privacy e le relative leggi.

E, di nuovo, un atroce sospetto si fa strada in me.



.uno sguardo sul domani
Andiamo verso un mondo così tecnologico che la quantità di dati a disposizione di chi ne fa incetta sarà inimmaginabile, e in aumento esponenziale: mentre la risoluzione delle tecnologie e la velocità delle comunicazioni aumentano senza sosta, il mondo si riempie di mini-telecamere e microfoni: non solo i telefonini ma televisori, automobili, occhiali, orologi, presto ogni oggetto presente in ogni luogo.
Noi non possiamo rimanere all'età della pietra per impedire a Facebook di conoscere i nostri gusti sessuali o a Google di capire le falle della nostra personalità, senza contare che probabilmente già oggi distinguere tra le due aziende è pura ingenuità; figurarsi sperare che la CIA o la NSA ne siano fuori.
Se a Snowden, che era un impiegatuccio, era possibile intercettare la completa storia digitale di chiunque sul pianeta, figuriamoci il livello di accesso e di analisi degli alti papaveri: credo che rimarremmo di sasso se sapessimo che cosa possono fare, tipo guardarmi in faccia attraverso la telecamerina dello smartphone in questo momento mentre digito questo post, conoscendo esattamente la posizione geografica del mio letto, e fare un bel buco dal tetto alle fondamenta di casa mia con uno dei loro High Energy Laser satellitari o aerei in orbita o in volo sopra le nostre teste, pensati per le guerre spaziali ma utili anche per un sacco di altri usi, come il controllo sociale, solo con un click del mouse: ZOT!
Ciò che non è possibile oggi, lo sarà ad ottobre, o a novembre.

Quindi?
Pensi che ti basti cancellarti da Facebook per uscire da questo pasticcio?


"Non hai alcuna privacy in ogni caso. Fattene una ragione."


.il potere è nell'accesso ai dati
Questi dati esistono ed esisteranno.
Il Potere non sta nella loro esistenza, ma nell'esclusività dell'accesso: se io ho una pistola e tu no, io ti comando. Se tutti e due abbiamo una pistola, siamo alla pari, nessuno comanda nessuno: trattiamo.
Questi dati su tutto e tutti non sono un potere in sé. Il Potere deriva dal fatto che qualcuno vi abbia accesso e gli altri no. Quando tu ti inalberi per difendere la tua privacy, in realtà stai difendendo il potere di chi possiede quei dati e vi ha accesso; quei dati, tanto, esistono e non puoi farci niente.

Privacy non significa quello che hai sempre pensato.

Privacy significa: io esigo che l'accesso a tutti i miei dati personali sia esclusiva assoluta dei Grandi Poteri, che potranno disporne segretamente come vogliono.

Privacy significa: non potevamo darti il Potere di sapere tutto di tutti, quel potere è nostro e tu lo difenderai, perché ti abbiamo convinto che l'ignoranza sia un tuo diritto.

Privacy significa: abbiamo fatto in modo che la difesa del nostro Potere sia assicurata da ogni singolo cittadino, che si batterà con tutte le sue forze per garantircelo, e garantirlo solo a noi.

Non è diabolico?



.soluzione
Rendere pubblici per legge tutti i dati esistenti, con la possibilità per qualunque cittadino, gruppo di cittadini, associazione, azienda di accedere ai datacenter, ai software, tutto.
Pari potere: se esistono le pistole, tutti dobbiamo averne una, non solo i soliti noti.



.estensioni
Sulla stessa scia è intollerabile che ancora esista una cosa come il segreto di Stato. SE siamo in democrazia, SE lo Stato siamo noi cittadini, allora un segreto non ha ragion d'essere. Come posso io cittadino votare sapendo che ci sono cose che non so, che nelle segrete stanze del Palazzo i governanti mi tengono nascoste delle informazioni per ragioni che conoscono solo loro? Mi dovrei fidare? E su quali basi? Forse, se conoscessi quelle informazioni, non solo voterei diversamente (non che ci sia tutta questa scelta), ma probabilmente non voterei affatto e mi impegnerei per un ricambio totale della classe dirigente, o per l'eliminazione dell'idea stessa di "classe dirigente".

Stesso discorso vale per il Copyright: se il frutto dell'ingegno di ognuno fosse immediatamente patrimonio dell'Umanità, tutta l'evoluzione tecnologica sarebbe molto più rapida, mentre sarebbe rispettata la paternità intellettuale, quindi il merito e gli onori, di chi ha prodotto la nuova idea o comprensione del reale.
La ragione per cui oggi si tenta di difendere anche lo sfruttamento commerciale delle idee è legata alla cultura capitalista e alla dipendenza dal denaro per la sopravvivenza in un mondo di scarsità artificiale, in cui i prezzi dei beni sono controllati e tenuti alti anche artificialmente per far sì che senza denaro sia impossibile vivere (vedi ad esempio la distruzione del cibo prodotto in eccesso, i prezzi imposti al rialzo, e mille altri meccanismi anche più subdoli). E' molto probabile che, in un futuro non lontano, l'intero sistema monetario crollerà, e l'evoluzione umana andrà nella direzione dell'eliminazione del denaro - che è un notevole fattore distorsivo degli equilibri planetari - e si andrà verso un'economia basata sulle risorse.



.paure comuni ed effetti
Molte persone inorridiscono di fronte all'idea della caduta della privacy. Questo avviene in parte perché l'idea di  privacy (come quelle di Unione Europea, euro, etc) sono praticamente religioni laiche, cose sulle quali ci hanno fatto un lavaggio del cervello così accurato che cadiamo per terra quando li sentiamo negare, e in parte perché tutti siamo abituati a vivere con una facciata pubblica che è piuttosto diversa dalla realtà; tutti abbiamo i nostri scheletri nell'armadio, che poi sono tali e quali a quelli di milioni di altri, ma siamo talmente presi a vergognarci dei nostri da non realizzare che, se all'improvviso vedessimo quelli di chiunque altro, ci sentiremmo tremendamente sollevati. Il nostro partner scoprirebbe le nostre tresche, ma noi scopriremmo le sue. Tutti potrebbero conoscere le nostre stranezze sessuali, ma noi scopriremmo che ognuno ne ha una. Qualcuno saprebbe che uno dei suoi genitori è segretamente omosessuale, ma scoprirebbe anche che vale per un sacco di altra gente, e così via.
La realtà è che abbiamo paura della verità. Tante persone passano la vita a raccontarsela a modo loro, e vedere sarebbe la fine delle illusioni; ma dopo un po', superata l'ubriacatura iniziale e i relativi postumi, tutto il mondo cambierebbe, un sacco di tabù e di pregiudizi cadrebbero, e da quel momento tutto andrebbe meglio.

Vedo che in molte persone c'è un Cane Culturale molto profondo, una specie di Cerbero di ultima istanza che serve a difendere genericamente la conservazione sempiterna di ogni cosa com'è, e questo mostro consiste nell'idea che qualsiasi cambiamento nel mondo produrrebbe il caos sociale e la distruzione della razza umana.

Non è così, gente, non è così. Tutto ciò che non va nel mondo discende dalle storture di cui l'1% della popolazione ci ha convinti per garantirsi il controllo sul restante 99% e i relativi privilegi.

Liberiamoci dalla paura, e teniamo gli occhi ben puntati sul vero Potere che ci controlla e che ci manipola, trasformandoci nei poliziotti che lo difendono, e cerchiamo di ripristinare un po' di equità.


Sugli indumenti:
"Io sono il 99%"
"Anch'io, ma io prendo ordini dall'1%!"







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