Io sono la mia TV




I miei ritmi circadiani oscillano intorno al fuso orario di Dallas: difficilmente prendo sonno prima delle 6 del mattino; è così da sempre - mia madre, santa donna, lo sa bene - quindi suppongo si tratti di un'impostazione di fabbrica. Tutti i miei ritmi sono spostati di conseguenza e così il mio mattino è il tuo pomeriggio, il mio pomeriggio è la tua sera e la mia sera è la tua notte.

Nonostante questo in media mi infilo sotto le coperte tra mezzanotte e le 3, cioè trascorro le mie serate - i momenti che in un'altra dimensione sarebbero la fase divano_&_Tv - al buio e nel letto, non prendendo sonno ma al contrario lasciando scorrazzare cervello e immaginazione a tutto spiano nei più remoti recessi del pensabile, ed è questo il momento in cui prendono forma la maggior parte degli sproloqui di cui La forma del Gregge è composto.




Quando incappo in una struttura di pensiero abbastanza interessante da farmi aumentare il battito cardiaco allungo la mano sul comodino, brandisco il fido smartphone ed inizio a digitare; editing e immagini vengono dopo, durante il giorno e sul computer. Per la precisione la seconda fase avviene quando alla luce del Sole decido che un pezzo vale la pena di essere condiviso il che, conti alla mano, avviene nel 50% dei casi: ho tante bozze abbandonate quanti sono i post pubblicati.

Questo, che è solo il frutto della mia selezione di buon gusto personale, è comunque un potenziale metodo sistematico che negli anni ho tentato di condividere anche con molti clienti/amici musicisti e creativi, perché ha il pregio di alzare notevolmente la qualità media della tua produzione pubblica; non che mi abbiano mai dato molta retta, ma tant'è: ognuno ha le proprie strategie e i conseguenti risultati.

Comunque la TV da almeno 3 anni non esiste fisicamente in casa mia, è un elettrodomestico che ormai mi è diventato alieno quanto una fresa a 5 assi, e ci sono alcune osservazioni che posso regalare a chi non ha provato un'esperienza del genere.




La prima è che comincia a farti impressione quando ti accorgi che molte persone normali - tu sei la gente strana - appena entrano in casa accendono l'arnese, prima ancora di aver posato le chiavi; da quel momento fanno qualunque cosa con occasionali sguardi alle luci ipnotiche dello schermo e saltando di qua e di là col telecomando, anche mentre si suppone che stiate avendo una conversazione.

La seconda è che quel posto che si è svuotato nella tua vita - oltre che nel tuo soggiorno - all'inizio è stato duro da colmare, e ti fa capire che la TV è una droga che si assume per via visiva e uditiva e che, a differenza di altre, dà una perniciosa dipendenza.

La terza è che quella cavità non è solo nella tua vita e nel tuo soggiorno, è nella tua Realtà: ci sono cose - come i talk-show di politica, i TG, certe facce e altro che puoi immaginare - che lentamente cominciano ad affondare nell'oblio, diventando ombre distorte nei recessi della tua mente prima di scomparire del tutto insieme al loro frastuono di scemenze, e quando ti sei disintossicato per bene - cioè quando ti sei veramente dimenticato di queste cose - rivederle diventa scioccante; non so come descrivere la sensazione di totale alienazione nel rivedere quella sbobba mentale una volta che ne sei uscito. Incredulità? Forse sì. Non riesci più a credere che l'idiozia di plastica vada in onda 24/7 nelle case di milioni di persone, cominci ad essere terrorizzato dall'idea dell'effetto che potrebbe avere sulla loro mente, e ogni tanto comincia a scapparti la definizione di "scimmie pazze".




La ragione di questa riacquisita lucidità è la quarta osservazione, ed è banalmente dovuta al fatto che nessun vuoto nella vita rimane vuoto molto a lungo: altre cose cominciano ad insinuarsi nella cavità che si è creata, e se non hai nulla attorno che ti vomiti in faccia robaccia ipersaturata, finisce che ricominci a vedere il mondo, il cielo, le stelle, i dettagli, le sfumature delle cose e delle persone.

Se prima - volente o nolente - i tuoi riferimenti di navigazione erano quelli: Albano, il Presidente del Consiglio, i problemi di cui parlano nei talk-show, le soluzioni sul tavolo di cui parlano nei talk-show, le pubblicità, i personaggi, gli stili, e così via, ora i tuoi riferimenti divengono molto più concreti e stabili: i vicini, il paesaggio conosciuto, il cielo e il clima, l'immagine stabile e via via più dettagliata del mondo e delle sue dinamiche che piano piano ti formi aggiungendo le informazioni che ti sei scelto, la tua mente ricomincia a lavorare e a mettere insieme i pezzi bene in ordine, a cercare informazioni invece di prendere quelle che arrivano dall'Altissimo dei decisori di palinsesti, e comincia a cambiare tutto.

Cominci a vederci chiaro.




E finisce che odii l'arnese infernale, la TV, il sogno del Dott. Goebbels, lo strumento dell'Armageddon per la Coscienza Collettiva, il più grande fattore di stress per popoli interi che pensano di vederci dentro la Realtà mentre stanno solo guardando un'allucinazione distorta che, a differenza di quelle vere, disgrega anziché unire, confonde anziché chiarire, deprime anziché elevare, instupidisce anziché illuminare.

Finisce che la odii, quando la tua TV diventi Tu.





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