80 millisecondi




Viviamo nel Passato?

Sì, per mille ragioni: per via dell'Effetto Franklin, perché noi ci pensiamo come il nostro passato, perché siamo quello che abbiamo fatto anche se ad ogni osservatore l'immagine appare diversa - e diversa dalla nostra - ma c'è una ragione in più, e molto più solida.

I dinosauri più grandi avevano una serie di gangli (piccoli sotto-processori neurali) distribuiti lungo la colonna vertebrale che gli permettevano di coordinare i loro movimenti; noi lo sappiamo perché le loro vertebre fossili mostrano degli ingrossamenti delle cavità in certi punti; questi gangli erano necessari perché la velocità a cui viaggiano i segnali nervosi lungo i nervi è limitata, intorno ad un metro al secondo: in un animale lungo 50 metri - come erano alcuni di questi giganti - ci vorrebbe quasi un minuto perché la martellata sulla punta della coda divenisse un evento noto al cervello situato nella testa. Se avessero avuto un sistema nervoso performante come quello dei felini ci sarebbe voluta la metà del tempo, ma è sempre tanto.




Questo ritardo vale nei nervi ma vale anche nella circuiteria del cervello stesso, e dato che il Presente è ciò che sta accadendo esattamente adesso nel qualcosa là fuori, che poi deve essere rilevato dagli organi di senso, condotto alle aree cerebrali che lo decodificano, decodificato, integrato con tutto il resto e solo allora compreso, l'effettiva realizzazione da parte del Sistema (Coscienza) di ciò che è accaduto avviene qualche tempo dopo l'evento, e per gli umani questo intervallo è stato stimato in 80 millisecondi.

In altre parole quello che tu pensi come Presente in realtà è perennemente avanti a te di 80 millisecondi, e non c'è modo di afferrarlo a meno che sia qualcosa di prevedibile e conosciuto per cui puoi giocare di istinto ed anticipazione confidando che tutto vada come previsto, che è quello che fanno gli sportivi nelle azioni veloci. In condizioni del genere, in effetti, l'evento inaspettato produce la tua immediata uscita dal Flusso e solo dopo realizzi che cosa è successo di diverso dalle aspettative: mentre succedeva ti è sfuggito, è stato qualcosa che ti ha lasciato solo qualche impressione utile - a posteriori e se ci sei ancora - per ricostruire l'accaduto.

Parlando di Effetto Franklin viene anche utile ripensare al fatto che il nostro cervello profondo, cioè l'Inconscio, cioè il Corpo, decide e fa da solo cose che a noi poi non resta che spiegare in qualche maniera razionale e quindi entriamo in una dimensione tutta diversa della nostra esperienza del vivere: noi stiamo solo guardando una cosa che succede o - per maggior precisione - che è successa.

Non sto parlando solo di ciò che accade intorno ma anche di quello che noi stessi facciamo: il nostro Corpo decide, va e fa, e noi lo guardiamo succedere. Del resto anche a noi non manca qualcuno dei gangli dei dinosauri, addirittura noi abbiamo 2 (due) Sistemi Nervosi: il Sistema Nervoso Centrale (cervello, midollo spinale e innervazione) e il Sistema Nervoso Gastro-Enterico (che si occupa autonomamente di tutto il macchinario che gestisce il cibo, dallo stomaco all'ano) e tutto questo è di nuovo la constatazione che siamo un sistema molto poco centralizzato, che assomiglia più ad una Repubblica Sociale che ad una Tirannia Egoica.


"Sai che sei sulla strada buona
quando perdi interesse nel guardare indietro."


Ci sono esperimenti interessanti che si possono fare avendo qualche giorno di indipendenza dagli impegni, come ad esempio il rilasciare la scimmia che si abita a fare esattamente quello che vuole, e stare a guardare che cosa fa. Per l'Ego è un incubo, ma è possibile ed è un'esperienza interessante: la nostra visione culturale dice che tu sei il tuo Cervello, il Cervello domina il Corpo che è una macchina inerte fortunatamente posta ai comandi dell'Intelletto che la dirige nel fare ciò che dovrebbe fare; per questo motivo l'esperimento pare assurdo lì per lì, in quest'ottica il Corpo dovrebbe semplicemente rimanere immobile fino a nuovo ordine.

Invece, se provi, scopri che non è così.

E per la verità scopri tutto un mondo nascosto di abitudini e iniziative per cui cominci a sentirti come il pilota di un aereo che inserisce il pilota automatico: incroci le braccia e ti metti a guardare le forme nelle nuvole, perché è solo quello che hai fare - e per la verità vedere forme nelle nuvole è l'unica cosa che faccia il cervello, ma questo è un altro post.

Questo ha attinenza anche con l'educazione Zen per cui è inutile perdere tempo ad elucubrare sulle scelte da fare: il Flusso - e nella filosofia orientale il Flusso include tutto, tu e il tuo ambiente siete un sistema unico - va per conto suo e quindi anche il tuo Corpo segue la propria parte nel corso del tempo senza bisogno di intervento.

Per l'Ego condizionato questo è l'Incubo Definitivo: la sua inutilità e l'inutilità del suo controllo ossessivo, scoprire che si è qualcosa di diverso da ciò che si pensa e - quel che è peggio - che questo qualcosa che l'animale fa non è andarsene in giro per strada roteando il pisello e aggredendo a morsi ogni persona che incontra ma semplicemente l'attività di una scimmia tropicale e sociale, poco aggressiva e giocosa.




Mettendo insieme queste nozioni emerge una possibilità interessante: condizionare il proprio Inconscio a delle macro-direttive e delegare al Corpo l'esecuzione a basso livello delle operazioni. In realtà questo è già quello che facciamo, ciò che è meno noto è che si può salire di livello fino ad una notevole astrazione, caricando nell'Inconscio una serie di criteri abbastanza sofisticati sul modo di gestirsi e le macro-direzioni a cui puntare; il lavoro di decisione e di scelta a livello più operativo, a questo punto, sarà svolto dal Sistema nel suo insieme e in modo automatico, liberando risorse.

In tutto questo, comunque, è affascinante pensare che stiamo solo vedendo la scia del Presente, che il "mondo reale" è sempre stato qualcosa là davanti, perennemente già avvenuto; è qualcosa che non vedremo mai veramente perché viviamo 80 millisecondi in ritardo prendendo atto di ciò che ci arriva dal Futuro e tentando di dargli un senso.






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