Perché il Gatto è divino




Risolvere a mente equazioni di terzo grado è generalmente considerato un sintomo - o almeno una forma - di Intelligenza, mentre non è una capacità necessaria per definire la Consapevolezza, e per questo le due cose ci risultano già distinte: sono comunicanti, ma non identiche.

Consapevolezza ci richiama intuitivamente le idee di calma, distacco, centratura su un qualche punto di equilibrio interiore che io chiamo Omega Point, tanto per dargli un nome perché non è altrimenti definibile, e se mai ti capiterà di parlare con qualcuno di questo inafferrabile qualcosa che comunque è il centro riconosciuto della Consapevolezza ne avrai l'ennesima prova. Probabilmente il punto di incontro tra Consapevolezza e Intelligenza è ciò che chiamiamo Saggezza.

L'Omega Point, il centro di gravità interiore della Consapevolezza, ha anche a che fare con la Spiritualità e con la percezione o concezione del Divino perché corrisponde alla capacità di stare al cospetto del Mistero dell'Esistenza senza tremare e andare in pezzi, senza quindi aggrapparsi al primo punto fermo che si trova. In questo senso Consapevolezza significa Consapevolezza dell'assenza di punti fermi, e la conseguente capacità psicologica di galleggiare serenamente in questo plasma informe chiamato Vita.

Mi rendo conto che, nella mia esperienza personale mano a mano che invecchiavo, il percorso è stato un progressivo avvicinamento a questa posizione, e il risultato in termini caratteriali e comportamentali è stato il diventare sempre più simile ad un felino. Un Gatto.




Il Gatto è un animale controverso: divinità nell'antico Egitto, perseguitato nel Medio Evo cristiano (finché i topi non hanno portato la Peste), il Gatto è un animale particolare che si ama o si odia, e come spesso accade il sentimento che hai nei suoi confronti dice molto di più sul tuo conto che sul suo, e poi vedremo perché.

Il Gatto può fissarti negli occhi per minuti interi senza la minima incertezza, non ci sono Presidenti di questo o quello, non ci sono Amministratori Delegati o Autorità di qualsiasi tipo che il Gatto in qualche modo accusi: il Gatto non ha padroni, al massimo ha dei conoscenti, se te lo sai meritare puoi diventargli amico. Niente di più.

Il Gatto è autonomo, assoluto e completo in se stesso. Ama la compagnia, ma quella che sceglie lui, nelle giuste dosi e nei giusti momenti.

Il Gatto sa che cosa sia la Paura, e le sue reazioni sono fulminee grazie al particolare isolamento dei suoi neuroni che rende la trasmissione nervosa e il pensiero due volte più veloci che in tutti gli altri mammiferi. Ha occhi che gli permettono di vedere sia di giorno che di notte, ha udito e olfatto acutissimi, unghie come rasoi retrattili, un corpo flessibile come pochi altri, è più silenzioso di una brezza, inodore, metodico, preciso.

Quando qualche sempliciotto mi dice che il Corpo Umano è "una macchina perfetta", gli rispondo "prenditi un Gatto": inutile perderci tempo, quando vedrà capirà che differenza c'è tra gli slogan della superbia primate e la dura realtà della Felinità.




Naturalmente a quel proposito potrei portare ad esempio anche una Mantide Religiosa, uno Squalo o praticamente ogni altra cosa in Natura, ci siamo capiti; comunque non è solo una questione di Corpo: la divinità del Gatto non risiede tanto nell'incredibile macchina che abita ma nella sua psiche, perché il carattere del Gatto è l'immagine ideale della Consapevolezza, e gli antichi egizi l'avevano visto chiaro.

Tra le ipotesi sulla genesi della Consapevolezza una delle più interessanti è quella che vede i predatori come avvantaggiati, postulando che prima ancora di essere consapevole di il predatore divenga consapevole del suo pranzo: cacciare significa immedesimarsi nella preda, studiarla, intuirne carattere ed abitudini in modo da farsi trovare sulla sua strada al momento opportuno senza lasciarle scampo. Richiede attenzione, immedesimazione, pianificazione.

Per questa ragione probabilmente i sensi del predatore non si limitano a vista, udito e olfatto, ma vanno anche molto al di là, in campi che noi non prendiamo in considerazione perché non abbiamo idea di come misurarli. A questo proposito ho un aneddoto: un paio di estati fa ho ospitato in casa il gatto di amici; siamo andati molto d'accordo in virtù anche della somiglianza caratteriale, ma c'è stata una raffica di coincidenze che mi hanno aperto gli occhi su qualcosa di più. Come per tutti la mia giornata vedeva il continuo ruotare tra diversi stati psichici: c'era il momento in cui scrivevo, quello in cui leggevo, quello in cui parlavo al telefono, e ogni tanto capitava il momento amorevole, quello in cui ti senti di abbassare le barriere e di condividere, e puntualmente in quei momenti il Gatto faceva la sua apparizione. Una volta, due, ma dopo un po' la sistematicità diventa evidente.

Come faceva a saperlo?

Un altro aspetto su cui dovrebbero riflettere i maschietti è che in questi anni anche grazie a Facebook è diventato evidente che c'è un asse robusto che collega il Gatto e la Donna. Nella bufala di Facebook a pagamento che è girata qualche mese fa, Zuckerberg stesso si lamentava dei costi che Facebook deve sostenere per ospitare i miliardi di foto di gatti che le donne postano!

Le donne amano i gatti perché i gatti sono come loro: eleganti, aggraziati, fragili nel Corpo, sensibili e sensitivi ma autonomi e completi, forti, incrollabili. Sia il Gatto che la Donna hanno 7 vite, si piegano ma non si spezzano, si adattano ma non si possiedono, amano ma senza perdersi; e amano la compagnia di esseri con queste stesse caratteristiche, ecco perché perdono immediatamente la stima di chi sotto un Corpo robusto e rigido cela un carattere insicuro ed incline alla dipendenza, poco centrato, poco consapevole e quindi aggrappato alle più svariate forme di sicurezza.


"Non cercare una principessa da salvare,
cerca una Regina che voglia combattere al tuo fianco."


E con questo arriviamo alle ragioni per cui alcuni odiano questo meraviglioso animale e a ciò che ci dicono di loro stessi con quest'odio: Ma quanto parli, Fido!

Il Gatto ha subìto nel tempo la stessa sorte della Donna e per le stesse ragioni: in una cultura evoluta come era quella egizia antica ad entrambi era riconosciuta la divinità, l'Antico Egitto venerava il Gatto così come poteva avere una Faraona, cioè una Regina-Dea; questo significa che le persone avevano una diffusa Consapevolezza molto sviluppata, e avevano quindi grande rispetto di chi incarnava quell'ideale.

È stato poi, con il Cristianesimo e l'Islam, cioè con l'involuzione delle religioni monoteiste a base maschile e orientate alla dualità Dominio/Sottomissione - che richiede persone piene di Paura e Insicurezza - che sia il Gatto che la Donna sono stati soggiogati e perseguitati in un mondo che diventava sempre meno consapevole e, con la caduta delle grandezze della Grecia, dell'Egitto e di Roma, scivolava nei meccanismi del Dominio e del Controllo che chiamiamo i Secoli Bui. Di tutto questo ancora il nostro mondo porta i segni, e nostro compito - se ne abbiamo uno - è tentare di tornare a quegli splendori risvegliando le persone alla presenza del Mistero senza la necessità dell'aggrappamento a sicurezze fittizie, lavando via le incrostazioni che i Secoli Bui e le ideologie che li hanno resi tali ci hanno lasciato addosso, nel Cuore e nella Mente; tornare ad un paganesimo illuminato fatto di entità simboliche che rappresentino la costellazione di forze che modellano e contribuiscono al quadro del Mondo Materiale.

Onoriamo il Gatto, e onoriamo il Femminile.





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