L'Impalato
Stanotte ho avuto un incubo.
Ho sognato di vivere e crescere in un paese che assomigliava molto al nostro, in questo strano luogo la spiritualità delle persone era presente tanto quanto lo è nella realtà che conosciamo, solo che si rifaceva ad un profeta nato in Moldavia quasi 3000 anni fa, che predicava l'equilibrio, la moderazione, il senso di unione e completezza del Tutto, l'Amore, lo Spirito dell'Universo declinato in ogni manifestazione fisica, la Vita come una forza pervasiva presente in ogni cosa e non limitata alle creature che vegetano o si muovono.
Aveva predicato la rottura con le fedi-da-indossare, con le ritualità vuote, con i sacrifici, con i dogmi e con le istituzioni, aveva parlato di un rapporto che ogni persona poteva avere con lo Spirito Universale, con la Mente Globale che non era solo uno spirito al di là del materiale, ma compenetrava ogni cosa di una coscienza e un'energia che comunicavano realmente con lo spirito di ogni forma di vita, bastava ascoltare.
Naturalmente non era stato molto simpatico alle istituzioni del tempo, e lo fu ancora meno quando la gente cominciò a dargli retta. Così alla fine si mise nei guai e, secondo le usanze del suo tempo, fu condannato a morte e fu impalato, perché fosse d'esempio a tutti.
L'impalamento è una morte orribile: un palo di legno appuntito viene infilato nell'ano e martellato nel corpo lacerando tutti gli organi interni finché spunti dalla clavicola o dalla bocca, dopodiché il palo viene conficcato nel terreno. L'agonia può durare ore o anche giorni.
Ma nel sogno tutto questo era accaduto oltre 2800 anni fa.
Ciò che rendeva tutto questo un incubo è il fatto che di tutto l'insegnamento, di tutta la bellezza e di tutta l'armonia del suo messaggio, ciò che era sopravvissuto ed era stato preso a simbolo, facendo sfoggio in ogni edificio istituzionale, in ogni aula nelle scuole, in molte case delle persone e perfino negli amuleti e nei ciondoli che la gente portava addosso e al collo, era quella morte atroce.
Lo chiamavano così: l'Impalato.
E la gente, dimentica del suo messaggio, anziché volgersi alla meraviglia del Mondo e recuperare il contatto con l'Unità Universale, adorava e venerava la rappresentazione dell'orrore che era posta in ogni dove: agli angoli delle strade, sotto gli occhi dei bambini, nelle case e al collo delle persone.
Non capivo il perché, vedevo quell'oscenità ovunque e non potevo non chiedermi come fosse possibile, quale mentalità perversa aveva potuto riempire il mondo dell'immagine di quella bestialità. Allora la mia parte un po' paranoica, quella che è capace - se vuole - di scorgere complotti dietro a qualsiasi cosa, ha cominciato a sfornare ipotesi.
Forse era stato quello stesso Potere che l'aveva impalato a scegliere quel simbolo, proprio perché doveva essere d'esempio; era come dire: "occhio, gente, questa è la fine che fanno i galletti che alzano la testa e filosofeggiano troppo! Vedete di non dimenticarvene, perché di pali aguzzi ne abbiamo ancora a volontà!".
Oppure era il subdolo suggerimento di un gigantesco, inespiabile senso di colpa, da far ricadere per generazioni e generazioni su tutto il mondo, nei secoli dei secoli, così che ognuno pensasse che quello è il filo che collega la storia dell'Umanità: il distruggere cose belle, l'uccidere la speranza, il torturare l'intelligenza.
Insomma non potevo spiegarmelo, e questo mi opprimeva terribilmente, finché in un sobbalzo mi sono svegliato e, riemergendo alla realtà e alla luce del giorno, ho tirato un gran sospiro di sollievo rendendomi conto che era stato solo un incubo, che ero tornato nel mio mondo reale, sereno, luminoso, assennato.
L'assennatissimo mondo reale.