"Mio figlio è un fenomeno"

 
 
 
Io non ho figli e l'altruistica intenzione è di non averne, ma questo non mi impedisce di vedere e riconoscere schemi e ricorrenze nel mondo attorno a me, e uno dei fenomeni più interessanti in quest'epoca e questa posizione geografica è quello che dà il titolo a questo post.

Se ci pensi, quella frase, "Mio figlio è un fenomeno" - che può essere solo un pensiero mai esplicitato e forse anche inconsapevole nella mente di molti genitori - potrebbe essere la spiegazione di tantissimi altri fenomeni che vediamo nel mondo moderno e che segnano una differenza radicale rispetto al mondo dei nostri avi. E' figlia di una realtà competitiva che, mentre si impoverisce, diventa sempre più competitiva.

Solo qualche generazione fa i figli si facevano in grande numero, una grossa parte non sopravviveva fino all'età adulta, la loro finalità era per lo più nelle braccia per l'agricoltura e la loro educazione era soprattutto una questione di soggezione verso i maschi più anziani e verso Dio.

Poi è successo qualcosa.

La guerra, poi il dopo-guerra, il piano Marshall, il boom economico, il [Ricchezza = Benessere] e di conseguenza poco tempo a disposizione, tanta roba da comprare quindi pochi soldi da buttare, troppo costosi i figli da sfamare e far studiare, quindi il numero è calato verticalmente.

Nel giro di due generazioni abbiamo avuto (comprato) tutto; chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto e ci siamo scordati il passato quel tanto che basta per non vedere come siamo arrivati ad arrancare per mantenere lo stesso ritmo, quindi ora Ricchezza sì, ma ci sarà Conflitto, Competizione. Perché le risorse sono quelle che sono, e all'aumentare della domanda, il prezzo cresce.

Ricchezza forse.

Un singolo figlio, a volte due, e dovranno competere. Tu genitore lo sai. Anzi, coi tempi che corrono dovranno scannarsi per gli ossi. Quindi, se non contempli un radicale cambiamento culturale e sociale, hai due strade: o li guardi con la lacrima pronta pensando a che diavolo di scenario gli si presenta, o decidi che sono sufficientemente dotati per svettare senza fatica, per essere quelli che urleranno al cielo la loro vittoria sulla catasta dei vinti.

E mi pare che non-abbastanza-pochi scelgano la seconda strada.

Tirano su dei tronfi e pompati ragazzotti qualsiasi, cresciuti sotto una campana anti-atomica, resi fragili dall'Amuchina e difesi contro ogni buon senso da rabbiose chiocce, già pronti per il tappeto rosso ma non a guadagnarselo; illusi, che prima o poi impatteranno la dura realtà e si renderanno conto di non essere proprio niente di speciale, di non avere questi grandi numeri, di essere destinati alla catasta dei vinti ma arrivandoci da delusi e deludenti, da sconfitti due volte.

Meditate, genitori, meditate.

Il Futuro potrebbe essere diverso.





 

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