Effetto Franklin

Pubblicato in origine 5 feb 2015


"Fatti pecora e i lupi ti mangeranno."
(Benjamin Franklin)


L'Effetto Franklin è qualcosa che non potevo non raccontarti, perché le sue conseguenze - una volta che lo conosci - sono in grado di produrre il crollo della tua idea di Te e quindi ti danno il potere di trasformarti al di là della tua immaginazione, sviluppando potenzialità che nemmeno sospetti.

Si chiama Effetto Franklin perché si basa sull'esempio di un evento storico con protagonista l'intelligentissimo Benjamin Franklin, e dico che era intelligentissimo perché da buon Reality Surfer lui aveva capito la meccanica della psiche delle persone e la usava con precisione millimetrica a proprio vantaggio. Il nostro fine non è tanto quello di far fare agli altri quello che vogliamo, ma impedire a noi stessi di limitarci e ingabbiarci senza motivo.

Il meccanismo è piuttosto contro-intuitivo, e ho già visto che non lo si afferra immediatamente, quindi la mia sfida è essere più chiaro della Luce del Sole nell'invertire l'uovo e la gallina; così ora ti esprimerò il concetto con una frase, poi ti racconterò l'episodio, te lo spiegherò e infine ripeteremo il concetto basilare in dettaglio.

Concetto:

Facciamo quello che facciamo perché siamo convinti di essere persone così e cosà,
mentre spesso la realtà è il contrario:
pensiamo di essere persone così e cosà
perché
in precedenza abbiamo fatto una certa cosa.


Chiaro? No? Perfetto, vediamo che cosa ha fatto Franklin.




A quel tempo Franklin, tra le altre cose, gestiva una specie di Club/Biblioteca per la condivisione della conoscenza scritta, ed aveva intrapreso la carriera politica. Aveva un Hater di ceto alto che gli dava addosso a mezzo stampa, e doveva eliminarlo (come Hater, non come organismo palpitante). Quindi gli ha chiesto in prestito un libro raro che questi aveva nella sua biblioteca di famiglia, dopo qualche tempo gliel'ha restituito, e l'Hater è diventato un suo ammiratore.

Caso risolto, obiettivo raggiunto. Ma che diavolo è successo?

Franklin aveva previsto questa sequenza di pensieri: rifiutare il libro in prestito sarebbe stato un gesto infantile, un vero Signore presta il libro anche ad un rivale o persona antipatica; dopo il prestito, la domanda: ma perché gli ho prestato il libro? Forse perché sotto sotto Franklin mi piace, e allora ammettiamolo, via!

La stessa strategia, cambiando i contenuti, era quella del filosofo Kierkegaard che, entrando in un locale in cui un gruppetto di altri giovani uomini si metteva a sbeffeggiarlo, andava dritto dal più brillante di questi a chiedergli da accendere, e costui da quel momento diventava un suo ammiratore.




La meccanica è questa: è provato che le nostre decisioni prendono forma nel cervello profondo alcuni istanti prima di diventare scelte coscienti, potremmo dire che è quasi sempre il nostro Inconscio che decide, e se hanno ragione gli psicologi americani nell'identificare l'Inconscio con il Corpo, ciò che emerge è che noi siamo organismi capitanati dall'animale che abitiamo - che fa quello che vuole - con un Cervello sopra che guarda e ragiona sui perché, traendo delle conclusioni sue, apparentemente logiche, per scelte che di logico non hanno mai avuto nulla, almeno non nell'accezione di razionale.

O, per tagliare la testa al topo, non sono decisioni della Mente.

Non sul momento almeno, non per quelle azioni che compiamo dal nulla in reazione ad uno stimolo immediato. Sono invece decisioni della Mente quelle che vengono prese a freddo dopo ponderazione, e queste si basano spesso sulla nostra Idea di Sé, cioè Io sono un persona così e cosà, mi piace questo e odio quello, credo in X e Y, sono bravo in questo e un brocco in quello, e così via.

Il problema è che le cose che pensi nella Mente Cosciente lentamente affondano nell'Inconscio e diventano parti strutturali di Te, cioè se ne convince anche il Corpo, e quindi dopo un po' di tempo è il Corpo stesso a fare ciò che pensi. Se pensi di essere uno stupido, sarà il tuo Corpo a dirlo prima ancora che parli, e così anche se pensi di essere un superfigodiddio, un fifone, un santo, una cattiva persona, e via elencando.






Ma la nostra Idea di Sé - udite udite - si è formata sulla base dei nostri ragionamenti sul perché quella volta abbiamo fatto una certa cosa, preso una certa decisione, e così via. In pratica gran parte di chi pensiamo di essere è puramente illusoria, è il castello di spiegazioni razionali che abbiamo dato in passato a cose che abbiamo fatto senza averci pensato molto; il nostro passato quasi casuale viene ricoperto di significato dalla Mente che giustifica tutto aggiungendo caratteristiche alla nostra immagine di noi stessi, e questa immagine verrà usata in futuro per prendere nuove decisioni che siano coerenti con chi pensiamo di essere e che in realtà non siamo.

Un altro esempio - personale - è un amico non più giovanissimo che, pur avendo avuto una vita da tecnico piuttosto brillante nella motoristica, dopo il primo impatto traumatico con il mondo dei computer ha deciso che Io di computer non capisco niente, e quando ho provato a mostrargli cose molto semplici ha semplicemente chiuso la serranda della Mente: Io di computer non capisco niente, quindi non guardo, non ascolto, non ci provo nemmeno.

Ed è in quel momento che diventa vero.


"Sei confinato solo dai muri che tu stesso ti costruisci."


Il meccanismo funziona anche al contrario, naturalmente, e questo corrisponde all'idea che sfruttiamo solo il 10% delle nostre potenzialità e ti spiega perché spesso persone con menomazioni sono incredibilmente brave nel fare qualcosa in cui - teoricamente - la loro menomazione avrebbe dovuto metterle fuori gioco:

MOTIVAZIONE + CONVINZIONE

Pensare che non hai il talento è una fregnaccia, una scusa, una scemenza che ti serve per non provarci nemmeno, oppure a volte è una frase che qualcuno ti ha detto mille anni fa e tu l'hai presa per vera senza ulteriore verifica.

Quindi - torno a ripeterlo - la migliore strategia che puoi adottare nella Vita è quella di rimanere indefinito, da tutti i punti di vista: toglierti tutte le etichette, rimanere sempre aperto a qualsiasi possibilità, pensarti solo ed esclusivamente come un punto focale di esperienza, e se vuoi addestrare il tuo Inconscio e quindi il tuo Corpo a seguirti, diglielo e ripetiglielo fino allo sfinimento:

IO POSSO FARE ED ESSERE QUALUNQUE COSA.
NON ESISTONO LIMITI.


...ma quella Luce? Non sarà mica l'Omega Point?


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