I momenti più belli della mia vita

Pubblicato in origine 19 ott 2018




Il momento più bello della mia vita è questo, mentre scrivo.

Ma lasciando da parte la filosofia ed entrando nel merito della memoria, incontriamo già una prima stranezza: di norma, nella dimensione della mitologia socio-culturale, i momenti più belli sono sempre degli inizi o dei traguardi: se ti sposi lo chiamano il giorno più bello, se ti laurei si festeggia il traguardo, quando qualcuno nasce tutti al settimo cielo, e così via.

Inizi o traguardi.




E non c'è niente di misterioso: la dimensione socioculturale non è costruita per essere una fedele rappresentazione della realtà, al contrario è uno strumento per far fare alle persone ciò che serve alla cultura per continuarsi, è orientata al futuro, quindi ogni inizio presuppone una continuazione nel tempo, e ogni traguardo è come una carota d'oro appesa nel tuo futuro, così che correrai sbavando per raggiungerla, ignaro del fatto che dopo quella ce ne sarà un'altra, e che quando avrai raggiunto l'ultima della lista scoprirai di essere stato vittima delle circostanze, perché a quel punto sarai esattamente nella situazione di prima, ma con un corpo che inizia a disfarsi e con una sola carota nera che ti aspetta alla fine.

Non so se è la mia storica impermeabilità alle illusioni sociali, ma sta di fatto che ogni momento tra i più belli della mia vita è stato, invece, una fine.




La fine dell'asilo (vaffanculo suore di merda con le vostre preghierine e le vostre recite del cazzo).

La fine della sQuola (andate tutti a bruciare all'inferno, professori col Manifesto sotto braccio e le vostre propagande filo-sovietiche, pieni di pregiudizi ed essudanti sconfitta, con la vostra gran voglia di abusare di quella scheggia di potere che vi era concessa).

La fine del lavoro dipendente (morite male colleghi merde più presi a minare preventivamente la reputazione altrui che a lavorare bene, in vista di possibili future riduzioni di personale).




La fine delle relazioni castranti e claustrofobiche con donne immature, instabili o magari anche buone ma all'interno di relazioni costruite su regole che niente hanno a che fare con la natura umana, e certamente con la mia.

La fine dell'idea che avesse un significato il raggiungimento da parte mia di qualsiasi risultato nei termini che società e cultura contemplano e valorizzano.

La fine delle illusioni sul mondo e sulla vita, sull'umanità e la sua presunta intelligenza, e infine sul suo futuro e pure sull'opportunità e possibilità che questo futuro ci sia.




Tutti questi sono stati i momenti più belli e importanti della mia vita.

La serie dei miei momenti più felici è culminata in un'estatica girandola di vaffanculo ad ombrello, in tutte le direzioni, come una postazione di mitragliatrice impazzita; e quando il nastro delle munizioni è giunto alla fine, e la mitragliatrice è rimasta lì fumante a ruotare a vuoto, intorno era solo silenzio.




E quel silenzio era Luce, finalmente, che vedevo per la prima volta dopo 40 anni.

Da lì ha preso vita La forma del Gregge, col preciso scopo di arrivare a dirti questo; ecco perché è questo il momento più bello della mia vita.





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