Ne vale la pena? (Dall'Esistenzialismo al Nirvana)




"Cazzarola - immaginavo di dirgli - ma alla fine mi avete messo in questa situazione in cui devi continuamente sbatterti anche solo per sopravvivere..."

"No, ti hanno programmato male! Quelle cose sono solo i tuoi doveri, non te l'hanno inculcato? Che fai, ti lamenti dei tuoi doveri?! Pensa a tutte le cose belle che nel resto del tempo puoi fare, vedere, avere..."

"Eh, sarebbe vero se non fosse che per il resto ci sono solo altri doveri: sposati, metti su famiglia, e una volta che hai fatto questo non hai più tempo per niente! E quando alla fine hai fatto tutto sei vecchio e che cosa vuoi fare?"

"Decisamente ti hanno programmato male. Le cose che hai elencato sono le cose belle della vita! Secondo te perché lo farebbero tutti se non lo fossero?"

"Lo fanno perché altrimenti l'intera società intorno grida all'eretico! Ma se anche non fosse così, se anche fosse una scelta libera, che succede se a uno quelle cose non piacciono o non interessano?"

"Non ci siamo. Non possono non piacerti e interessarti."

"Ma che discorso è? Ti assicuro che mi succede!"

"Eheh. Allora puoi metterla così: tu esisti perché tutta questa cosa è un anello di auto-perpetuazione: i veri organismi dominanti sono le civiltà e le culture, tu sei solo una cellula che deve fare il suo lavoro per mandare avanti queste entità. Sono loro che vogliono perpetuarsi. A nessuno frega niente di te, di cosa ti piace o non ti piace!"

"Ah-a. Adesso comincia a funzionarmi. Resta il fatto che queste entità - come le chiami tu - sono inconsistenti, sono organismi linguistici che abitano solo nella mente delle persone e che la controllano. In questo quadro quando ti liberi di questi mostri vedi tutt'un'altra storia!"

"Eh già."

"E quindi a quel punto?"

"A quel punto sai di essere vittima delle circostanze in un mondo di automi culturali. Di solito in questi casi si fa gli artisti poveri."




"Mh."

"Che altro vuoi fare? La cultura è fatta per rigettare individui come te che non fanno il gioco di auto-perpetuazione della cultura. Allora puoi fare l'artista, cioè tenti di distruggere la cultura sul suo campo - che è la comunicazione, il linguaggio - e in realtà così facendo la arricchisci e modifichi leggermente, fornendo ai prossimi in arrivo altra roba da ingurgitare nel tentativo vano di capire l'inghippo."

"Cioè? Che inghippo?"

"Ci sono vari tipi di persone: quelli che eseguono il copione e lo difendono, quelli a disagio che cercano di capire l'inghippo e quelli che invece fanno altro di strano. A volte quelli strani sono artisti, gente che anziché cercare una risposta tenta di darla."

"Si, ma qual è l'inghippo?"

"È ciò di cui abbiamo parlato fin qui. È il fatto che siamo chiusi in un anello di auto-perpetuazione eternamente in movimento e l'unica ragione per cui siamo qui a farlo è che lo stiamo facendo."




"E se uno smette?"

"Smetta. Non cambia niente. Per uno che smette ce ne sono 1000 che lo mandano avanti. Ci hanno già provato in tanti prima di te, come vedi hanno fallito perché siamo qui a parlarne."

"Ma è terribile! È un incubo!"

"No, è un fatto. Ed è Tutto. In questo senso non è bello e non è brutto, è soltanto così: c'è movimento e c'è gente qui a vederlo. Se ne hai avuto abbastanza puoi provare ad uscire dal Circo: gli Hindu lo chiamano Moksha, i buddisti Nirvana. Chiamalo come ti pare, sempre quello è. Un'idea antica, che ha fallito da sempre."

"Puoi sempre spararti."

"No, non hai colto una questione... finché ci sarà il Circo ci sarai dentro: credi veramente di essere una scintilla autonoma dal resto? Se tu sei qui a guardarti intorno non è perché sei chi sei, è perché tu sei espressione del Circo nel suo insieme. Sarai sempre qui finché il Circo non finisce..."

"PUTTANA EEEVAAA!!!!!!"

"Smettila di scarnificarti la faccia. Tanto non cambia niente."

"Che due coglioni!!!"

"Eh, vai anche tu a fare il bagno nel Gange chiedendo la Moksha, che ti devo dire?"

"Posso almeno drogarmi? Si addice all'artista povero!"

"Puoi, ma ovviamente la cultura combatte questo tipo di cose perché lavorano contro di lei: non ti autorizzeranno mai a non-esserci, tenteranno in tutti i modi di farti tornare nella Giostra e sorridente! Sai, finché la gente nasceva a bizzeffe in ogni caso, si poteva anche dire che la vita era una valle di lacrime, ma oggi, in cui si nasce per precisa intenzione dei genitori, la non-partecipazione è diventata tabù: non puoi osare dire che non ne vale la pena. Questa sola frase fa venir giù l'intera illusione. Ti conviene fartene una ragione."

"Cioè?"

"Rassegnati: quando gira bene salta e gioisci, quando gira male stringi i denti e aspetta, che poi gira bene di nuovo. Oscillazione attorno al Punto di Equilibrio, senza fine."

"Mh. Messa così non sembra poi tanto male..."

"...e neanche tanto bene. Di fatti è indifferente nell'insieme. Puoi sintetizzare in: è così, X=X, quel che è è."

"Be' ma se ragioni così allora non c'è più niente da dire..."

"Certo, in realtà non c'è mai stato nulla da dire, è questa la risposta che hanno quelli che non cercano più."

"La Saggezza tace."

"Esattamente. Siediti lì e guarda: puoi farlo per mille vite di seguito, non cambierà mai nulla realmente."




"Ahahah! Se penso quanta gente si spacca fegato e cervello per tutti i problemi del mondo! Tutto solo per continuare a farlo! Incredibile..."

"Già, è la Giostra, il Samsara, il Circo, chiamalo come vuoi. Se tu sei tra loro ci credi, credi che ci sia una medaglia da prendere da qualche parte, un premio, un senso, un motivo. Se tu invece lo vedi come lo vedi adesso sei nel Nirvana."

"Ah, sarebbe questo? Quando scoppi a ridere e capisci che nulla ha senso?"

"Sì, è un po' come morire, ma resti qui con la differenza che non ti frega più niente di niente, e questa è la libertà, la leggerezza. Dopo un po' non ridi più, dopo un po' sogghigni e basta."

"...e io che pensavo che ci volesse chissà quale Illuminazione..."

"Ci vuole infatti. Non ti rendi conto di quanto sei andato lontano dal punto di vista della maggior parte delle persone? È questa l'Illuminazione, è quella risata, è quel mavaffanculo!"

"Ma dai... figo! E quindi adesso?"

"...e quindi un cazzo."



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