La giacca e la cravatta




Ormai sfondo una porta aperta: la sfiducia verso chi indossa il costume d'ordinanza dell'occidente è così diffusa, che perfino per candidarsi ad elezioni oggi è saggio non indossarlo. Ma scrivo oggi questo post perché oggi ho visto dentro alla mia repulsione per quel costume, cioè non è più (solo) un odio - che puzza di proiezione - ma è qualcosa che riguarda me, personalmente.

Odiavo quel costume anche 22 anni fa, quando fui costretto a indossarlo per 18 interminabili mesi, ma a quel tempo non ne avevo neanche lontanamente capito i motivi né molti altri aspetti, per cui al tempo mi piegai stringendo i denti e via, solo che era l'ennesima volta in cui lo facevo, dopo le varie fasi dei quasi 20 anni filati di sQuola e del Servizio Civile, così, con quell'ennesimo salto in basso, stavo ormai viaggiando a vele spiegate verso la depressione, che in pochi mesi raggiunse il suo picco negativo.




Forse, in merito al costume, a quel tempo le ragioni erano soltanto il fatto che quel vestito era scomodo e viscido da indossare, assolutamente poco pratico, una vera merda dal punto di vista funzionale: freddo d'inverno, torrido d'estate, rigido in tutte le stagioni. Ma soprattutto non era i vestiti a cui ero affezionato e che funzionavano benissimo, cioè soprattutto era una costrizione, e una costrizione è un insulto allo spirito dell'uomo (implicando, con questo, che chi non la vive come tale, uomo non è, o lo è in versione economica. Homo Oeconomicus, appunto). Non è un caso che, in inglese, la cravatta sia tie, cioè nodo, vincolo. È un guinzaglio. Ti manca solo di scodinzolare. Oggi, in risposta e a sfregio di tutto - dalla sQuola al lavoro - io vado in tuta, felpa e maglietta anche ai matrimoni, e questo mi fa sentire come il Re Sole a passeggio nei giardini di Versailles. Come il suo successore, tra l'altro, anch'io vivo felicemente nell'idea che dopo di me il Diluvio. Solo che io lo chiamo Eschaton, così faccio contenti i preti.

In altre parole, questa violentissima inculata chiamata vita non la rifilerò mai a nessun altro, credo sia chiaro e tutt'altro che stupefacente. Ai miei occhi, anzi, è stupefacente che qualcun altro lo faccia ancora, ma di questo abbiamo già abbondantemente parlato.




Quel periodo 22 anni fa mi diede la prima carica di disprezzo per il costume e per chi lo indossa, ma comunque allora non capivo il perché. In compenso conobbi il significato dell'euforia del venerdì sera (mia madre: "Cos'hai stasera? Sei un po' troppo sopra le righe!". Io: "È venerdì!") e sviluppai il concetto di scazzo della domenica sera™, qualcosa che credo tutti conoscano molto bene, perché tutti siamo andati a sQuola e, se è vero che essere disoccupati logora, è ancor più vero che non esserlo deprime in modi striscianti e perversi.

Lo scazzo della domenica sera™ è talmente permeante che, anche dopo anni che mi ero liberato della sua causa, ancora perdurava, e ancora oggi lo subisco perché lo si respira nell'aria, nei contatti con le persone, trasuda. Tutti negano, naturalmente, anzi molti si incazzano quando ne parli, così come si incazzano le donne quando gli ricordi che non sei tu che oggi sei più stronzo del solito, sono loro che sono premestruate.

Negare, negare sempre. Ecco come si manda avanti la specie.




Comunque oggi, dopo aver resistito per anni alla tentazione istintiva, non-ragionata di scrivere che chi indossa quel costume è [le peggiori cose che puoi immaginare] ho finalmente visto in me la sorgente di quella repulsione.

Non è stato difficile, in realtà. Auto-osservazione. Alla vista di un personaggio all'incirca della mia età, che di domenica lo indossava per faccende del tutto ordinarie, mi è bastato immaginare di prendere dal guardaroba quel vestito (che non possiedo più da anni, è finito nella spazzatura già molto tempo fa con immane mio godimento) e immaginare di entrarci e di andarci in giro.

Bene, c'è una semplice parola che esprime la sensazione, e non sorprenderà nessuno: falsità.

Falsità. Semplice, pura, piena.

So come la gente cambia quando metti il costume, so che quel vestito fa il monaco, so che ti danno del lei anziché del tu, so che parti già un passo avanti a tutti. In quanto Joker, potrei benissimo farlo. Ma, se lo facessi, sarebbe una dichiarazione di guerra all'umanità. Significherebbe dire:


"Ok, stupidi pezzi di merda.
Ok, fottuti dementi.
Ora vi inculo tutti, dal primo all'ultimo."


L'aspetto imbarazzante è che oggi non puoi metterlo più nemmeno per presentarti ad elezioni (la Fiera dei Creduloni): si vede che oggi questo sentimento non è più solo mio. Il trucco è svelato. Lo pensano tutti.

Brucia, cravatta di merda, brucia.





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