Esercitazioni di iperdimensionalità


Prendi una sfera e tagliala in due. La figura che ottieni dal taglio è un cerchio e, se tu fossi un essere bidimensionale, non potresti immaginare la sfera intera, ma potresti immaginare il cerchio che deriva dal taglio. In altre parole se tu vivessi in un Universo bidimensionale e una sfera attraversasse la tua realtà tu vedresti comparire un punto che si allargherebbe in un cerchio, poi si restringerebbe di nuovo fino ad un punto ed infine scomparirebbe.




Questo esempio è utile per capire le stranezze che derivano dall'aggiungere una dimensione in più a quelle di cui abbiamo esperienza. Le dimensioni di cui abbiamo esperienza sono essenzialmente lo spazio (che noi chiamiamo tridimensionale) e il tempo.

Un modo in cui possiamo tentare di immaginare una realtà iperdimensionale è facendoci una rappresentazione del tempo aggiunto allo spazio, in questo modo: immagina il pianeta Terra, e pensa che tutto ciò che vi accade si lasci dietro una specie di scia. Questa scia affonda nel passato di qualche miliardo di anni, passando dai dinosauri per arrivare fino ai primi microorganismi, e intanto i continenti si spostano, l'atmosfera cambia composizione e così via. Anche se non è possibile immaginare tutto questo come un oggetto solido, perché avrebbe quattro dimensioni, puoi riuscire a cogliere che in qualche modo è un oggetto possibile; cioè in qualche modo esiste un oggetto che potrebbe rappresentare tutta la storia del pianeta, attraverso cui scorre una lamina che chiamiamo presente. In realtà questa lamina non è una lamina ma uno spazio, comunque ci siamo capiti.




Un dettaglio curioso tra le conseguenze della Relatività di Einstein è che secondo questa teoria la nostra realtà è veramente questo campo quadridimensionale, e per di più può essere piegato e distorto, di conseguenza possono avvenire sorpassi e rallentamenti nel tempo tra punti diversi che vivono condizioni fisiche diverse, e ciò che ne discende è che il presente non esiste, il futuro è già qui così come il passato.

Questo può apparire sconcertante ma è roba vecchia, da dilettanti.

Oggi la fisica quantistica ci dice che ci sono particelle che vanno avanti e indietro nel tempo - cioè in pratica appaiono per un istante e poi scompaiono perché sono andate nel futuro o nel passato - e la Teoria delle Stringhe, che sembra descrivere molto bene i comportamenti delle centinaia di particelle conosciute, prevede - a seconda delle varie versioni - da una decina a varie decine di dimensioni.

Che significa?


Significa che la struttura della realtà sembra essere in qualche modo un oggetto inimmaginabile di cui non vediamo che una minima parte ma la cui struttura reale va ampiamente al di là di quello che pensiamo, sconfinando in ordini di complessità da bruciarti il cervello per il solo provare a fartene un'idea.




Ti faccio un bell'esempio: l'entanglement quantistico di cui ho già accennato in precedenza è una caratteristica delle particelle generate nello stesso momento (tutte le particelle fondamentali si generano a coppie particella-antiparticella) per cui queste due particelle rimangono in qualche modo legate l'una all'altra in modo che quando qualcosa capita ad una, nell'altra ce n'è immediato riflesso, come se fossero sempre la stessa particella anche trovandosi in punti diversi e distanti nello spazio. In altre parole sono collegate in almeno una dimensione in cui rimangono nello stesso punto anche spostandosi nel nostro spazio. Fico, no?

Tutto questo introduce un concetto interessante: la non-località, che può essere spaziale o temporale. Non-località significa che esistono dimensioni che non sono caratterizzate da punti diversi; in queste dimensioni se una cosa c'è è qui, se non è qui non c'è.

Comunque il punto è che in queste altre dimensioni c'è della roba.

Non sono dimensioni virtuali o matematiche, sono qualcosa che va sì al di là della nostra capacità di percepire e comprendere, ma è qualcosa che c'è e che è collegato e compenetrato con la nostra realtà e anche con noi stessi; non sono piani altri che stanno al-di-là, sono parti della realtà collegate alla fetta che noi consideriamo, o meglio quando parliamo di Realtà parliamo di qualcosa che è di più di quello che vediamo, ciò che vediamo è parte di una struttura più grande.

Questa l'hai digerita?
Perché adesso andiamo sul pesante.





Allora immagina di nuovo di essere l'organismo bidimensionale di prima; questa volta il tuo Universo non viene attraversato da una sfera, ma da una mano. Qualcuno infila una mano nel tuo universo piatto e il primo punto che vedi apparire e che si allarga in un cerchio è la punta del dito medio. Subito dopo entrano la punta dell'indice e quella dell'anulare, ma ciò che tu vedi sono altri due punti che diventano cerchi, e quando entra anche il mignolo vedi quattro cerchi separati; quella è la realtà, nel tuo Universo tutti vedono quattro cerchi separati che si muovono e magari cercano di capire che logica ci sia nei loro movimenti, ma nessuno immagina che in un'altra dimensione i quattro cerchi sono collegati ad una mano! Questo accade con solo una dimensione in più, immagina con 10!

Portando questo esempio alla nostra realtà tridimensionale, sarebbe come dire che ciò che percepiamo come una sfera potrebbe essere un oggetto che prosegue in una o più altre dimensioni e che magari è collegato ad altri oggetti che sembrano separati; ad esempio i pianeti del Sistema Solare potrebbero essere l'equivalente dei cerchi creati dalle dita della mano nell'esempio precedente, e girano intorno al Sole non perché ne sono attratti, ma perché in un'altra dimensione sono lo stesso oggetto che interseca il nostro piano di realtà tridimensionale solo in certi punti, apparendo come sfere distinte.

Ora, il fatto è che non solo forme geometriche semplici, ma ogni cosa può essere una sezione di un oggetto iperdimensionale; per l'esattezza il nostro intero Universo sembra essere una sezione di una struttura iperdimensionale, cioè anche tu probabilmente sei esteso molto al di là di quello che vedi, che sai e che puoi immaginare. E' qualcosa che non possiamo figurarci nelle nostre consuete 3 dimensioni, ma potremmo rappresentarcelo con il solito trucco, riducendo di una dimensione le nostre 3 per visualizzarne un'altra con le strutture che vi sconfinano:




Eri seduto? Non vorrei ti fossi ferito cadendo.

Questa rappresentazione probabilmente non è molto originale, come non è molto originale l'idea di iperdimensionalità a cui siamo giunti dopo secoli di studio della Materia o dell'Energia; infatti questa mia rappresentazione approssimativa di una dimensione in più in cui risiede - se vuoi chiamarla così - la parte "spirituale", la Coscienza, o il resto dell'Essere, è un metodo di rappresentazione che avevano già pensato in Oriente secoli e secoli fa, e lo avevano fatto in 3D, andando verso l'alto anziché di lato:


Testa di Buddha


In questa visione il corso della vita di un organismo può essere visto come una sezione nello spazio-tempo del passaggio di qualcosa che viaggia lungo almeno un'altra dimensione. Noi percepiamo il fenomeno come nascita-vita-morte di un organismo, ma probabilmente questo è solo la fetta che vediamo di qualcosa che è più esteso; possiamo immaginare che si tratti di una porzione spazio-temporale di un fenomeno o di una struttura iperdimensionale che attraversa il piano di realtà che noi comprendiamo e percepiamo con i nostri sensi, e che possiamo processare con i nostri circuiti; qualcosa come la sfera del primo esempio o la mano dell'esempio di prima, ma molto più complesso.

In altre parole possiamo pensare la vita di un organismo come un'intrusione nello spazio tridimensionale da parte di una struttura iperdimensionale.

C'è chi ritiene che esistano organismi infinitamente più evoluti ad altri livelli e ad altri piani, c'è chi dice che in questa categoria rientrino gli UFO, gli Alieni, gli Angeli, gli Spiriti, i folletti; c'è chi pensa che questo sia ciò che indicano anche antiche filosofie e religioni, e se ci pensi questo è anche l'Induismo, la Metempsicosi, è l'idea buddista di accettare pacificamente lo scorrere della realtà, è Tutto, tutto insieme.




C'è chi pensa che la nostra Coscienza sia parte della nostra struttura fisica iperdimensionale, che sia la maggiore evidenza del collegamento tra la consueta realtà fisica - la Materia - e il resto della Realtà iperdimensionale; cioè che la Coscienza sia già nell'Al-di-là, che esista solo e sempre nell'Al-di-là e che sia in parte confinata al tunnel dei 5 sensi che ci possono dare l'impressione che la Realtà sia tutta qui, tutta nel materiale, ma in certe condizioni può - come dire - voltarsi altrove e avere scorci di altri paesaggi, altre informazioni, altre dimensioni, che è ciò che accade ai mistici, ai visionari, agli artisti, ai geni che precorrono i loro tempi.

In effetti, se gli strumenti per indagare la Materia sono i telescopi spaziali, i microscopi e gli acceleratori di particelle, quali sono gli strumenti per indagare la Coscienza (o lo Spirito, o come vuoi)?

C'è chi pensa che il nostro Universo sia uno di molti che sono collegati tra loro proprio dalla Coscienza, il Potere Creativo che sta alla base di tutto e che sconfina anche in altri Universi diversi dal nostro, per cui la Materia del nostro Universo è solo una "foglia" di un albero, la Coscienza è il suo "gambo" e la Mente Universale il "tronco" che collega tutti gli Universi immaginabili come altre "foglie"; c'è chi sostiene che quel 95% di Materia Oscura che regola il nostro Universo ma non si vede in nessun modo sia proprio l'opera di tutte le altre dimensioni che lavorano qui ed ora ma sono inattingibili.

C'è chi sostiene che gli "allucinogeni" piazzati da Madre Natura qua e là nelle piante siano delle porte per avere accesso a queste informazioni, oppure che siano molecole portatrici di informazioni altre ed antichissime a cui hanno accesso piante, funghi e chi se ne nutre, e che forniscano il transitorio potere di afferrare verità che sono difficili da tradurre nel nostro linguaggio lineare e tridimensionale, verità che sconfinano nell'Indicibile, che si possono comprendere come epifanie, illuminazioni, ma non si possono poi tradurre in frasi di senso compiuto ripetibili ad un pranzo di Pasqua con i parenti. C'è chi sostiene che la ragione per cui queste esperienze sono state coperte da tabù e private di qualsiasi valore di conoscenza è che in questo modo la nostra visione della realtà può essere ristretta, compressa in un set di confini culturali arbitrari e miopi, e in una spiritualità da fast-food che si preoccupa soprattutto di porre dei limiti dove non servono mentre li toglie dove ci vorrebbero.

Per quanto mi riguarda, ovviamente, non ci sono tabù né divieti che tengano, e un'escursione in quei territori è certamente una delle prossime tappe di esplorazione. Qui c'è la storia.






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