La questione dei vaccini




Lo abbiamo visto in tutte le epoche: quando le cose si mettono davvero male, gli umani cercano un capro espiatorio e si concentrano su quello, il presunto colpevole. Nel MedioEvo erano le streghe o gli untori, oggi possono essere i blogger o i vaccini, ma cambiano molto più in fretta per via dell'accelerazione indotta dai media.

Sulla questione dei vaccini come causa dell'autismo non posso avere un'opinione per due ragioni: la prima è che non ho abbastanza dati di esperienza diretta, la seconda è che non mi fido di nessuno. Ma il punto davvero importante non è se i vaccini siano o meno la causa dei problemi, il punto importante sono i problemi stessi e le statistiche agghiaccianti sulla loro improvvisa esplosione negli ultimi decenni.




Il grafico mostra i dati fino al 2009, dati più recenti indicano 1 caso su 68 bambini, che sale a 1 su 42 nei maschi. Con questo trend, entro qualche anno sarà normale essere autistici, i malati saranno gli altri.

Dato che l'autismo è stato inventato nella prima metà del '900, qualcuno dice che prima dei tempi più recenti semplicemente non veniva diagnosticato, perché essere così non era una malattia. Da questo punto di vista, probabilmente c'era un maschio autistico ogni 42 anche ai tempi di Cicerone. Possibile. E se da sempre 1 persona su 50 è autistica, potremmo anche azzardare che l'autismo non esiste, è solo una delle forme caratteristiche dell'essere umano, e così risolvere il problema brillantemente.

Sembra sensato?




La brillante formula [non esiste] viene usata da qualche studioso anche in merito al Disturbo da Deficit d'Attenzione e Iperattività (ADHD), cioè per quei bambini come ero io, che si annoiano tremendamente a scuola e che la vivono come una odiosa gabbia.




Infatti:




Anche per questa "sindrome" il fenomeno è lo stesso: da quando è stata inventata, la diagnosi si è diffusa a macchia d'olio insieme alla prescrizione di psicofarmaci, in modo che i bambini non conformi alle aspettative - quelli che non sono stra-felici di strappare la merendina dalle mani della mamma e correre a scuola - stiano forzosamente nei canoni previsti dai genitori e dagli adulti in genere.

Ma non finisce qui. Ecco la diffusione del diabete negli ultimi decenni:




Oppure le morti per Parkinson:




Oppure il numero di americani incarcerati:




...e potremmo continuare con cancro, malattie cardiovascolari, il tasso di estinzioni tra le specie e altre amenità.

Nel caso dell'autismo due cose non sono chiare agli studiosi: che cos'è e che cosa lo causa. Tra le cause sospette figura di tutto: predisposizione genetica, ambiente famigliare, condizioni economiche, inquinanti nell'ambiente, farmaci e chi più ne ha ne metta.

Per quanto mi sembra l'autismo è un iper-sviluppo del mondo interiore rispetto al mondo esteriore nella psiche della persona; è quello che mi aspetterei da un bambino che nasce in una società folle e che non impiega molto a decidere che le uniche cose di valore siano al proprio interno, e che non siano certo le persone, ma al massimo dei personaggi.




Una prospettiva che mi pare trascurata da tutti - perché troppo scomoda? - è che in pochi decenni il nostro mondo si è trasformato da una dimensione prevalentemente rurale e naturale ad una dimensione di iper-stress chimico: la quantità di farmaci e sostanze artificiali che hanno fatto l'ingresso all'improvviso, in massa e a tappeto nelle coltivazioni, negli allevamenti, nei cibi, nell'aria e nell'acqua, e la quantità di farmaci che hanno cominciato ad essere somministrati ad ogni età in abbondanza a chiunque sono il fattore più macroscopico di potenziale alterazione degli equilibri e dei meccanismi nella nostra biologia.

Se qualcuno avesse proposto, 100 anni fa, di fare quello che abbiamo fatto a scala dell'intera società, per constatare come non ci fossero effetti negativi di alcun tipo, sarebbe stato semplicemente preso per pazzo genocida. Invece l'abbiamo fatto, chiamandolo Progresso, e non ce ne siamo nemmeno accorti perché abbiamo introdotto una cosa per volta, una al giorno, senza che nessuno vedesse il disegno d'insieme e si preoccupasse degli effetti di lungo termine sia sulle persone che sullo sviluppo dei feti in tutte le loro fasi, cioè delle infinite potenziali interazioni tra tutta la massa di sostanze introdotte e gli assoluti misteri dei meccanismi della vita e dell'espressione genica.

La morale della favola è che non c'è un singolo fattore che causa un singolo quadro, è la nostra intera civilizzazione che è tossica per la vita.





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