La furbizia degli stupidi




Io sono arrivato tardi su Facebook perché prima ero preso da altre cose. Non mi definirei in generale un individuo particolarmente sociale, di conseguenza nemmeno molto social, ma dopo una prima fase di ambientamento nel nuovo mare ho cominciato ad apprezzarne degli aspetti, di cui il più grosso è l'opportunità di studio della specie, sia nei suoi aspetti propriamente social, quindi legati alle tendenze, alle interazioni e alle dinamiche della massa, sia negli aspetti di gestione e strategia individuali che si possono osservare all'opera.



"Senza stupidi non avremmo nessuno di cui ridere.
Prenditi il tempo per ringraziare uno stupido per il suo contributo."


Una delle situazioni tipiche è quella dinamica perversa di azione-premiazione basata sulla gratificazione dei "mi piace", che richiama alla mente la salivazione dei cani di Pavlov e che può diventare una trappola micidiale. Credo ci sia una specie di gerarchia delle possibilità di gradimento per il tuo output che, se da un lato può essere uno strumento per imparare qualcosa sulla comunicazione, dall'altro ti insegna anche qualcos'altro sulla gente e sulla distribuzione gaussiana dell'intelligenza:




Non è insensato pensare che il modo per avere il più alto gradimento sia andare a centrare la vetta della curva, cioè dire qualcosa di abbastanza mediocre in modo abbastanza mediocre; se dici qualcosa che può essere capito solo dal 2% all'estremo alto, i risultati di gradimento non saranno diversi dal dire qualcosa che può essere un successone nel 2% basso.

È lo stesso meccanismo per cui la democrazia non può che fallire.


"Il resoconto fatto da uno stupido di ciò che una persona intelligente dice
non può che essere inaccurato, perché inconsciamente lo stupido
lo traduce in qualcosa che lui può capire."
(Bertrand Russell)


Facebook in quanto ambiente social non è diverso dal locale da aperitivo: tutti mostrano la versione sintetica, ripulita e pronta all'uso sociale della propria superficie; a seconda dei casi è una strategia commerciale, una foto di famiglia studiata a tavolino, un muro di timidezza o un getto di cloaca psichica.

Facebook è un contenitore che esiste di per sé con i suoi meccanismi e ciò che è vero dentro Facebook potrebbe benissimo non avere il minimo corrispettivo all'esterno - in quella sfera indefinita chiamata mondo reale - e la propria interpretazione di ciò che avviene all'interno potrebbe risultare una colossale distorsione di quel che significa realmente, da cui:




Questo a qualcuno può arrivare come un pugno nello stomaco, perché può significare che ore ed ore passate a studiare stratagemmi per avere più "mi piace" con ogni mezzo possibile, per giorni e giorni in anni ed anni, risultano essere state vane, quasi quanto l'aver passato anni tentando di svuotare il mare con un secchiello.

Ma soprattutto, in questo sistema complesso, esistono casi possibili che ci conducono su quella linea sottile che oscilla tra la demenzialità e la comicità, come il caso di un esponente del 2% basso che è disposto a tutto per raggiungere l'apprezzamento del cuore della popolazione non avendo gli strumenti per farlo in proprio, e quindi bara al gioco.


"Una persona intelligente risolve il problema.
Una persona saggia lo evita.
Uno stupido lo crea."


Per fregare gli altri devi essere molto astuto; se già il tuo problema è che sei meno astuto della media faresti bene a non provarci perché non solo sarai beccato, ma la pietà degli altri li indurrà a tacere, tacendo gli altri non ti accorgerai di essere visto, penserai di averla fatta franca e ripeterai il trucchetto, così non solo passerai pubblicamente per stupido, ma a lungo andare disonesto, patetico, ed infine sarai espulso dalla vista per eccesso di antiesteticità, che poi è esattamente il problema che avevi a monte.

Il dramma è che per capire questo dovresti essere più intelligente di quel che sei, e quindi...




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