La Bellezza è Tutto




Ho appena letto un interessante articolo postato da un contatto su Facebook in cui, partendo dal pensiero di Ibn Khaldun, un filosofo maghrebino del '300, e collegandolo ad una serie di altri lavori ed esempi, l'autore mostrava questa visione secondo cui ogni cosa in Natura - e quindi anche ogni cosa umana - procede secondo lo stesso schema di nascita, boom espansivo, stallo, corruzione e morte: non solo gli organismi ma anche le civiltà, le culture, le società, le dinastie, le aziende, le mode, le filosofie, insomma tutto.




La tesi di fondo è che in questa visione, con i suoi modelli e segnali, il momento storico che stiamo vivendo è lo stadio terminale di un processo di dissoluzione, che contiene già al proprio interno i germi della fase successiva.

Senti odore di Taoismo? Anch'io. E questo è un lato.

Look at the BIG picture! dice Terence McKenna, e si riferisce al più estremo grandangolo possibile oggi per noi umani, occidentali, istruiti, curiosi: dal Big Bang - se mai c'è stata una cosa del genere - alla formazione delle stelle, delle galassie, dei pianeti, delle molecole organiche, della vita, del suo percorso evolutivo, del suo improvviso scarto verso la direzione del linguaggio, delle culture, della tecnologia, in questa accelerazione spasmodica che vediamo in corsa ogni giorno.




E questo è un altro lato.

Insomma veniamo alla sintesi tra progresso lineare/esponenziale e ciclicità, in una figura chiamata spirale e che richiama la serie di Fibonacci, collegata alla Sezione Aurea e quindi a tutta quella curiosa area semantica chiamata Geometria Sacra, che deve il suo attributo mistico al fatto che appare intrinseca alla meccanica del Cosmo ed è quindi l'impronta digitale del Principio fondante, dell'Ordine che precorre e pervade tutto ciò che è.




Si parla di una sacralità pagana, ovviamente, che fa riferimento al Mistero che rimane Mistero, al senso di unità del Tutto, al matrimonio con Madre Natura, la Dea cornuta degli antichi culti sciamanici;  niente da spartire con le religioni rivelate e dogmatiche, gli dei maschili e dominatori, le istituzioni sacerdotali e i catechismi.

Vedi come questo tipo di ottica si discosta dal livello in cui le cose vengono presentate e discusse normalmente all'interno della nostra società: sembrano proprio due livelli diversi, e lo sono infatti.




All'interno di una società i miti di quella società sono il suo orizzonte di trascendenza: si discute sul matrimonio gay, sulla Grecia, Europa Sì/Europa No, e sullo sfondo - cioè sull'Orizzonte, oltre cui non è dato vedere - ci sono le cose che non è possibile mettere in discussione, i famigerati assunti culturali. A seconda dei casi e delle persone gli assunti culturali possono essere la sacralità delle istituzioni locali, della religione locale, del fatto che non si può che mettere su Famiglia e fare figli, l'idea che noi abbiamo ragione e viviamo nel modo giusto, e via discorrendo.




Però questo intero sistema di idee, tradizioni e credenze, che è una cultura/civiltà, quando è visto dalla prospettiva più ampia, è contenuto all'interno di un processo tra i tanti che vanno da una Nascita ad una Morte che inghiottirà tutto, cedendo il posto ad un altro processo simile ma diverso, che vivrà su idee, tradizioni e credenze diverse, come è sempre accaduto.




Per cui, quando sei nella posizione di avere questo livello come tuo personale orizzonte di trascendenza, sei automaticamente escluso dalle credenze della tua civiltà/cultura: quando hai visto la Big Picture non puoi più tornare indietro alla casa di Barbie di chi ancora è immerso negli assunti della propria cultura: non c'è più comunicabilità, si parlano lingue diverse perché si vedono cose diverse.

E di fronte all'evidenza della ciclicità di fondo di tutte queste situazioni viene spontaneo chiedersi a che pro.

La più ragionevole delle risposte è che ciò che è, è il Fine: l'Universo non serve a qualcosa, è Fine a se stesso, come la Musica, l'Arte in genere, la danza, il gioco e altre manifestazioni che riconducono all'idea di Bellezza.




L'Universo intero è una danza estatica senza fine e senza scopo, ricolmo di creatività, armonia e bellezza, questa è la ratio alla cui luce dovremmo vivere; saremmo partecipi di questa bellezza estatica se non fossimo così impegnati a costruire illusioni deprimenti e romperci le palle l'uno con l'altro per aver ragione, per aver di più, per vincere nei confronti, e così via.

Ma siamo scimmie, anche se ripulite e pettinate, e come tali ci comportiamo. Purtroppo - la Storia insegna - non sembriamo capaci di uscire da questo loop di bruttura, e per questo, personalmente, guardo mentre passo e chiudo la fila.




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