[io] vs Ego




Una delle cose belle dell'invecchiare è che tutto nella mente tende a convergere verso un centro comune, il che si traduce nell'eliminazione di incongruenze, in nuovi collegamenti tra punti diversi e una sintesi sempre più efficace. Qualche tempo fa un amico mi aveva fatto un complimento (era un complimento?) riguardo al mio dissezionare meticolosamente i dettagli dei temi che tratto. La sintesi è il processo inverso, ma se è ben riuscita non solo non c'è perdita di informazione, ma ce n'è anzi un guadagno.

Qui tentiamo una sintesi davvero sfidante: dare una nuova e più precisa descrizione dell'Ego, di come si relaziona alla Cultura, al rancore, e di come si può diventare dei Buchi Neri.




Immagina di vivere da solo nel bosco.

Hai la tua baracca, non parli mai con nessuno, nessuno ti vede, mentre tu vedi la vita del bosco, degli alberi e degli animali che lo abitano e, con tutto questo attorno, la magia e l'orrore della vita sono chiari davanti ai tuoi occhi. Se fa caldo puoi girare nudo, puoi masturbarti seduto sull'uscio mentre guardi il tramonto, la vita funziona come la vedi funzionare attorno a te: senza una descrizione fatta di parole, con una sua poesia afona.

In altre parole, senza l'evento di un'interazione sociale, di un confronto con altri e quindi con la loro visione del mondo - cioè la loro Cultura - tu vivi nudo, sei un [io] nudo.




Sei come una particella in movimento in quell'ambiente, una particella che solo provvede ai propri bisogni mentre il mondo fuori da lei si riflette nei suoi occhi e nella sua mente. Giudicare le cose del mondo non ha senso, perché il giudizio non le cambia, né dovrebbe. E giudicarti e riflettere su di te non ha senso, perché se provvedi ai tuoi bisogni sopravvivi, e se no muori. Questo è tutto. Assenza di giudizio e quindi, in assenza di altri umani, assenza di Ego.

Rappresentiamo allora questo [io] nudo, questa "particella" in cui si riflette il mondo circostante, in questo modo:




Tutt'a un tratto ti ritrovi a cena con una ultrafemminista, e lei comincia a pontificare su come le cose dovrebbero essere, e vuole insegnarti com'è la vita e in quanti modi è sbagliata. A quel punto, e superato lo stupore iniziale, hai tre strade: (1) lasci parlare lei e mangi in silenzio, pensando alla tranquillità del bosco; oppure (2) richiami il ricordo della realtà virtuale in cui vivono i borghesi radical e tieni il gioco; oppure infine (3) la zittisci in malo modo, ben sapendo che ti costerà una querela e pagare il conto per tutti e due. Ma venitemi a prendere nel bosco.

La seconda opzione - quella di tenere il gioco della borghesia radical - è quella che ci interessa.

Stare in società significa essere una particella in movimento tra altre particelle che sono connesse tra loro da un campo linguistico e ideatico, una specie di fluido fatto di certe parole, frasi, concetti, atteggiamenti, che nell'insieme possiamo chiamare ZeitGeist, lo "spirito dell'epoca". Se vuoi navigare fluido tra le altre particelle, devi riflettergli lo ZeitGeist indietro. È come se ti mettessi un vestito, devi crearti attorno questo campo che ti serve per mimetizzarti e scivolare liscio in quel mondo.

Rappresentiamo quindi questo campo, che ora diventa necessario attorno all'[io], in questo modo:




È un campo fatto di linguaggio, di idee, di modi; include per esempio il PoliticamenteCorretto, esclude dalla possibilità di utilizzo un certo numero di parole, e in qualche modo esprime una visione del mondo, una Cultura, che è costruita su certi assunti. Ah, include anche dei vestiti, anche se fa un caldo bestia da schiattà.

Così accade che qui - diversamente dal tuo rifugio nel bosco - sei costretto ad indossare questo scudo esterno che è necessario per poter interagire con gli altri, e devi continuamente fare attenzione a come gli altri reagiscono al tuo output comportamentale/linguistico, perché la fluidità del tuo movimento in mezzo a loro - da cui dipende la tua capacità di procurarti ciò di cui hai bisogno come organismo - diventa una funzione diretta di questo successo.




In altre parole devi continuamente giudicarti in base alla tua performance nel rispetto di questa realtà virtuale.

Sono volutamente partito dalla vita eremitica nel bosco perché così non puoi aver mancato di vedere la differenza che corre tra l'[io] nudo e lo scudo di realtà virtuale che necessita per interagire con gli altri nella società - e in particolare nella società borghese radical, che da generazioni ha perso la coscienza della Natura da cui è emersa, e a causa di questa amnesia ha iniziato a delirare.

Quel delirio, però, ora è l'unico modo di muoversi con successo in quell'ambiente; e - quel che è peggio - da tempo il delirio ha impregnato anche gli organi di comunicazione di massa, infettando anche persone che magari ne sarebbero state parzialmente prive: è diventato standard. È diventato la Cultura, il modo di pensare, la visione del mondo.

Il Pensiero Unico.

Quindi il grosso problema è che quando nasci sei già immerso in quel delirio, anziché nel bosco da solo, così quello scudo esterno diventa la realtà per te. Non hai la consapevolezza che si tratta di uno scudo esterno fatto di linguaggio, di una realtà virtuale, e quell'automatismo necessario di giudicarti continuamente - ed implicitamente di giudicare gli altri - viene assorbito in modo subliminale.

Credi di essere quello scudo di interfaccia sociale, e questo è l'Ego: un guscio vuoto.




Manca all'interno la consapevolezza del mistero dell'[io] e vivi ogni momento proiettato sulla superficie dello scudo, disperdendo tutta la tua energia nello sforzo di mantenerti in equilibrio con le illusioni sociali. Potresti impiegare anni o anche tutta la vita per accorgerti dell'inganno, della sostanziale incoerenza tra Cultura e Natura e, quindi, tra Ego e [io].

In effetti, la corretta rappresentazione del nostro eremita in mezzo agli altri borghesi radical avrebbe dovuto essere questa:




Da quella inevitabile tendenza a giudicarti e giudicare gli altri e il mondo emergono poi tutti gli psicodrammi, le frustrazioni, le depressioni e le rabbie perché dentro di te c'è un animale che vuole affermarsi e vivere, ma il cervello, allucinato dallo scudo di realtà virtuale, lo reprime e si ostina a vorticare come impazzito nella rete linguistica dello scudo, senza accorgersi che è una sfera, che non viene e non conduce da nessuna parte, serve solo a tenerti nel posto e nei comportamenti che permettono alla società di funzionare.

E qui ci ricolleghiamo al discorso del rancore sociale di cui avevamo parlato qualche settimana fa.




Come dicevo in quel post, io ho cominciato a scrivere qui i miei pensieri e le mie analisi su tutti questi argomenti perché mi sono accorto che non potevo parlarne con tutti: spesso discorsi di questo tipo scatenavano improvvise esplosioni di rabbia dalle persone più inaspettate e vicine.

Letteralmente: gli si rompevano le Bolle.




Ricevetti, tra le altre cose, accuse di scarso contatto con la realtà. Al tempo mi interrogai seriamente sulla questione, e oggi posso dire con sicurezza che quel problema c'era, in effetti, ma nel mittente. E ad occhio e croce c'è ancora, tale e quale.

Ma ho imparato la lezione. Infatti oggi, avendo questo meraviglioso regno de [La forma del Gregge], dove non solo posso esprimere le mie scoperte, ma - soprattutto - posso renderle disponibili a tutti gli altri fratelli che dovessero vivere una situazione analoga, nella vita sociale so capire chi mi trovo di fronte e dosare il livello e le zone di trasparenza della mia superficie esterna.

Il mio atteggiamento di default in società è essere un BucoNero: nessuna informazione esce, sto defilato e silenzioso, pressoché invisibile e impenetrabile, più un'assenza che una presenza: l'esatto opposto di un Ego. Sorriso, ciao, grazie, prego, molto gentile, arrivederci.




Questo atteggiamento è ancora meglio di tentare di dire sempre la cosa giusta e imporsi all'attenzione altrui, è come spalmarsi integralmente di vasellina: scivoli dentro da tutte le parti e quando te ne vai nessuno se ne accorge o sente la tua mancanza. Siccome nessuno si sente da meno di te, alla fine tutti gradiscono la tua presenza. Siccome non hai mai accessi psicotici, nessuno ha brutti ricordi legati a te. Siccome rifletti sempre l'immagine che hai di fronte, tutti ti sentono al tempo stesso come un compare e come uno che se anche scompare fa lo stesso.




Detto con parole moderne, questo è esattamente lo stesso insegnamento di Lao-Tzu, vecchio di 2500 anni ma sempre attualissimo, perché il Tempo è un costrutto mentale, non va da qualche parte ma gira in tondo, le cose sono sempre le stesse, e sono sempre in equilibrio.





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