Lode a Sarkephterixqway
Pubblicato in origine 20 aprile 2017
Tempo fa avevo scritto un post dal titolo "Questo post non esiste", mi divertiva l'idea di qualcuno che leggeva un post che non esisteva, per sua stessa ammissione. Anche di questo post potrei dire lo stesso, perché no? Potrei dirlo, ma è vero? Se ti metti ad analizzare la questione ti accorgerai che cominci a sprofondare in un abisso.
Stai leggendo dei caratteri, e una serie di significati si animano nella tua mente, ma ciò che guardi è una raffica di simboli, che sono puntini luminosi su uno schermo, che sono giunti a te come segnali elettrici on/off attraverso fili di rame oppure come sciami di fotoni attraverso fili di vetro, e provenivano da micro-magnetizzazioni su un hard-disk da qualche parte negli USA.
Dunque: che cos'è questo post?
Dopo un po' di wrestling neurologico arrivi al problema del linguaggio, perché dopotutto, se non avessi mai letto i primi caratteri, adesso saresti felicemente a fare altro, e siccome i caratteri in sé sono solo disegnini fatti di puntini luminosi, il focus si sposta sui significati che si sono animati nella tua mente, roba che io ti ho trasmesso dalla mia mente (telepatia?), con piena intenzione, e che adesso sta nella tua mente e ti fa surriscaldare la calotta cranica.
Quindi questo è linguaggio, che dovrebbe rappresentare il mondo, ma noi, qui, di che cosa stiamo parlando, in concreto?
Dovresti allora analizzare quella proposizione: "Questo post non esiste" e per poterlo fare con precisione dovresti analizzare le singole parole, per essere certo di interpretare correttamente il loro significato, ma così facendo ti accorgeresti che ognuna esplode in un grumo di altre parole, che hanno lo stesso problema: per interpretarle con precisione dovresti esploderle a loro volta, e se sei abbastanza testardo arriverai a leggere l'intero dizionario, da cima a fondo, così ti accorgerai che il dizionario è una sfera di definizioni che richiamano solo altre pagine, senza via d'uscita.
Cioè: non significa niente. Eppure sì. Ma in fondo no... Oh, cazzo! Come fai allora a sperare di tirar fuori da quella sfera una verità sul mondo - che è un'altra cosa? L'unica cosa che hanno in comune il mondo e il linguaggio è che sono sferici, puoi camminare sulla loro superficie in eterno senza mai incontrare un confine e comunque girando sempre in tondo.
Le parole rappresentano cose del mondo, lo fanno in modo molto sfocato ma osservando con più attenzione puoi notare differenze di aderenza al concreto tra diverse parole: gatto aderisce bene al concreto, permanenza è estremamente non-concreto, e post, come questo che leggi? Che è, translinguistico?
Allora fanculo il linguaggio, concentriamoci sul mondo concreto: prendiamo il gatto.
Il gatto non è le molecole che lo compongono, perché non puoi definirlo come [tot grammi di carbonio più tot grammi di idrogeno etc], ma siccome nello spazio che occupa sembrano esserci solo quelle cose, studiamo quelle: atomi, dualismi onda/particella, particelle che sono fluttuazioni quantistiche dello Spazio, che dipendono dal fatto che le stai osservando e comunque vanno avanti e indietro nel Tempo e sono completamente imprevedibili.
Tanto per essere chiari:
Bene. Ecco che cos'è il mondo "concreto". Quindi, la Verità?
D'altra parte concorderai sul fatto che tutto il problema - che sia del linguaggio o che sia del mondo - esiste solo perché sei qui a guardare, effettivamente, un qualcosa che si muove; il cervello, dicono i neuropsicologi, conferisce alle cose concretezza e coerenza, ma lo fa lui, tu la subisci come una percezione certa; se non ci fosse la tua mente, non ci sarebbero neanche il mondo, il linguaggio e i loro problemi. E neanche i gatti.
Quindi tutto ciò di cui parliamo e/o non-parliamo (ma lo guardiamo e basta) è un qualcosa di unario che esplode e si gonfia come panna montata iperdimensionale, che tu puoi chiamare Dio, ma io lo chiamo ⚗¦°☼⟲╤◑⍾❧, che si pronuncia Sarkephterixqway. Fa lo stesso.
Il mio vicino, che è un ghiottone, lo chiama slurp.
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| "Shh... manda giù." |
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