Perché non mi suicido
Pubblicato in origine 17 dic 2015
Ogni tanto qualcuno che ha un po' di attaccamento nei miei confronti mi scrive: Come stai? Tutto bene? Sai... I tuoi post mi preoccupano.
Mi sento di tranquillizzarvi: vi avrei già salutati da un pezzo ma c'è un grosso problema che mi impedisce di considerare seriamente il gesto estremo, e mi tiene inchiodato qui a scrivere i miei deliri per intrattenermi.
Innanzitutto la ragione - validissima - per cui uno potrebbe suicidarsi è che così poni termine a tutte le minchiate e i fastidi che l'esistenza comporta: non devi più procurarti da mangiare né lavarti né fare cose che non ti vanno né stare teso per la paura della tua morte o di quella dei blogger che leggi né vedere le idiozie dei credenti in Manitù o Quetzalcoatl né essere coinvolto nella Storia di una specie di mentecatti e via elencando.
"È uno sporco ateo irreligioso! Liberiamoci di lui prima che il nostro mondo pacifico sia rovinato dal suo odio per le nostre religioni!" |
Certo, non scopi neanche più né assapori un controfiletto al pepe verde alla faccia dell'animo sensibile dei vegani, ma insomma se la valutazione finale fosse così sbilanciata in negativo si ammazzerebbero tutti quelli che hanno almeno un lumicino d'intelletto.
Invece la realtà, che non mi stancherò mai di ripetere, è che sommando pro e contro la vita a conti fatti vale Zero, il che non è pessimismo, è il Punto di Equilibrio: la vita non è una tragedia e non è una figata. È neutra. Indifferente.
Ma capisci che ammazzarti perché non sopporti il pensiero che la vita valga Zero è un paradosso: che te ne frega? È puramente una questione linguistica e retorica. Puoi benissimo vivere in questa consapevolezza, anzi, vivi benissimo perché smetti di esserci attaccato con le unghie e con i denti, quindi zero stress, zero ansia, e anche zero tristezza: galleggi sulla superficie guardando in giro senza un filo di paura, non ti metti in testa di fare niente se non per diletto, e non ti preoccupi. È come fare una passeggiata per l'Universo.
Ma tutto questo, noterai, non è ancora una ragione sufficiente per non ammazzarti. Puoi farlo o non farlo, è indifferente.
Se fino a qui hai seguito il ragionamento è perché pensi la Morte come un black-out, e pensi questo perché hai solide radici cristiane; magari quando parli con la gente dici anche che credi, e quelli che credono non credono affatto: sono convintissimi che la Morte sia un black-out, è per questo che cercano di credere. Nessuno ha più paura della Morte di un credente.
Il mio grosso problema invece nasce dal fatto che, per qualche ragione, fin da bambino ho visto le cose che gli umani facevano e dicevano come improponibili minchiate, non me le sono mai bevute e perciò sono sempre rimasto curioso e ho indagato, pensato, indagato meglio, ripensato, e ad un certo punto ho messo a fuoco quella che mi pare l'unica possibile soluzione del Mistero dell'Esistenza, che ritengo sia la stessa a cui tutti i grandi mistici e maestri del passato erano arrivati, poi tentando senza successo di spiegarla agli altri, e producendo così le religioni che affliggono l'Umanità.
Stretta in tre parole: tu sei Dio.
Non Dio nel senso cristiano, per cui domini l'Universo in quanto divino scimmione maschio ed onnipotente, ma nel senso che così è fatto il Gioco: la Materia è Mente e la molteplicità delle cose del mondo è solo apparenza, Tutto è Uno e sei tu. Chi altro? Questa soluzione integra ogni dato sperimentale, dalla Fisica Quantistica alla Relatività, dal Big Bang (che non c'è mai stato) alla Materia Oscura (che non c'è pure lei).
Naturalmente nessuna autorità ti venderebbe mai una simile idea, perché se sai di essere Dio diventi incontrollabile, invece le religioni monoteiste - che nascono dalla Paura - hanno lo scopo opposto, quello di renderti servo, di dominarti e quindi di reprimerti, così che gli altri abbiano meno Paura; per questo la prima cosa che fanno è dividerti dal senso di unità con il Tutto ponendo Dio all'esterno di te, ben separato, e mettendoti in mano una lista di leggi che Dio ha detto a qualcuno e che tu devi seguire. Pregare e parlare con Dio, a questo punto, serve a rinforzare il senso di separatezza: se stai parlando con qualcuno significa che tu sei tu e Dio è un'altra cosa. Per questa stessa ragione le religioni monoteiste sono ben attente a vietare l'uso di Piante Magiche, perché esse creano universalmente la dissoluzione dei confini, delle ideologie e degli assunti culturali, e promuovono il senso di unità universale; se non credi a me, cerca con Google: scoprirai un nuovo oceano.
Tornando a noi, quindi, e al motivo per cui al momento non mi suiciderei, vedi come da questa visione delle cose discende che se anche ti ammazzi, è molto probabile che il successivo evento sarà che sentirai un vagito, e sarai tu ad emetterlo; questo non è molto rassicurante per un aspirante suicida perché lui vorrebbe il black-out e invece otterrebbe solo un reset. E via che si riparte, altro giro, altro premio!
Bella inculata.
C'è seriamente la possibilità che tu non possa morire nemmeno se vuoi, che dalla prigione dell'esistenza non ne esci (se non quando dormi), sarai sempre in qualche modo [qui e ora] a guardare fuori, in un moscerino, in un alieno estinto sei miliardi di anni fa, in un cactus, in un fungo o, se ti va di merda, di nuovo in un umano. Non è la cosa più terribile che si possa pensare? Significa che se ti adegui ad una vita di frustrazioni perché pensi che tanto prima o poi morirai e sarà finita, probabilmente vivrai così per l'eternità, e per tua scelta.
Questo è l'Inferno.
Quindi dalla mia posizione attuale l'inculata rischia di essere veramente dolorosa perché potrei rinascere come Barbara D'Urso o come uno dei suoi telespettatori, e questo sarebbe davvero deprimente! Ho impiegato 40 anni per apprendere tutto il necessario e farmi largo nel mare di boiate che gli umani si propinano a vicenda, e così raggiungere l'attuale posizione, l'Omega Point, la sommità dell'Universo da cui, come Immortale, vedo tutto il Gioco sotto di me, e mi posso permettere di ridere di sinistra e destra, di cristiani ed islamici, di genitori e figli, di progressisti e conservatori, di ricchi e poveri, di oppressori ed oppressi, di terroristi e guerrafondai, e da cui io sono l'ape che raccoglie il polline, la Via Lattea che vortica maestosa nello Spazio, la seppia che modula colori e rugosità della sua pelle, la mantide che divora la mantide e il lupo ch'è uomo agli altri lupi.
Da questa altitudine scendo solo per giocare col mondo impersonando gli sbilanciamenti che costituiscono l'esistenza; che voglia potrei avere, ora che sono diventato Dio, di ricominciare da capo a non capire un cazzo?