Paradossi nell'Ipersfera

Pubblicato in origine 9 set 2016




Dal Big Bang è passato parecchio tempo, parliamo di un'ottantina d'anni, e dopo l'entusiasmo iniziale è diventato sempre più chiaro a molti che, se puoi credere che l'Universo sia esploso in esistenza dal Nulla, in un istante e per nessuna ragione, puoi credere a qualsiasi cosa.

Come gli scienziati siano giunti a ipotizzare qualcosa di così fantasioso è nella Storia e non lo ripeto qui; è anche nella Storia - più recente - come si siano resi conto che i conti non tornano neanche un po' nell'Universo, tanto che sono stati costretti a dichiarare che la quasi totalità di quello che vediamo, tocchiamo e rileviamo sia una minuscola percentuale di ciò che c'è, solo che tutto il resto è oscuro: materia ed energia che agiscono in modo invisibile sul visibile; anche io e te siamo fatti al 95% di materia ed energia oscure, l'unica ragione per cui potresti non averlo ben presente è che la Scienza, essendo qualcosa di umano, ragiona per compartimenti stagni, così ciò che sa in cucina se l'è dimenticato in soggiorno.

Tra le cose che si dimentica c'è il fatto che da oltre un secolo Einstein ha dimostrato che la materia è energia, (E=mc2) per cui inutile distinguere tra le due, e un'altra amnesia è che tempo e spazio sono una geometria iperdimensionale, flessibile e relativistica al punto che sempre Albert, come Platone, diceva che passato, presente e futuro sono convenzioni linguistiche, parte dell'illusione culturale in cui viviamo, ombre sul fondo della caverna.




Avrai capito che parliamo dei paradossi che si incontrano quando ci si spinge all'estremo: nello spazio - nel molto grande e molto piccolo - nel tempo, nella mente razionale.

Quello che voglio mostrarti qui è qualcosa che non ti avranno insegnato a sQuola né detto al TG, ma è vero e puoi verificarlo da te: il mondo funziona come tutti pensano che funzioni solo nella dimensione dell'esperienza soggettiva immediata, ma quando vai a tastare i confini del mondo scopri che in tutte le direzioni le cose iniziano a diventare paradossali.




Nel molto grande l'hai visto, nel tempo stessa cosa, anche nel molto piccolo la Fisica è sprofondata nell'assurdo con la Quantistica, e il potere della mente razionale, precisamente la matematica, è stata demolita da un certo Gödel una settantina di anni fa con i suoi teoremi di incompletezza, con cui ha dimostrato (roba tecnica che assomiglia a) che nessun sistema logico può essere libero dalla possibilità di paradosso.

Già Kant, nella sua Critica della Ragion Pura, mostrava che quando si comincia a prendere in considerazione concetti come Universo, Anima, Dio - che rappresentano in qualche modo degli estremi - di queste cose si può dimostrare tutto e il contrario di tutto.

Insomma: non ne verremo fuori mai finché cerchiamo una Verità sulla base di qualsiasi assunto di partenza sul mondo, perché credere al mondo dei sensi è credere alle ombre sul fondo della caverna; infatti in questa situazione vediamo che in qualsiasi direzione pensabile, andando abbastanza all'estremo arriviamo al paradosso, alla contraddizione.

Io me lo rappresento così: il nucleo della situazione è [io] che mi guardo attorno in un [qualcosa]. Questo [qualcosa] ha certe caratteristiche che tendenzialmente restano abbastanza costanti e posso anche trarne delle regolarità, ma se mi spingo abbastanza a fondo in qualsiasi direzione le cose cominciano a diventare strane e tendono sempre di più al paradosso e alla contraddizione.




In altre parole: questo [qualcosa] intorno all'[io] è una specie di fenomeno che si verifica nelle immediate vicinanze dell'[io] che osserva, come effetto dell'essere illuminato dall'[io], ma al tendere verso l'estrema distanza da questo fuoco centrale, il [qualcosa] tende a ritornare indefinito: ciò che è chiaramente distinto qui, diviene ambiguo verso i margini estremi; verso i margini dell'Ipersfera al cui centro c'è [io] le categorie si mischiano e confondono, la logica perde significato, il molteplice torna Uno.




Quello che chiamiamo Universo intanto non è uno per tutti, ma uno per ciascuno, vedi tu se sia il caso di vivere tutti per uno (un Universo). Inoltre, e molto più importante, il mondo con le sue regole sembra essere più una schiuma di idee ed aspettative solidificate attorno all'[io] a partire da un [indefinito] iniziale. Questa schiuma si sfoca ai margini, dove torna a fondersi nell'indefinito, e laggiù tempo, spazio, materia, energia e logica si sciolgono e miscelano in un frattale di paradossi prima di convergere nell'Uno.




La più pratica conseguenza di questa situazione - che è anche la più degna conclusione di questo post - mi è stata fornita ieri dal trailer di un film in uscita al cinema:

non è tanto questione di violare le leggi,
ma di scrivere le proprie.

Buona anarchia ;)

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