Vedere l'essenziale
Pubblicato in origine 8 ottobre 2019
Recentemente diverse persone mi hanno detto di essere rimaste molto colpite dalla mia affermazione che la missione fondamentale nella vita è sopravvivere: mangiare (e non essere mangiati); è l'obiettivo fondamentale di cui tutti gli altri sono solo emanazione (a questo si aggiunge, al secondo posto, la riproduzione, come per tutti gli organismi).
Credevo di averlo detto e ripetuto così a lungo da essere ormai acquisito. Ho scoperto di no.
Ma la cosa più stupefacente è che ci sia qualcuno che può stupirsene e accoglierla come una rivelazione che da sola vale il prezzo del biglietto. Quindi mi sono chiesto come sia possibile che si possa non vederne l'ovvietà, senza dimenticare che a me per primo questa profonda comprensione cosmica è arrivata come un pugno allo stomaco dopo i 40 anni.
Se, quindi, nonostante le nostre umane capacità di pensiero, vedere l'ovvio con la sua essenzialità ci è così difficile, che cos'è che ce lo nasconde così bene, così a lungo?
Proprio i pensieri e le idee.
Veniamo cresciuti ingurgitando sbobba mentale, spazzatura, facendo in modo che ci resti pochissimo tempo per osservare, pensare e comprendere. Sono le balle che gli umani raccontano a sé stessi per non vedere - loro per primi - la realtà; è il labirinto in cui tengono la loro mente impegnata a girare, affinché non veda l'essenziale in tutta la sua desolazione.
Vogliono proteggere i loro figli, quindi non possono permettere che vedano, capiscano e giudichino da soli. Bisogna prevenire.
Da bambini siamo più presi dal gioco, dal dispendio di energia, e intanto ci viene riempita la testa di castelli di idee e informazioni irrilevanti, errate o entrambe le cose; così che, quando saremo abbastanza grandi da decidere da soli sul da farsi, saremo come mosche prese nella tela di un ragno da cui non riusciamo più a districarci. Rapiti dalle infinite diramazioni dei pensieri sull'inessenziale, non riusciremo più a capire dove sta il sopra e dove il sotto, che cosa è reale e che cosa è allucinazione.
La foga della competizione coi vicini, sommata alla paura di essere sbattuti fuori dal Gregge in quanto diversi, faranno il resto, e, in fondo, l'unica cosa che conta per chi ci ha messi in questa situazione è che arriviamo alla riproduzione: dal secondo figlio in avanti possiamo anche realizzare la situazione, non importa più a nessuno. Se i figli saranno tre sentiremo stappare uno spumante da qualche parte là in fondo dietro al televisore e sotto er cuppolone.
A quel punto puoi anche capire. Grounding, lo chiamano gli anglofoni, il prendere contatto con la terra. La realtà.
Sopravvivere fino a che muori, e riprodurti in modo da mandare avanti la Giostra. Chiudere il cerchio, che non serve a te, serve alla Giostra e a quelli che la fanno girare stando fermi.
Giusto per fare un po' d'ordine tra discorsi apparentemente contraddittori, distinguerei una serie di livelli che coesistono.
C'è un livello animale, l'organismo che siamo, al quale è vincolata la materialità dell'esistenza. È a questo livello che le uniche due dimensioni sono sopravvivenza e riproduzione.
Sopra a questo c'è il livello dell'ego, che è un costrutto mentale ed è il sistema di guida dell'organismo, che ha quindi gli obiettivi dell'animale e gli strumenti per perseguirli. È a questo livello che si innestano le ambizioni, il fallimento, le invidie, le gelosie, la malignità, la menzogna e via discorrendo. L'ego vuole più di ogni altra cosa, è desiderio, per questo mente - agli altri e a sé stesso - e difende le sue bugie con ogni energia, perché se cadono quelle ed appare la realtà, muore esso stesso.
Sopra a questo c'è il pensiero astratto, che è il livello in cui si sviluppa la visione impersonale dei meccanismi della realtà, God's view, fino a raggiungere il livello mistico/filosofico e quindi a trascendere i livelli precedenti. A questo livello sparisce la partecipazione alle dinamiche del mondo ed esiste il culmine della visione dell'Uno, l'intero Cosmo in movimento come un unico organismo iperdimensionale.