Se l'Universo fosse logico

Pubblicato in origine 2 dic 2016



C'era un'altra possibilità: che Tutto fosse chiaro e lampante.

Ricordo una frase dell'unico tollerabile insegnante di religione della mia esperienza scolastica: "La Scienza spiega come, ma non perché". Vista col senno di oggi anche questa frase lascia molto a desiderare - specialmente perché lui era un giovane prete, e tirava l'acqua al suo mulino, che è molto diverso dal mio - ma coglie un punto: dire che la Scienza spiega è un errore. La Scienza descrive, e descrive ciò che rientra nei confini che si è posta come campo d'indagine: i fenomeni osservabili da qualunque osservatore in qualunque momento.

La Scienza può definire come una legge fisica è, ma non c'è comprensione della sua meccanica interna: una legge fisica è così perché è così, è un dato di fatto, la si può associare ad un modello matematico che ne descrive l'espressione, ma niente di più.




Per questa ragione il Big Bang è e rimarrà un muro insormontabile per la Scienza: non si può vedere oltre e non si può nemmeno spiegare come. Il perché inteso come scopo, come punto di arrivo nel Tempo - chiamalo Eschaton se ti va - nell'Universo delle cose e degli organismi non può che essere Dio e infatti è tipico delle religioni e sicuramente della cristianità. Questa è un'ottica in cui Dio sta fuori dalla Storia, avvia l'Universo e lo aspetta alla fine per risolvere tutto. In quest'ottica l'intera avventura del Cosmo diventa un po' un Torna a casa, Lassie. Una specie di gita sul pulmino stellare in cui tutti insieme, mano nella mano, arriveremo un giorno nel parcheggio divino.

Ma se invece fosse stato tutto chiaro e lampante, senza alcun mistero?

Questo elemento di ritorno a casa c'è in generale nelle interpretazioni del Cosmo, l'unica eccezione è la Scienza quando vuole issarsi all'impropria posizione di definizione ontologica di ultima istanza, e lo fa dicendoti che sei un animale tridimensionale che deve solo mangiare e riprodursi; ma in tutti gli altri casi la vita non viene descritta tanto come ciò che succede nello spaziotempo alle molecole di cui sei costruito, ma come un percorso ad anello in cui dall'Uno indistinto cadi nella Materia - c'è tipicamente l'immagine della Caduta - diventando un Ego, per poi risalire ad unirti all'Uno. Legarsi di nuovo all'Uno. Ri-legarsi. Re-ligione.




L'abbiamo visto in Shock del Presente: a parte mangiare e riprodurci, ciò che ci caratterizza come umani è il cercare. Scaviamo nella Storia, nelle rocce, nello Spazio e nel Tempo, siamo inquieti e questa inquietudine è ciò che nell'insieme si manifesta come Storia, fatta di guerre, conquiste, filosofie, religioni, imperi e civiltà che sorgono e si dissolvono. Su scala individuale il fenomeno è identico, c'è la stessa inquietudine che ci spinge a muoverci, a cercare, ad essere perennemente insoddisfatti e quindi a sbraitare contro i politici, quelli diversi da noi, la pioggia ininterrotta, il caldo che è troppo caldo e il freddo che è troppo freddo, quelli che fanno così e quelli che dicono cosà.

Ma chi ha mangiato la foglia e ha fatto un passettino più in là ci stronca con una semplicissima domanda:

Che cosa vuoi?

La domanda stronca perché la verità è che nessuno sa che cosa vuole veramente. Magari ha qualche desiderio di superficie, ma andando abbastanza a fondo sa solo che gli girano le palle e che vuole qualcosa, ma che cosa lo saprà quando lo vede, ed è su questo che giocano i Trump, per esempio.

Quelli che hanno mangiato la foglia hanno in sostanza compiuto una piccola rivoluzione copernicana: hanno capito che ciò che cercavano non è fuori, è dentro e ha l'aspetto di una Grande Luce Bianca.




Questa Luce consiste in sostanza in una iperconnessione nella rete di idee che finisce per ripiegarsi su sé stessa, collassando in un Punto che racchiude Tutto: ciò che io chiamo Omega.

Il superamento dell'Ego come passaggio indispensabile per il compimento della Religione - il punto di arrivo spirituale, la fusione con l'Uno - significa, tradotto in termini semplici, capire che tu non sei un animale 3D, quello è solo lo strumento che ti permette di fare esperienza dell'Esistenza, ma la realtà è che sei Dio che gioca in un videogame iperdimensionale senza capo né coda, con giusto quel minimo di regole che servono a far funzionare il gioco localmente, cioè per quello che serve a te.




Ecco perché dicevo che il mio mulino è molto diverso da quello del prete: per come io ho capito la vita, intrupparsi in un gregge di persone che leggono lo stesso libro senza capirlo e mangiano la stessa ostia pensando che sia speciale in quanto corpo di Dio, è arenarsi in un golfo di acque stagnanti da 2000 anni. Ripeto: quello che cerchi non è fuori. Non è fuori significa che non ha a che fare con come ti vesti, con cosa leggi, con chi frequenti, con dove ti inginocchi, con il contesto socio-storico-culturale, insomma non ha a che fare con gli altri in alcun modo; non è nei riti, nei dogmi o nelle associazioni.

La cosa che cerchi è una fulminazione improvvisa tra tutte le tue esperienze che ti risolve ogni domanda con un singolo Punto Onnicomprensivo.

È personale. È la cosa più personale che esista, è stare da solo al cospetto del Mistero abbagliante fuori dal Tempo e dallo Spazio. Ri-legarti all'Uno implica lo sprofondare nella solitudine cosmica di Dio, nella quale capisci perché ha senso clonarsi in una miriade di entità che si relazionano tra loro, tutte riflessi dell'Uno. E si chiama BigBang.




Dopo che hai mangiato la foglia sai che anche la foglia era il corpo di Dio, così come il DoubleWhopper di BurgerKing o la pizza ai peperoni o il cartone della pizza ai peperoni o il ragazzotto che te l'ha portata. L'Universo intero è il corpo di Dio, ed è già consacrato di suo senza bisogno di aiutini esterni da gente in sottana.

Paradossalmente a questo punto salta anche fuori un perché per l'Universo, ma è il contrario di quello che pensano sul pulmino stellare: loro pensano di stare nella Materia con il fine di arrivare a Dio, invece stanno in Dio con il fine di rimanere nella Materia: lo scopo dell'Universo è l'Universo. È tautologico come si addice all'iperdimensionalità della situazione. X=X.

La vita, da questa prospettiva, non è più una cosa fatta di ricerca insoddisfatta e di paura, ma diventa una partita di videogame, un viaggio all'interno di un sogno solido nella mente suprema, che è esattamente chi sta leggendo queste parole attraverso i tuoi occhi.




Vista così la situazione, si spiega molto bene come mai ci siano tanti paradossi nell'Ipersfera:

NON POTEVA essere tutto logico e razionale.

Non so a te, ma a me sembra evidente che in nessun caso la situazione avrebbe potuto essere chiara e lampante per chi ha un approccio materialista/scientifico. Se parti dall'assunto che le cose esistono davvero e obbediscono solo a quattro regole meccaniche casuali, non potrai mai arrivare a chiudere il cerchio, è assurdo, perché di base secondo logica e ragione non dovrebbe esserci Nulla. Non ho abbastanza neuroni per metterla giù alla Gödel, mi consola il fatto che nemmeno Gödel avesse i neuroni per farlo, altrimenti l'avrebbe fatto lui.

Forse non si può fare proprio, è qualcosa che è e sarà sempre nel campo dell'intuito non-razionale, cioè è inesprimibile: o lo vedi o non lo vedi.


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