Shock del Presente
Qual è l'antitesi del [qui e ora]?
Suggerirei che è il [qualunque altro luogo in qualunque altro momento], per cui con la formula [ovunque e sempre] racchiudiamo tutto, sia il [qui e ora] che ogni altra posizione spaziotemporale.
Il [qui e ora] è una formula, un concetto, facile da dire, pensare e capire, ma è anche una sensazione, uno Stato di Coscienza, e questo è molto meno facile da ottenere, infatti esistono intere discipline dedicate allo scopo.
Dire che nel [qui e ora] c'è la via d'accesso all'[Eterno] appare come un paradosso, ma se una volta ti capitasse di battere la testa e finire a terra, ancora semi-cosciente, con lo sguardo rivolto a dei fiori tra l'erba e agli insetti che svolazzano da uno all'altro, prelevando il polline, forse potrebbe scoccare la scintilla: in quel piccolo dettaglio, in quel piccolo lasso di tempo, e grazie alla botta in testa - che per un momento ha fermato il macina-tutto nella testa con i suoi orari, impegni e pro-memoria - potresti vedere la magia, la follia, la profondità ciclica, spiraleggiante e frattale che è onnipresente nell'esistenza, ma che semplicemente non appare nel libretto di istruzioni dell'Uomo Moderno.
Non appare per una ragione piuttosto banale: non puoi cavarne soldi. Quindi a che pro? Perdere tempo anche solo a parlarne è appunto una perdita, perché [il tempo è denaro], per questo uno come Trump ti classificherebbe subito come "perdente", e dal suo punto di vista avrebbe ragione: se perdi tempo a vivere l'[Eterno] non avrai mai i rubinetti d'oro nel tuo jet privato e non vivrai mai in una torre a Manhattan che porta il tuo cognome.
Ma se puoi sopportare queste privazioni sei già un passo avanti.
Ma se puoi sopportare queste privazioni sei già un passo avanti.
Messi da parte i denaromani, però, hai visto in che modo sussiste la connessione diretta dal puntiforme [qui e ora] all'[infinito]: essere presenti appieno ad un momento del mondo che accade è essere testimoni dell'Eternità che si sviluppa. Una cosa è immediatamente l'altra.
Così vediamo che lo Stato di Coscienza in cui esistono tutti i problemi, le sofferenze e le paure, è quella dimensione di mezzo, che non è né [qui e ora] né nell'[Eterno] ma a metà strada, spalmato su un orizzonte di giorni/settimane/mesi in cui il mio piccolo [io] deve tentare di tenere insieme il suo piccolo mondo personale, che è per il 10% fatto di cose e persone e per il 90% di un febbrile lavorio di pensieri che scandagliano il panorama mentale della situazione cercando tutti i possibili pericoli d'inceppamento del piano in corso. Questa è la via di stress, ansia, attacchi di panico e suicidio preventivo.
Fin qui è tutto più o meno noto. Ma c'è un altro livello della stessa questione che al momento mi affascina, ed è un effetto psicologico di svuotamento dovuto al linguaggio e ad una delle sue conseguenze più dirette e macroscopiche: la Storia. Ho tante volte citato la Fine della Storia, ma noterai che puoi comprendere questa frase in almeno due modi: come Apocalisse o come Amnesia.
Abbiamo capito che ciò che nasconde alla nostra vista il [Presente Eterno] è il vivere in un'astrazione della propria situazione. E le caratteristiche di questa astrazione possono produrre anche altri effetti: guardando la stessa persona, tu puoi vederla magari come [impiegata sulla quarantina, sposata perché ha l'anello, probabilmente madre, etc], mentre io posso vederla come [primate bipede, organismo terrestre basato su acqua e carbonio con esoscheletro psichico e tecnologico].
Chi ha ragione?
Nessuno ha ragione: queste sono due astrazioni, sono due modi diversi di ricoprire con le parole la stessa entità, che in sé è indefinibile, esiste solo come manifestazione dell'esistenza e al massimo può diventare oggetto di descrizione. La descrizione - anzi le descrizioni possibili - sono produzioni linguistiche che hanno qualche relazione con alcune caratteristiche di questa entità, ma hanno moltissimo anche degli occhi di chi osserva e della sua astrazione del mondo. È per questo che le descrizioni possono differire così tanto tra loro. Infatti puoi rispondere a Trump con convinzione - se ce l'hai - che il perdente è lui, anche se è ricco e neo-presidente USA. Punti di vista, dalle premesse le conclusioni.
Vedi che già qui lo strumento [linguaggio] la sta facendo da padrone: non solo stai leggendo le mie parole (livello 1 del [linguaggio]) ma ti sto dicendo che le cose di cui parliamo sono sempre inafferrabili in sé, ma noi le trattiamo come se fossero in corrispondenza 1:1 con la descrizione linguistica che ne diamo (livello 2).
Ecco perché quando dico Fine della Storia potrei intendere tante cose diverse: [un asteroide di 20 km di diametro che si schianta nel Pacifico] oppure [l'umanità smette di affannarsi a ricostruire il proprio percorso e quindi vive senza memoria]. Le poche superstiti popolazioni dei deserti e delle foreste pluviali vivono di fatto senza Storia, oggi, in questo momento a qualche migliaio di km da te; hanno qualche mito di origine e la loro cultura pratica, ma nel loro mondo non esistono le guerre mondiali, i dinosauri, il Pleistocene, la Materia Oscura, Platone, Facebook, il denaro, le banche, i Beatles. E il loro stile di vita è identico da millenni, senza problemi: potrebbero andare avanti altri millenni. Loro.
E noi, che invece la Storia l'abbiamo, ora ci rendiamo conto che l'oggetto che stiamo contemplando - il nostro percorso di specie fino a qui - è una descrizione, un artefatto linguistico dentro cui viviamo. È una grande parte della nostra astrazione generale del mondo, quindi contribuisce moltissimo a definirci ai nostri stessi occhi, e facendo questo accumula il potenziale per elevarci o distruggerci, per trasformarci, comunque è tutto fuorché un elemento neutro e inattivo, puramente informazionale.
La Storia nasce con la [scrittura], che è [linguaggio fissato nel Tempo], e questa invenzione è la pietra su cui è fondato tutto il resto. Eccoci al nocciolo: abbiamo qualche millennio di scritture, prima il vuoto. E ci affanniamo a ricostruire, scaviamo, collezioniamo, cataloghiamo, ma ci sfugge il punto di vista su noi stessi dalla telecamera di sorveglianza: che stiamo facendo? Che stiamo cercando? A che ci serve piazzare a tutti ed ognuno millenni di Storia sul groppone, quando scava-scava indietro nel Tempo alla fine troviamo solo la solita Grande Luce Bianca che salta fuori in fondo a tutte le strade? E gli aborigeni della foresta pluviale, che invece la Storia non ce l'hanno, come hanno fatto a sopravvivere fino ad oggi?
Se hai seguito il filo del discorso, qui all'improvviso si apre una visione impressionante: dopo 4,5 miliardi di anni di vita questo pianeta vede nascere in una specie una cosa molto strana: uno strumento comportamentale che permette ai membri di trasmettersi idee (?) e di fissarle per rievocazione futura; inizia cioè a formarsi una specie di stratificazione geologica che invece che di terra è fatta di idee e informazioni scritte, e da questa massa in crescita nasce la concezione di un certo tipo di Tempo: il Tempo storico.
Organismi che prima non avevano altro che il [qui e ora] cominciano a diventare esseri che sono in parte biologia e in parte un castello di informazioni fossili auto-prodotte che riguardano il mondo, e da queste emerge quindi un'[immagine della realtà].
Questi organismi cominciano a vivere nella dimensione creata dal [linguaggio], diventando così organismi che si possono descrivere in modo ragionevolmente accurato come [in parte animali e in parte astrazione linguistica]. L'estensione di questo universo linguistico aumenta sempre più, e consolida sempre più quell'idea del Tempo come una linea che corre per 13,7 miliardi di anni dalla Grande Luce fino a [qui e ora], e ogni cosa è fissata nei documenti e tramandata.
Così, dato abbastanza tempo, viene a comporsi il quadro di una specie folle, prona alle più incredibili allucinazioni di massa. Forse proprio per risolvere il problema si decide di rendere tutti partecipi della Storia, ed è così che arriviamo ad un mondo in cui tante persone sentono premere alle proprie spalle tutto ciò che abbiamo fatto prima e, alla luce di tutto questo, con aria giustamente stupefatta si dicono:
Così, dato abbastanza tempo, viene a comporsi il quadro di una specie folle, prona alle più incredibili allucinazioni di massa. Forse proprio per risolvere il problema si decide di rendere tutti partecipi della Storia, ed è così che arriviamo ad un mondo in cui tante persone sentono premere alle proprie spalle tutto ciò che abbiamo fatto prima e, alla luce di tutto questo, con aria giustamente stupefatta si dicono:
...E ADESSO?!?
Ecco lo Shock del Presente: la piena consapevolezza della Storia implica la Fine della Storia.
Perché la Storia è un miraggio creato dal [linguaggio] che dal momento in cui si consolida comincia a ricostruire la propria origine all'indietro, senza peraltro trovarsi. Il [linguaggio] non è nella Storia, il [linguaggio] è la Storia. Il [linguaggio] è il vero nucleo di partenza di ciò che chiamiamo "Realtà", e noi siamo creature di [linguaggio], cosicché arriviamo alla conclusione che [il mondo è fatto di linguaggio] o, se vogliamo stare più legati alla tradizione per dire la stessa cosa, diciamolo con Giovanni:
In principio era il Verbo.