Linguaggio sull'indicibile
Ecco, primo errore: ho spezzato il bianco uniforme del foglio con questa frase. Ora niente sarà più come prima: prima, qualsiasi cosa avrebbe potuto essere; ora, solo una tra infinite possibilità è. Tuttavia, forse, questi caratteri scuri, che uno dopo l'altro imbrattano sempre di più il bianco del foglio, non sono del tutto spesi invano, se la nostra attenzione continua a rimanere puntata sul bianco che fu.
Quel bianco è il Nulla da cui ogni cosa può scaturire.
In effetti, è solo il bianco di questo foglio che ora resta relegato appena fuori da questi caratteri, come il Nulla dello spazio fisico nel mondo resta relegato appena fuori dai contorni degli oggetti che sono davvero, e il futuro che resta per sempre appena oltre il momento presente. Ma quel bianco che fu, anche solo per il fatto che ne stiamo ancora parlando, continua ad esistere. È continuamente rigenerato, inesauribile, è il ventre gravido di ogni cosa che continua a venire in esistenza, come queste frasi, che tu vedi già scritte e fissate, ma che io, meravigliato, vedo uscire una dopo l'altra dalle mie mani, senza sosta, formando un mosaico di simbolini che attivano un'immagine paradossale e sfuggente nella mente.
Mente?
La mente è, di nuovo, un'altra forma di quel bianco. Ci sono cose che si muovono nella mente, spuntano e scompaiono, ma noi, spesso, distratti da queste forme in movimento e in passaggio, dimentichiamo lo spazio entro cui le cose si muovono. La mente è quello spazio. E da quello spazio può emergere qualsiasi cosa.
Questo è spaventoso: se la mente è ciò che contiene l'intera immagine del mondo che stai vedendo - cioè questo post ma anche ciò che hai intorno, colorato con i colori che la tua mente crea a partire dalle onde luminose, e fittamente intessuto con le idee che per te danno una logica al tuo mondo - e se non ti ricordi l'esperienza di aver visto iniziare tutto questo... come sai che non è solo la concretizzazione di qualcosa che è spuntato dal Nulla di fondo? Come sai che l'Universo intero non è solo un sogno, solo un gassoso Nulla in cui hanno cominciato ad apparire forme, che via via si sono solidificate?
Nel bianco che c'è prima che qualsiasi cosa sia scritta, non ci sono neanche le scritte spazio e tempo.
Cominciando a scrivere - o a parlare, o a immaginare - qualsiasi mondo, dimensione o entità potrebbero emergere, e potrebbero continuare a cambiare ed infittirsi indefinitamente, mentre noi, rapiti dalla storia, subito dimentichiamo il bianco in sé.
Ma è il bianco ciò da cui ogni Universo proviene. E in questa sua equivalenza con lo spazio vuoto, con lo sfondo dei pensieri e con il futuro della nostra storia, vediamo che chiamarlo "bianco" è impreciso: è bianco? O è nero? Dipende. Nessuno dei due. Ma è pur sempre quella cosa. Che però non è una cosa.
Tutte queste parole stanno avvolgendosi come un filo attorno a questa non-cosa che è sia bianca che nera che nessuno dei due, tutti i colori e anche tutti i colori mai visti, tutti i fotogrammi e anche gli infiniti fotogrammi mai visti, e tutte le forme, e tutte le storie, e ogni possibilità; ma tutte queste cose non sono la non-cosa: appena appare una parola, la non-cosa scompare. Eppure resta sempre lì, pronta a sputare fuori la prossima parola, che, necessariamente, non può indicare la non-cosa, ma solo, al limite e non senza sforzo, rivelarla per contrasto. È l'infinita potenzialità, da cui ogni realtà proviene.
Questo era linguaggio sull'indicibile, una bella sfida.