Aspettative e salmoni

Pubblicato in origine 4 mar 2015




Come è noto i salmoni hanno questa vita curiosa per cui nascono in acque dolci di fiume, maturano andando a vivere nel mare e da adulti risalgono i fiumi freddi del Nord per l'accoppiamento e la deposizione delle uova, per poi morire. Durante la risalita dei fiumi sono prede a migliaia degli orsi e altri predatori che li aspettano al varco; gli orsi li prendono al volo mentre saltano per superare rapide e piccole cascate, con una zampata li dirottano sulle rive dove possono sbranarli con comodo, ma ce ne sono talmente tanti che alla fine a centinaia agonizzano inutilmente, per ricevere solo un morso o nemmeno quello, e nutrono soltanto vermi e altri insetti finendo per concimare il terreno degli abeti.

Istinto, dice qualcuno. Che suona come incoscienza.




Se riflettessero sulla situazione non lo farebbero, ma se non lo facessero sarebbe l'ultima generazione di salmoni sulla Terra, e quindi il prossimo Natale vedrebbe le nostre tavole tristemente depauperate di queste carni prelibate.

Quando si avvicina il Natale io me l'aspetto il salmone affumicato della Scozia o della Norvegia, e le mie aspettative sono quasi sempre soddisfatte: non solo lo trovo ogni anno, ma è spesso la bontà che ho in mente; non a tutti piace la carne di pesce crudo, specie se grassoccia come quella del salmone, e se qualcuno non-pescivoro mi leggesse potrebbe essere tentato di assaggiarlo essendosi fatto grosse aspettative, e rimarrebbe deluso, forse anche disgustato!




È come quando vai al cinema a vedere un film che tutti osannano e quasi sistematicamente rimani deluso, mentre altre volte facendo un esperimento con un film mai sentito, tanto per impegnare una serata, scopri una piccola perla.

O come quando vai a cena da qualcuno che notoriamente cucina poco e male per sorprenderti del piatto gustoso che ti mette davanti, mentre la volta che vai nel ristorante da 100 euro a cranio esci che hai ancora fame e tutto sommato hai mangiato meglio altre volte in trattoria.

Le aspettative, in combinazione con la realtà, determinano la tua soddisfazione.

Sei d'accordo? Ti funziona il meccanismo? Se hai altissime aspettative è molto facile che sarai insoddisfatto; se viceversa hai bassissime aspettative è molto facile che sarai piacevolmente sorpreso.

Se sei convinto del meccanismo allora sta per esploderti in faccia la spiegazione del tuo umore medio nella vita così come il tuo livello di soddisfazione generale, basta che rispondi ad una domanda e rifletti sulla tua risposta alla luce di questo meccanismo:


vale la pena di vivere?






Su, su, non fare così. Rilassati. Ragioniamoci un attimo insieme: se hai risposto certo che sì! probabilmente sei un po' depressino, insoddisfatto, insomma stai aspettando il giorno in cui la risposta si dimostrerà vera e non una pia speranza.

D'altra parte se avessi risposto no, per niente! probabilmente non saresti qui a leggermi, ma oltre a questo accadrebbe il fenomeno per cui il tuo livello di soddisfazione impennerebbe, perché con aspettative bassissime la soddisfazione è sempre dietro l'angolo, quindi la risposta diventa di nuovo e sei pronto per un altro giro.

In realtà la risposta no, per niente! non può durare, ma la risposta certo che sì! ti rende depresso e insoddisfatto, e questo spiega perché questa condizione sia così diffusa.

Una volta capito il meccanismo, però, capisci che esiste una via di mezzo relativamente stabile, ed è il rispondere è indifferente. Vivere o non vivere è indifferente. Questa è la via della Saggezza, caro mio. L'ho detto e lo ripeto: la somma di Tutto è Zero. Capisci che è la Via della Saggezza perché ha senso e anche perché non è la via più comune. Alla luce di questi meccanismi vedi perché ci sono due categorie di persone: quelle depresse/insoddisfatte e quelle grigie. Nota che non esiste la categoria delle persone felici, ed è per questo che l'immagine che ci piace proiettare di noi stessi è proprio questa: come siamo tutti su Facebook?

Feliciiiiii!!! :D
E soddisfattiiiiiiiiiiiiiiii!!! XD

È l'Utopia della Specie. Il non-luogo dei non-umani.




Teniamo in piedi la recita per giustificarla ai nostri stessi occhi, ma non siamo diversi dai salmoni, o dai ragni, o dalle mantidi o qualunque altra manifestazione naturale: andiamo avanti non perché sia bello o ne valga la pena, semplicemente siamo qui e lasciamo andare avanti le cose per incoscienza, con inconsapevolezza, per istinto, e infatti quando ragioniamo sulle cose i conti tornano in questo modo, e non nella chiave dell'Utopia.

Come i salmoni risaliamo la corrente e restiamo vittime a milioni delle trappole che sappiamo essere lì, ma la forza dell'istinto è più grande, la mente si auto-annebbia con l'Utopia e a posteriori si auto-giustifica tutto ciò che le serve; quando ti va bene parli di forza dell'Ammmore quando ti va male c'è stato qualcuno che era stronzo ma non te n'eri accorto. Ti sarebbe d'aiuto pensare che molte specie durano giusto il tempo di fare il necessario per riprodursi: pensa che alcune farfalle non hanno nemmeno un sistema digerente, perché se la cavano in fretta, con giusto il carburante per accoppiarsi e deporre: sono dei droni per riproduzione usa-e-getta.

E tu sei uguale.

Del legame tra istinto da salmone e Utopia sono al corrente gli psicologi, i pubblicitari e le banche che ti offrono mutui vantaggiosi e sereni.




Li vedo, ragazzi e ragazze sotto la trentina pieni di energia e belle speranze, che si gettano come i salmoni nel tritacarne; a qualcuno andrà "bene" e altrettanti ne usciranno maciullati, sono incoscienti come i salmoni e dei salmoni condivideranno la sorte; ma non può che andare così, i miei discorsi qui lasciano esattamente il tempo che trovano, perché la mia digitazione non può opporsi all'energia della Natura che, come un burattinaio folle, vuole andare avanti a giocare con le sue marionette.

Grazie della Vita? Ringrazia se non ti maledico, ed è perché sono Saggio e so che alla fine è indifferente.

Pensiamo di avere il controllo dell'Universo e delle nostre vite, ma l'Universo si sbellica dei nostri auto-inganni e continua a tirare i fili che ci muovono. The show must go on e non a nostro vantaggio, perché non siamo protagonisti ma comparse, non registi ma marionette, e questo è tutto quello che c'è da dire sulla nostra Giostra.

Sono solo le nostre illusioni che non si riconoscono nell'occhio vitreo dei salmoni.



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