Contatto con la Realtà




All'incirca 3 anni fa una persona a me molto vicina mi disse che avevo "un problema di contatto con la Realtà". Al tempo avevo altri problemi a cui pensare ma quella frase continuava a girarmi in testa perché non capivo bene come inquadrarla: contatto era una parola che capivo senza ambiguità, non mi restava che definire esattamente che cosa fosse la Realtà... apriti Cielo!

Credo di non andare molto lontano dalla verità dicendo che buona parte di ciò che è diventato La forma del Gregge è il risultato pirotecnico di quel tentativo.

Oggi l'interpretazione corretta di quella frase comincia ad essermi chiara, ma non è certo vicina a quel che mi potevo aspettare allora: al tempo credevo che comunque riguardasse me, la mia psiche e il mio rapporto col mondo, invece...




Poniamo che siamo Tu, io e altre persone in una gita del Club Alpinistico Italiano, siamo su un sentiero e guardiamo le montagne: montagne sono 8 lettere che indiscutibilmente indicano un qualcosa, ma io ci vedo i terremoti immani che le hanno innalzate mentre Gaia cresceva e la sua pelle si spaccava, ci vedo i fossili imprigionati nelle profondità della pietra, le migliaia di specie vegetali, animali e batteriche che le abitano e le epoche passate mentre gli elementi le erodevano; con noi c'è poi una Persona Normale che ci vede le baite, i paesini con gli alberghetti e le SPA, gli impianti sciistici e i formaggi; c'è anche un Geologo che ci vede gli strati sedimentari e vede il basalto, il granito o la dolomia e ha una mappa cronologica in mente delle varie fasi di evoluzione, infine c'è un Fisico delle Particelle che ci vede delle cose che non capisce nemmeno lui.

Dov'è la Realtà?

La gita non è sulle Alpi ma sulle Ande. Incontriamo una tribù autoctona e ci mettiamo a parlare grazie ad un interprete; capiamo che per quella tribù quelle montagne sono state create dal Dio Serpente insieme alla prima cascata, dalle cui acque sono emersi i primi antenati della loro stirpe; io mi sento un filo commosso, la Persona Normale sembra a disagio, il Geologo trattiene un sorriso e il Fisico delle particelle rimane impassibile e pensieroso. Tutti nella tribù sanno che le cose sono andate esattamente così, e non hanno idea di che cosa siano le particelle, proprio come il Fisico.

Dov'è la Realtà?

Io e te parlando ad un certo punto vediamo un uccello che sembra un airone, ma il colore del piumaggio non torna. Non ci intendiamo di uccelli, ma alla fine conveniamo che l'airone dovrebbe essere verde a pallini blu, mentre quell'uccello è marrone e bianco. L'airone deve essere verde a pallini blu, su questo siamo d'accordo, e siamo d'accordo quindi sul fatto che quell'uccello non può essere un airone. Ci stringiamo la mano soddisfatti: eccola, la Realtà!

La Realtà è consenso.

A questo punto rimane il problema di stabilire che cosa significhi contatto con la Realtà, perché se la Realtà è consenso ciò che a me manca è contatto con il consenso, ma con il consenso di chi?


"La differenza tra la fiction e la Realtà?
Che la fiction deve aver senso."


In realtà (...) la frase, più che rivelare qualcosa sul mio conto rivela qualcosa sul conto del mittente: lui credeva che esistesse una Realtà oggettiva - che era quella che vedeva lui - e che io non la vedessi o la vedessi male, mentre semplicemente vediamo cose diverse, come chiunque con chiunque altro tranne coloro che sono d'accordo su qualche cosa.

Il più grande strumento di consenso è la TV: se decidiamo consensualmente che ciò che proviene dalla TV è reale, allora le nostre Realtà cominciano a collimare perché abbiamo questo fattore terzo che fa da Garante: "L'ha detto la TV". Una volta c'era la Bibbia: "È scritto nella Bibbia", ma i tempi cambiano.

In Occidente il Metodo Scientifico basato sull'esclusione di tutto ciò che non è consensuale sul qualcosa che c'è dietro alle nostre parole ha prodotto dei risultati, abbiamo messo a fuoco dei punti fermi su come funzionano alcuni aspetti di questo qualcosa e così abbiamo prodotto dei giocattoli che ci hanno permesso di comunicare più in fretta, tra cui la TV, e questo ha creato l'illusione diffusa che esista una Realtà oggettiva in tutto e per tutto; lo strumento TV è stato ampiamente usato ed abusato e si è effettivamente formata una sorta di Realtà consensuale diffusa che però, a ben guardare, è solo un conglomerato di propaganda, pubblicità e programmazione socio-culturale, e forse è a questo costrutto che si riferiva la frase sul contatto con la Realtà.

Perché la realtà è che non esiste alcuna Realtà con cui essere in contatto. Esiste solo un qualcosa là fuori di cui nessuno sa niente anche se qualcuno crede di saperne qualcosa.




La cosa eccitante oggi è che la TV sta rapidamente perdendo il suo credito come Garante, e molte altre cose stanno facendo quella fine: la medicina, le religioni e perfino la Scienza stessa perché è andata troppo in là, perdendo l'umiltà che avrebbe fatto bene a mantenere: facendosi bella con quella piccola scheggia di descrizione (non di comprensione, che è tutt'altro) e soprattutto con i bei giocattoli che ha prodotto, la Scienza ha voluto assurgere a spiegazione totale ed onnicomprensiva dell'Universo, ed ora siamo alla sua caduta.

E quindi ora?

"Hai un problema di contatto con la Realtà" sarebbe stato meglio espresso con "Ti stai distaccando dal modello di Realtà su cui concordano i più dei miei conoscenti", che sarebbe apparsa subito come una lettura corretta della situazione e non un problema, o forse significava semplicemente: "Mi manchi".

Chi può dirlo?

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