L'uomo con la bicicletta




Settimana scorsa - il giorno in cui la mia vecchia bicicletta Kastle ha deciso di prendersi un nuovo umano e lasciarmi - ero in stazione in attesa del treno, era sera ed eravamo solo in due sulla banchina: io e un uomo della mia età, con una bicicletta nera.

Passeggiavo avanti e indietro, così un paio di volte gli sono passato accanto e ho visto che la bicicletta era probabilmente il suo unico mezzo - come era per me fino al giorno prima - dato che portava alcuni effetti personali sul portapacchi. Sia la bici che lui stesso avevano schizzi rappresi di fango o vernice. L'uomo indossava una giacca a vento e un cappellino di lana, aveva un viso scavato e tagliente, la barba di qualche giorno, e stava litigando con un accendino che non ne voleva sapere di funzionare.

Al secondo passaggio ho notato nella sua bocca una mezza sigaretta spenta di quelle self-made, arrotolate con cartina e tabacco, e ho sentito che stava biascicando imprecazioni, così gli ho chiesto se gli serviva da accendere.

Lui ha accettato e gli ho riacceso la sigaretta. Ho aggiunto: "se ti si spegne di nuovo sono qui, chiedi pure". Lui ha grugnito qualcosa ed è andato avanti a smadonnare con il suo accendino.

"Tu non hai la macchina, vero? Sei in giro con questa" gli dico, e lui borbotta qualcosa con tono lamentoso. Aggiungo: "Anch'io non ho più la macchina da quasi due anni, vado in bici e sono contentissimo!".

Non mi risponde, però dopo qualche secondo si mette a leggere il tabellone a LED della banchina con un tono diverso, più aperto, e lo sta leggendo a me, come per intavolare una conversazione in assenza di qualsiasi argomento che non fosse personale. Naturalmente non c'era molto che potessi ribattere alla lettura del cartellone, e la conversazione si è spenta lì.
Più tardi, all'arrivo del treno, l'ho visto dirigersi verso l'ultima carrozza ed è scomparso dentro.

Quell'uomo ha un problema che forse avrei potuto risolvere se avessi avuto molto più tempo e se fossi un Buon Samaritano: pensa negativo. Molto negativo.

Il suo clima mentale è plumbeo e basato sull'idea che non gliene gira una per il verso giusto, che l'Universo ce l'ha con lui e che per questo nessuno lo aiuterebbe o lo può aiutare; che la sua situazione è il risultato della sfortuna e dell'accanimento del Fato e sarà sempre così; che la sua vita e la sua situazione sono un fallimento e una vergogna e che il mondo è un luogo squallido fatto di persone che non ne vogliono sapere di lui, pertanto lui le evita.

E ha ragione.

Ha ragione perché se lui è convinto di queste cose, queste cose sono vere ed ogni sua visione e previsione si avvererà perché lui stesso si muoverà d'anticipo in base alle sue aspettative: avrà sempre l'espressione, il tono della voce, la posizione del corpo e l'umore precisi per ciò che avrà previsto per ogni situazione, quindi tutti reagiranno adeguatamente e quindi lui diventerà sempre di più ciò che pensa.

Quanto avrei impiegato a spiegargli che gli avevo visto dentro più a fondo di quanto lui stesso vedesse, e quanto avrei impiegato a convincerlo che qualunque cosa gli sia capitata nella vita gli basterebbe credere che ciò che pensa è la sua realtà e il suo futuro, e che potrebbe splendere da un secondo all'altro risalendo qualsiasi china se solo se ne convincesse?

Sono stato tentato, e ancora adesso un po' mi rimprovero di non aver fatto una cosa così strana ed immotivata come questo tentativo di gettare un raggio di Luce nella vita di uno sconosciuto, ed ecco perché lo scrivo.

So anche - per esperienza - che non è per niente facile: i nostri loop mentali si radicano nella mente, diventano abitudini ed identificazione, uscirne e riscriverli in modo diverso richiede lavoro, lavoro, lavoro, e questo è ciò che pongo a mia discolpa per il mancato intervento. Probabilmente mi sarei tirato addosso qualcuno che avrebbe fatto di tutto per convincermi che la sua posizione era pienamente motivata e di questo gioco sarebbe diventato dipendente, magari sfottendomi pure per le mie credenze da sempliciotto New Age.

Quello che resta di buono è che per un momento ha visto qualcosa che non si aspettava: qualcuno che l'ha aiutato spontaneamente con un piccolo gesto perché l'ha visto in difficoltà, qualcuno che è stato disponibile senza motivo, qualcuno che ha il suo stesso mezzo e ne è felice anziché umiliato, qualcuno che potrebbe essere lui ma in qualche modo non lo è.

Chissà: come da un semino a volte una pianta sboccia spaccando l'asfalto nero, magari un simile miracolo potrebbe accadere in lui, in abbastanza tempo. Glielo auguriamo, non è vero?




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