Confini invisibili
In molti quiz e indovinelli la difficoltà della soluzione consiste o in una diversa e meno scontata interpretazione degli elementi del problema, oppure nella necessità di violare i confini apparenti della situazione.
Faccio un esempio stupido ma che ci serve per il nostro discorso:
Il contadino Peppino prende dal suo secchio tre mele e le mette nella mangiatoia di Lauro, il suo porco. Lauro ne mangia due e ne restano due. Com'è possibile?
Se parti dall'approccio logico-matematico, elimini i colori e i profumi della storiella e trovi un assurdo. Io invece vedo almeno 3 soluzioni: 1) c'era già prima una mela nella mangiatoia; 2) Peppino, visto l'appetito di Lauro, ha aggiunto una mela dal suo secchio; 3) la mangiatoia sta sotto a un melo e una mela è caduta mentre Lauro mangiava (in questo caso però non è chiaro perché Peppino dovrebbe portare delle mele a Lauro, dato che probabilmente mangia tutte quelle che cadono dal melo. Ma magari sono le prime della stagione, oppure c'è un recinto per Lauro e il melo sta fuori, solo un ramo è abbastanza lungo da farne cadere una dentro la mangiatoia.)
Ora che ti ho dato il via, potresti inventare anche tu un altro migliaio di variazioni sul tema per giungere alla stessa situazione finale con le due mele, ma all'inizio era necessario capire in che chiave l'indovinello andasse interpretato, con quanti gradi di libertà. Avresti dovuto sapere che non esisteva una soluzione corretta ma infinite, che non era strettamente una questione di logica né un inganno, era solo questione di immaginazione.
Questa questione dei confini che facciamo fatica a vedere è ciò che mi ha sempre affascinato davvero nei quiz, tanto che fin da bambino ho imparato ad affrontarli da subito cominciando a zoomare fuori e rigirandoli in tutte le angolazioni possibili e impossibili, per trovare prima quella che conduce alla soluzione. Credo sia così che si diventa PersoneStrane™: prova a fare lo stesso esercizio con qualsiasi cosa del mondo e della vita, e vedrai se il mondo e la vita non cominciano a liquefarsi e a ricondensarsi in forme insolite.
Naturale che siano insolite anche le strategie che derivano da quest'approccio.
Naturale che siano insolite anche le strategie che derivano da quest'approccio.
Quasi ogni problema del mondo trova soluzioni, ma a quel punto sai anche che le soluzioni trovate non servono a nulla se non a te, perché quasi tutti gli altri cadono negli stessi tranelli: è per questa diffusa ingenuità che quei problemi esistono e persistono.
Qualche esempio: per chi pensa che siamo tutti uguali, i casini del mondo nascono da cattiveria e "idee sbagliate", mentre nascono dal fatto che siamo tutti diversi, sia costituzionalmente che per diametro della visione del mondo e per punti cardine in quella visione; cioè costui ha torto in partenza, il problema è nelle premesse, cioè nella sua visione del mondo, dei cui confini (limiti) non è consapevole.
Per chi si spreme nello studio delle teorie economiche e politiche, la soluzione è una qualche intricata forma di equilibrio tra diversi elementi, ma soluzione di che cosa? E perché? Per chi? Io rispondo che la soluzione è l'eremitaggio, il che strappa un sorrisetto perché esce dai confini apparenti del problema, a più livelli: intanto non è scontato che uno debba vivere nella società o apprezzarla, non è nemmeno scontato che debba spremersi per trovare soluzioni universali, può pensare per sé; non è scontato che le turbolenze sociali abbiano solide ragioni, potrebbe essere che la gente è sempre e comunque infelice e arrabbiata perché nessuno è vivo per propria volontà e tutti sanno che moriranno; non è scontato che esista una soluzione di equilibrio e non è scontato che a tutti interessi.
Queste cose servono solo ad avere un'opinione. Sembra che molti pensino che se non hai un'opinione su ogni cosa sei stupido, mentre io penso che sia stupido chi ce l'ha, perché dovresti essere onnisciente per permetterti un tale lusso, ma a quel punto non sarebbero più opinioni, le tue, ma Sacre Scritture.
Molto meglio averne tante di opinioni su ogni cosa, e guardarle ghignando mentre si combattono tra loro senza arrivare a niente.
Insomma, è chiaro quant'è importante (e per chi) guardare ogni cosa oltrepassando i confini?
E Lauro, secondo te, perché l'ho chiamato Lauro? Aiutino: amo i porci liberi e uguali.