Errori di traiettoria


Esci dall'utero e ti piazzano, per così dire, su un'automobilina a pedali, un mezzo virtuale a trazione animale che ti porterà lungo la parabola della tua esistenza.




Nel momento in cui cominci a vedere chiaro in quel guazzabuglio di strani suoni che le divinità scimmiesche attorno a te emettono di continuo dalla bocca, avendo capito che si tratta di messaggi contenenti un significato, scopri che - in mezzo ad un mare di "NO!" e di "NON FARE QUESTO!" e "NON FARE QUELLO!" - ci sono anche delle rivelazioni sul tuo futuro, degli oracoli, dei programmi. Avidamente e con fiducia fai tesoro di questa conoscenza, e cominci a pedalare in quella direzione sulla tua macchinina virtuale.

Molte rivelazioni suonano come "...poi andrai a scuola dove imparerai tante belle cose...", oppure "...così avrai un bel lavoro e guadagnerai i soldini per comprare..." o ancora "...incontrerai una persona speciale, vi sposerete e avrete dei figli... dettagli in seguito" e così via.

E tu pedali fiducioso, ridi, giochi.

Alcuni anni più tardi tocchi con mano la precisione di quegli oracoli, perché ogni cosa che ti avevano predetto si è effettivamente verificata per filo e per segno, la tua fiducia diventa totale, puoi vedere davanti a te tutta la strada da percorrere, e pedali convinto, labbra strette, sguardo deciso. Se in qualunque aspetto le cose vanno al di sotto delle aspettative, la colpa è soltanto tua, si vede che non ti sei impegnato abbastanza. Pedala più forte, sterza più deciso.





Passano altri anni, e ti accorgi che il tuo percorso è quello della grande maggioranza dei tuoi coetanei. Non proprio tutti, ma la maggior parte; alcuni ad un certo punto scartano in altre direzioni, ma spariscono presto oltre l'orizzonte; ti fai qualche domanda ma in ultima analisi che importa, tu hai il tuo programma, ti interessa quello.

Ogni tanto però il dubbio ti stringe il cuore. E' solo un attimo, ricacci quei pensieri in fondo alla mente, dove non li senti più. Sono il dubbio che quella in cui stai pedalando non sia esattamente l'unica strada possibile, cominci a vedere cose, a sentire cose, e - mentre continui a pedalare e il grosso del tuo sforzo è nel pedalare - qualche volta ti chiedi se tutto sia davvero così come gli oracoli ti avevano predetto. In qualche momento di particolare ansia ti confidi con i tuoi coetanei, e loro rinvigoriscono la tua Fede nell'Oracolo, calmano le tue ansie e ti ridanno forza: "Pedala! Pedala!", e tu pedali, di nuovo sorridente.

Detto tra noi, gli Oracoli hanno commesso alcuni errori involontari.

1) hanno pensato per te la strada che, col senno di poi, avrebbero dovuto fare loro al posto di quella che hanno effettivamente fatto, e che li avrebbe portati dove adesso vorrebbero essere e non sono. Ma in questo hanno trascurato un dettaglio: tu non sei loro.

2) hanno trascurato anche un altro dettaglio: il mondo cambia. Il percorso che trent'anni prima avrebbe portato loro - forse - dove adesso vorrebbero essere, oggi non conduce più nello stesso posto, ci sono cose che al mondo non esistono più e un sacco di altre cose che esistono ma che non esistevano prima. E tu continui a non essere loro.

3) viviamo in una cultura, che è una rappresentazione parziale e abbondantemente allucinatoria del mondo reale, una costruzione di linguaggio fossile, una rappresentazione che muta continuamente in modo casuale. Buona parte - se non tutto - di ciò che ti hanno trasmesso e che la gente attorno pensa sul mondo e sulla vita è sbagliato. Il mondo potrebbe essere qualunque altra cosa, e ogni cosa del mondo potrebbe essere qualunque altra e in qualunque altro modo.

Nel momento in cui cominci a considerare i 3 punti qui sopra nel poco tempo in cui non sei impegnato a pedalare e sterzare, buona parte delle scelte determinanti della tua vita sono già alle spalle, e stai pedalando come un forsennato perché una delle tante cose che non ti avevano detto è che durante la corsa non sono ammesse fermate. Per questa ragione è molto dura mandare giù in particolare il punto 3) perché se è vero il punto 3), tutto quello che hai fatto nella vita non aveva senso, e il resto della strada che hai davanti è un'allucinazione. Davanti a te c'è solo il vuoto, o il pieno delle infinite possibilità, quelle che puoi pensare più tutte quelle che non puoi pensare.

Dove diavolo stai pedalando così convinto?




Ecco che il tuo sguardo comincia a cambiare. Questo punto della vita potrebbe collocarsi in qualunque età, è soggettivo come poche altre cose e dipende in larga parte da quanto spesso nel percorso ti sei accorto che le profezie hanno fallito e dipende anche da come tu hai interpretato quei fallimenti, se li hai attribuiti alle profezie o alla tua inadeguatezza; in questo secondo caso hai scelto di considerarla inadeguatezza anziché accogliere l'ipotesi che semplicemente tu non sia la persona adatta per quella profezia, o che addirittura tu sia una persona completamente diversa che, se avesse scelto liberamente, avrebbe fatto una strada radicalmente diversa fin dal primo colpo di pedale.

Ma ormai sei in corsa su quella strada e sei stretto fra infinite altre macchinine piene di gente che pedala, e puoi solo continuare a pedalare. Le considerazioni che puoi fare sull'illusione della strada che hai immaginato per tutto il percorso e su quante altre strade possibili avresti potuto prendere sono solo una perdita di tempo, e tu hai bisogno di credere che esista una strada sensata davanti a te, e la cosa più facile è rimanere aggrappato alla tua Fede, quale che sia.

Quindi ti aggrappi disperatamente e pedali, pedali, pedali!





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