Un nuovo equilibrio




Nell'ultimo secolo il mondo è stato diviso tra due tendenze fondamentali nell'approccio all'organizzazione sociale, e da sempre è afflitto da alcuni problemi endemici.
L'Occidente è stato il luogo in cui si è consolidato ed è fiorito il Capitalismo, mentre l'Oriente è stato il luogo del Socialismo. I due approcci si sono combattuti perché ognuno riteneva di incarnare la Verità, ma il fatto stesso che esistessero entrambi è la prova che nessuno dei due era completo, infatti completezza ed equilibrio possono provenire solo dall'integrazione di tutte le parti o in questo caso delle due metà, e le modalità con cui questa integrazione viene realizzata sono determinanti per creare un equilibrio prossimo alla stabilità.

Il Capitalismo è l'esaltazione dell'individuo, dell'azione, dell'intraprendenza, del desiderio di avere, dell'ambizione di prevalere. Al suo estremo diventa darwinismo sociale, la sopravvivenza del più forte e quindi la morte del più debole o del meno adatto a quel sistema. Le conseguenze di lungo termine sono la formazione di giganteschi picchi di ricchezza e potere a fronte di vaste sacche di povertà. Le conseguenze per l'individuo sono una costante insicurezza sul futuro, la consapevolezza del baratro spalancato sotto i piedi di chi fallisce, quindi la spinta ad arrampicarsi sempre con la massima determinazione ma più spesso l'arroccamento in una posizione sicura; l'insoddisfazione legata ad una posizione che, anche se mette al riparo dalle turbolenze, non corrisponde alle inclinazioni della persona, lo stress e le sue conseguenze sulla salute, l'essere sempre in trincea perché il vicino è sempre anche un avversario, il crimine che emerge spontaneamente dalle sacche di povertà, il fare per il semplice profitto quindi senza criteri morali, la corruzione, la slealtà, il tradimento, etc.

Il Socialismo è l'esaltazione della cooperazione, dell'eguaglianza per lo meno nei diritti e nei doveri, è l'esaltazione di tutto ciò che è comunitario, dello stare insieme, della compagnia. Al suo estremo diventa Comunismo, l'appiattimento totale, l'annullamento dell'individuo nell'interesse della società, la morte dell'ambizione in cambio della sicurezza. Non sfruttando il motore dell'intraprendenza personale in vista di un vantaggio egoistico, la sua economia tende alla povertà generalizzata, è poco vitale, si riduce a stanca logistica. Si riducono l'innovazione, le manifestazioni della fantasia, il progresso.

Questi due blocchi rappresentano tendenze che sono entrambe presenti nell'uomo, e il fatto che esse siano divise fa sì che ci siano frustrazione e benessere in entrambe perché a seconda delle proprie inclinazioni un individuo può sentirsi più o meno a proprio agio nel luogo in cui nasce, ma in nessun luogo l'intera popolazione si sente veramente a proprio agio.

Negli ultimi decenni in Oriente sta avvenendo un fenomeno di occidentalizzazione, che è derivato dal crollo dell'ideale comunista - per lo meno nelle forme in cui aveva trovato applicazione concreta - e che esprime l'entusiasmo di tentare l'altra strada, o forse di integrarla, il che è appunto la via che sostengo in questo post, e che potrebbe essere la spiegazione dell'attuale successo dei paesi prepotentemente emergenti in Oriente: partendo da una base socialista stanno integrando l'aspirazione ad una ricchezza materiale sul modello occidentale.

In Occidente assistiamo per lo più ad una radicalizzazione dell'approccio capitalista che è anche il tentativo da parte delle élite dominanti di consolidare e blindare il proprio potere mentre l'economia, che è il sangue e l'anima del Capitalismo, vacilla e l'intero sistema sembra ormai giunto al suo naturale cedimento strutturale, l'equivalente di ciò che è toccato al Comunismo. Apparentemente siamo in ritardo, un ritardo che è stato motivato probabilmente dall'illusoria vittoria degli anni '80 e dall'inerzia del benessere acquisito, ma io penso che sia solo questione di tempo perché le vecchie strutture cedano. Ciò che si sta preparando e che già striscia sottopelle in modo ogni giorno più vistoso, è una grande boccata di "socialismo", di comunitarismo che produrrà dei cambiamenti notevoli nel nostro stile di vita. Qualunque cosa sarà non avrà i caratteri che abbiamo già visto nella Storia, ma un loro riflesso evoluto in qualche modo, aggiornato e quindi nuovo.
Ciò contro cui questa spinta oggi si infrange con sempre più violenza è in essenza la struttura di Potere consolidata nell'attuale corpo sociale, cioè l'insieme dei picchi di ricchezza di cui parlavo sopra e le loro interconnessioni, quindi quelle élite che, per quanto coscienti che la situazione è critica, tentano in tutti i modi di rimanere in sella riproponendo gli unici schemi che conoscono in una litania senza fine, che sarà probabilmente il loro canto del cigno. E' difficile prevedere quando e come saranno scalzati, ma è probabile che avverrà presto, perché il Sistema non sta attraversando una crisi transitoria, ma un cedimento strutturale. Non è in crisi e sotto accusa la fluidità del suo funzionamento, ma i principi stessi su cui si basa.


» la costruzione del Potere

Riflettendoci attentamente, tutti i problemi e le peggiori aberrazioni della storia umana hanno avuto al loro centro degli uomini investiti di un grande Potere.

Noi umani abbiamo un problema, una caratteristica primate che non ci ha ancora abbandonati: la dominanza maschile. Tutti i primati hanno una struttura sociale gerarchica basata sui rapporti di forza tra maschi; sappiamo dalle indagini scientifiche che la collocazione gerarchica ha degli effetti evidenti nei livelli ormonali dei maschi, e impatta sull'attività sessuale, sull'umore, sulla salute e su molti altri aspetti dell'equilibrio corpo-mente. Anche nella saggezza popolare sedimentata nei proverbi ne troviamo evidenza: comandare è meglio che fottere, ad esempio, la dice lunga.
E' l'atto o l'atteggiamento della sottomissione altrui che accende potentemente la vitalità di certi maschi, e molti dei nostri problemi provengono da questa loro dipendenza dal Potere, che è una dipendenza molto più dannosa di altre e che alcuni maschi coltivano al di là di ogni altro aspetto della vita, e naturalmente sono coloro che smaniano per il Potere istituzionale, quello garantito dalle strutture sociali.

E' per questo che il passaggio ad una società più razionale ed efficiente passa necessariamente per la dissoluzione del Potere, e la sua distribuzione equa nei singoli individui. Il principio dell'uno vale uno, sentito attraverso le voci di Grillo e Casaleggio, incarna questa soluzione che - tra le altre cose - è anche la massima forma di democrazia, possibile oggi e soprattutto da domani mattina attraverso la tecnologia e l'informatizzazione.

Negli ultimi anni abbiamo visto come i "professionisti della politica" abbiano lavorato per blindare il Potere in sempre meno mani, allontanandolo sempre di più dalla cittadinanza. Più concentrato è il Potere, più è identificabile dagli agenti corruttori che intervenendo a livello di pochissime persone possono determinare decisioni che ricadono su milioni di cittadini; dissolvere il Potere e allargarlo rende virtualmente impossibile realizzare lo stesso meccanismo, risolvendo la corruzione e la deriva corporatocratica.

Il panorama tecnologico e informativo radicalmente mutato in questi ultimi anni condurrà necessariamente in un futuro non lontano ad uno spostamento dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta, resta solo da osservare in che modo e a quale velocità avverrà. Una possibilità che sarebbe simpatico vedere in Italia, per fare un esempio, è quella di introdurre un cambiamento per cui del Parlamento il Senato rimane rapresentativo, ma la Camera dei Deputati diviene virtuale e quindi rappresentata su Internet da ogni cittadino connesso alla Rete e, mutate mutandis, dotato di poteri simili a quelli di un deputato.


» plateau della "crescita"

Noi siamo oggi arrivati ad un punto in cui tutto ciò che era da fare è stato fatto; si può crescere quando si parte da un dopoguerra ed è tutto da ricostruire, ma non si può più crescere quando si ha tutti tutto il necessario e in molti casi anche sovrabbondanza del superfluo. Rimane da fare in termini di consumi di crociera e in termini di innovazione e ottimizzazione, ma questo non basta neanche lontanamente ad occupare tutti, perché nel frattempo l'evoluzione tecnologica e gli sbilanciamenti del costo della manodopera hanno fatto sì che molto di ciò che rimaneva da fare o lo fanno le macchine o si fa altrove nel mondo, così che i mestieri ancora esistenti in Occidente sono divenuti "astratti", ma non si campa di sola astrazione, e soprattutto non tutti possono trovare un reddito in un sistema dove non rimane molto da fare; se questo sistema presuppone che tu abbia un lavoro con un certo reddito per vivere, è chiaro che si forma una massa di persone che non riescono più a sostentarsi, e questa è una tendenza che in futuro andrà a crescere sempre di più: l'automazione galoppa, sono in arrivo nei prossimi anni automobili-robot, fattorini-robot, magazzinieri-robot, macchine agricole automatiche, e in realtà nel giro di qualche decennio quasi tutto sarà fatto da macchine; già da domani mattina i "posti di lavoro" saranno meno di adesso, e a tendere diventeranno zero. Tutto questo, che è l'alba di una Nuova Era, non è sostenibile nella logica sociale attuale, e più a lungo si tenterà di mantenerla invariata per mantenere le gerarchie e gli egoismi, più si correrà il rischio di un disastro sociale che sfocerà in episodi probabilmente vergognosi della nostra storia.

Se non avessimo il problema della dominanza maschile all'opera attraverso le strutture di Potere e il controllo dei media e dell'istruzione, vedremmo con chiarezza che è ora di intervenire con una correzione radicale del modo in cui è organizzata la società, uscendo dall'ottica della competizione e del lavoro e predisponendo nuove strutture di garanzia sociale che prescindono dalla rigida meccanica monetaria-finanziaria del do ut des.

Quella del lavoro è una cultura morente, e sarà progressivamente assassinata dall'avvento delle macchine, dell'intelligenza artificiale e della mente globale che sta crescendo tra le persone attraverso la Rete.

La mente globale è praticamente un nuovo organo che si pone al livello successivo della corteccia cerebrale individuale che i neurologi chiamano neo-encefalo, ed è quindi un encefalo ancor più nuovo, un iper-encefalo, perché sta in parte nel supporto hardware delle macchine (corpo) e in parte in un movimento naturale come quello degli stormi o dei branchi ma fatto di significati, di letture del mondo, di caratteri, di inclinazioni, di idee (mente) che viaggiano attraverso la Rete tra le menti individuali.
L'aspetto più interessante è che questa entità comincia ad essere auto-cosciente: sa di esistere, sa di crescere, e comincia a conoscersi.
 
Se facciamo un balzo in avanti e immaginiamo come sarà un futuro non lontano caratterizzato da alti livelli di automazione e di gestione informatica della logistica per soddisfare i bisogni della popolazione, è chiaro che da qualche parte prima di quel futuro dovrà essere successo qualcosa che avrà scollegato l'avere un lavoro e il conseguente reddito dalla soddisfazione dei bisogni primari delle persone. Ma come potrebbe avvenire questo passaggio?



» "reddito di cittadinanza"

Quella del Movimento 5 Stelle in Italia è stata la prima voce che ha pronunciato questa formula, così ridicolmente anti-capitalista e così prona a speculazioni sulle spese, il debito pubblico, etc. ma è chiaro che tutte queste chiavi logiche sono alle loro ultime apparizioni nella Storia. Quando ne parleranno i nostri nipoti, troveranno incredibile che abbiamo ridotto milioni di persone alla fame pur avendo di che sfamarle a causa di conti astratti su qualcosa che non esisterà più: il denaro. Penseranno che eravamo malati di mente, vittime tutti di un'allucinazione collettiva, e avranno ragione.

Le forme concrete in cui si potrebbe esprimere un'idea come quella di reddito di cittadinanza sono tutte da valutare; immagino che tutti penseranno ai soldi, cash, din-din, ma in realtà potrebbe anche essere in altre forme; giusto per buttar lì delle idee: ogni cittadino potrebbe aver diritto a tot verdura, carne, medicinali, cure mediche, energia, acqua e già sarebbe qualcosa, senza mettere di mezzo i soldi da giocare alle slot-machine. E' solo un esempio, le formule si potrebbero discutere ampiamente.
Nel momento in cui saranno disponibili sistemi di macchine autonome per coltivare i campi, invece di farle comprare a Benetton o Tronchetti Provera si potrebbero comprare come cittadinanza, come Nazione, come Stato, al posto degli aerei da guerra americani, e produrre cibo per gli italiani a costo quasi zero.
Potrebbe essere lo Stato stesso a promuovere concorsi e borse di studio presso atenei e aziende per realizzare progetti e sistemi di questo tipo, ma per fare questo è necessaria una visione che nella nostra classe politica manca nel modo più assoluto.

Paradossalmente viviamo un tempo in cui sotto l'etichetta "Partito Democratico" abbiamo i più accaniti privatizzatori di qualunque cosa per favorire i lupi della finanza, ma anche da corrotti sono clamorosamente in ritardo sui tempi, sono superati dalla Storia: questo è il momento di ri-statalizzare tutto, a cominciare dai servizi di base, perché le macchine e la tecnologia dell'informazione risolveranno le inefficienze che un tempo furono della cattiva gestione e della cattiva fede umane. Possiamo nel giro di qualche decennio arrivare ad avere tutto a costo praticamente zero, con poche ore di lavoro da parte degli umani, smantellando le vecchie strutture del Potere e allargando potere e controllo a gran parte della cittadinanza. Non ci sono problemi di buon senso in questo, i problemi che abbiamo sono esclusivamente legati alla riluttanza degli uomini al Potere a mollare la loro dominanza.



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