Universi Paralleli




Ho usato diverse volte espressioni tipo: "la scimmia che abiti", e la ragione è che con un po' di concentrazione puoi renderti conto che in un certo senso tu non sei la scimmia che abiti, né i tuoi pensieri, né niente dei contenuti della tua vita, ma sei un occhio che guarda.

Rendersi conto di questo è tanto semplice quanto ingannevole: anche in questo preciso istante tu stai guardando questo post attraverso gli occhi della scimmia che abiti, queste frasi fluiscono come immagini nel tuo cervello, risuonano come parole e divengono pensieri, e tu vedi anche i tuoi pensieri. Allora: se tu sei la tua Coscienza e la tua coscienza è il tuo cervello in cui aleggiano i pensieri, chi è che sta guardando questi pensieri formarsi? In altre parole: avvengono delle cose fuori, nel tuo corpo e nella tua mente, ma se tu fossi i tuoi pensieri, come potresti vederli? Se li vedi è perché ne sei fuori, se ne sei fuori e li vedi, tu non sei loro, sei un occhio che vede tutto, pensieri compresi.

Questo è la Coscienza: il fatto di esserci e vedere ogni cosa.




Un altro modo per distinguere ciò di cui stiamo parlando ci è venuto dalla Scienza quando, all'inizio del secolo scorso, Einstein ha risolto il problema delle stranezze della velocità della luce formulando la Teoria della Relatività, che è la nostra attuale miglior descrizione dei comportamenti del tessuto della realtà a grande scala (orbite dei pianeti, formazione delle Galassie e delle stelle, etc). Il problema da cui è nata, però, era legato al fatto che ogni osservatore di un dato fenomeno sperimenta un tempo tutto suo che risponde a certe caratteristiche dello spazio in cui è immerso e alla velocità di movimento rispetto ad altri oggetti, ma non esistono punti fermi o riferimenti, tutto è relativo e soprattutto riguarda il Soggetto che osserva.

La rottura qui è stata la reintroduzione del Soggetto osservante in un mondo in cui si aspirava alla conoscenza di un Universo oggettivo, cioè che esiste di per sé e che funziona in un certo modo. Einstein invece è costretto a reintrodurre il Soggetto perché qualunque cosa non è ciò che è ma dipende da chi la guarda.




Pochi anni dopo lo studio della Materia giungeva a conclusioni molto simili quando i fisici si accorgono che perfino le particelle di cui l'Universo è fatto si comportano a seconda delle aspettative del Soggetto che osserva, si condensano in esistenza quando qualcuno le sta guardando.

Di nuovo rientra in campo il Soggetto che osserva.

In pochi decenni la ricerca delle leggi oggettive dell'Universo aveva rivelato che la Realtà è un Sistema inscindibile Soggetto/Oggetto, che dove non c'è un Soggetto - quindi una Coscienza che osserva - non si può parlare di manifestazioni perché esse dipendono dal fatto che ci sia qualcuno a guardare.

Per rendersi conto della profondità delle implicazioni di queste scoperte basta pensare ad uno dei rami della Fisica Quantistica che ipotizza gli Universi Paralleli. Universi paralleli non significa che ci sono tanti universi e uno di questi è il nostro, significa che ce n'è uno per ogni Soggetto, uno per ogni Coscienza, perché ogni Coscienza di fatto contribuisce a generare ciò che vede e ha il potere di agire sulla propria Realtà. Gli Universi paralleli servono ad evitare il Solipsismo, cioè l'idea che Io sono l'unica Coscienza che esiste e tutto il resto è una mia proiezione, dal momento che la Fisica Quantistica sembra indicare questo.




Gli Universi Paralleli sono la versione democratica del Solipsismo, cioè un Solipsismo per uno non fa male a nessuno.

Partendo dall'idea della solidità del mondo e della Materia, la Scienza Materialista è arrivata a scoprire che la solidità non esiste, che la Materia quando osservata con attenzione non si descrive come oggetti ma come campi di energia, e più in dettaglio ancora come oscillazioni multidimensionali dello Spazio, in sostanza vibrazioni, onde, frequenze, e nient'altro.

Qualcuno osserva che la sensazione della presenza della Realtà Materiale dipende dal fatto che tutto oscilla: se ti appoggio una mano sulla spalla, dopo un po' di tempo potresti non ricordarti più che è lì; ma se io continuo ad appoggiare la mano e toglierla, non puoi dimenticare mai che è lì, e questo è ciò che fa la Realtà Materiale: continua a formarsi e scomparire a frequenza folle e in questo modo persiste.




Questo determina anche una pixellatura del Tempo: siccome ogni cosa esiste in quanto vibrazione, se considerata in un istante di durata zero non c'è; è solo quando ha avuto modo di esprimere la sua oscillazione che c'è: se l'Universo venisse guardato in un singolo istante di durata zero, non ci sarebbe nulla. Tutto sparito. Ma se lo guardi per una durata sufficiente, tutte le vibrazioni di tutte le particelle e fotoni e atomi hanno il tempo di realizzarsi e così l'Universo esiste.

Nota che finché parliamo di Materia siamo all'interno di una categoria, ma quando parliamo di Osservatore parliamo di Coscienza che osserva, e la Coscienza è una categoria diversa dalla Materia. Se la Coscienza in qualche modo influenza la Materia che osserva, come può la Coscienza essere un prodotto derivato dalla Materia? Sembrerebbe più il contrario, e cioè la Materia è un prodotto derivato della Coscienza... eppure...




...qualcosa ancora non quadra, perché il Mondo Materiale appare avere comunque una sua intransigenza, una sua persistenza e resistenza, quindi l'ipotesi più salomonica è quella di fare pari e patta: l'Universo è un anello di Materia e Coscienza, le due si generano l'una l'altra, dipendono una dall'altra e si impastano in un tutto che è tanto oggetto quanto psiche. L'Universo non è una cosa e non è un sogno, ma un misto di tutt'e due, e ogni organismo è punto focale di questa dualità perché è il punto in cui le due componenti si incontrano e miscelano.




Fuorviante ogni estremo: il Materialismo è tanto errato quanto lo Spiritualismo: nessuna delle due componenti è il Bene o il Male, nessuna è Giusta o Sbagliata, ambedue concorrono al Tutto come fanno il Maschio e la Femmina, il Giorno e la Notte, l'Altruismo e l'Egoismo, e così via, ed è qui, nella membrana apparente che si forma a mezza via tra le due parti, negli organismi, che avviene la parte più interessante del Gioco.





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