Nei giorni scorsi ho passato una mattinata a dare una mano a delle persone, due uomini intorno alla sessantina. Era una bella giornata di primavera, di quelle da andare in giro in maglietta già da metà mattinata - di certo più facile quando utilizzi la muscolatura più della materia grigia - e, finite le nostre faccende, era finalmente ora di rifocillarci. La mattinata di attività fisica all'aperto aveva lasciato la piacevole sensazione di vaga anestesia corporea delle endorfine in circolo e, nell'ultima mezz'ora, uno di loro ed io avevamo preparato dei tagliolini alla crema d'asparagi, con abbondante olio d'oliva e parmigiano, e preparato la tavola. La pasta era nei piatti fumante, la porta era aperta e lasciava entrare una fetta di luce solare, un rettangolo di fogliame verde dell'esterno, il cinguettio degli uccelli e il suono lontano di qualche automezzo sulla vicina autostrada, qualcuno che ancora non si era fermato per il sacrosanto pasto. Mentre mi ...