Polli, cazzuti e furbi




L'altro giorno in treno riflettevo sui tratti di congiunzione tra la società medievale e quella odierna, e ne è emerso qualcosa di interessante. Ma, per poterlo spiegare al meglio, devo fare un minimo di contesto.

Già nel 2014 avevo defecato sull'idea di progresso, e oggi so sintetizzare meglio la sua negazione: innanzitutto è un'idea di matrice cristiana, basata sull'illusione del Tempo lineare, quindi già compromessa in partenza. Inoltre non si può parlare di progresso senza contemplare almeno un valore rispetto al quale una situazione possa essere valutata migliore o peggiore di un'altra, e i valori non esistono se non in un contesto di relatività.

Ancora più in profondità, ai più riflessivi risulterà evidente che l'Universo, più che essere un insieme di cose - che è ciò che appare alla superficie della sua manifestazione alla nostra mente - è una struttura gerarchica di nodi, entità non meglio precisate che stanno in qualche equilibrio dinamico tra loro e che solo nel livello più superficiale arrivano a manifestare delle cose.

Quel che ci resta del progresso, quindi, è che le situazioni possono presentarsi diverse in momenti diversi, ma nessuna è migliore o peggiore di un'altra in assoluto, anche perché ciò che cambia è solo il "vestito", ma la sostanza resta quella.




Un esempio di quanto affermo, abbastanza distante dai modelli sociali da non toccarci nei nostri eventuali attaccamenti ideologici, è nella distribuzione dei ruoli in Natura, le cosiddette nicchie ecologiche: durante il regno dei dinosauri c'erano le stesse funzioni che vediamo oggi nel regno dei mammiferi (grande erbivoro, predatore, volatore, nuotatore, etc) solo erano incarnate dai rettili. Quando i grandi rettili si sono estinti, i mammiferi hanno preso il loro posto, ma lo hanno fatto sviluppando gli stessi ruoli, il che indica che esiste una struttura sottostante, invisibile, logica, che è l'assetto più stabile per un ecosistema. Quindi gli organismi non possono che finire per distribuirsi lungo i nodi di questa struttura, che esiste anche se non è una cosa.

Chiameremo questa struttura Matrice.




Venendo quindi al nostro tema delle linee comuni tra la società medievale e quella odierna, cominciamo ad intravedere qualcosa: intanto oggi non è meglio di allora, è solo diverso. Se qualcosa è cambiato va certamente nella direzione della complessità, il che significa che qualche regione in più della Matrice è stata esplorata e rivelata, e le nostre vite sono immerse in una molto maggiore complessità.

Se a quel tempo un uomo poteva conoscere tutto lo scibile, oggi non può più; se al tempo sopravviveva con poco, oggi gli serve molto di più; al tempo con le armi ci si faceva a fette, oggi si spargono mutazioni genetiche per generazioni; se al tempo le donne facevano i ravioli a mano, uno per uno mentre ciaccolavano per passare il tempo, oggi i ravioli si comprano già fatti a macchina e si passa il tempo sullo smartphone; se al tempo si sopravviveva non inquinando - cioè in un modo che avrebbe potuto continuare per sempre - oggi si inquina, e sarà da vedere quanto si potrà andare avanti. D'altra parte le estinzioni capitano, non c'è niente di disonorevole: quasi tutte le specie che hanno vissuto sul pianeta sono oggi estinte, è ciò che le specie fanno. Ogni bel gioco dura poco (pensa quanto dura una scopata).

Insomma non è che oggi viviamo meglio che nel medioevo, ci siamo solo complicati la vita. Vivere è sopravvivere finché muori, comunque la giri. Lo puoi fare in modo semplice oppure in modo tremendamente complicato.




E finalmente siamo giunti al punto che dà il titolo a questo post: i polli, i cazzuti e i furbi!

È noto che la società medievale poggiava su una triade di ruoli principali, o classi sociali: i contadini, i cavalieri e il clero. Naturalmente era più complicata e frastagliata di così, ma questa è la classica suddivisione essenziale, e in effetti si vede che questi 3 poli sono ben differenti tra loro, corrispondono a 3 caratteri, 3 tipi di persone.

I polli sono i contadini, poco cervello e poca aggressività, sono quelli che vogliono fare una vita tranquilla, non hanno ambizioni, vorrebbero solo essere lasciati in pace e non avere guai, perché già hanno le palle di traverso per il solo essere al mondo. Hanno necessità di essere difesi e indirizzati, e hanno bisogno di qualcuno che li consoli e tranquillizzi in merito all'incertezza di fronte ai misteri della vita e della morte.

I cazzuti sono i cavalieri, variabile cervello e tanta aggressività, gente tosta, che ama la caccia e la guerra. Con i contadini non c'è neanche gusto a scontrarsi, quelli manco alzano le braccia per difendersi, vogliono solo dedicarsi alle piante, sono nati già sottomessi e va molto bene, così loro lavorano per tutti. Quindi, quando c'è voglia di fare a botte, si fa una spedizione al castello più vicino, e nel frattempo l'unico problema che resta è l'incertezza di fronte ai misteri della vita e della morte.

I furbi sono il clero, tanto cervello e variabile aggressività, gente dal cervello fine che non ha né la voglia di fare a cazzotti per tutta la vita, né voglia di vangare la terra per campare. Se la cavano a chiacchiere e suggestioni: sono quelli che possono sempre dare una mano per risolvere i problemi e sono bravissimi a farti girare la testa con discorsi su cose che non vedi, come la Matrice di cui sopra.




I 3 tipi quindi diventano i 3 ruoli, e con questo assetto generale il medioevo è andato avanti per un millennio. Ciò su cui riflettevo l'altro giorno in treno è questo: se è vero che questi 3 ruoli sono nodi nella Matrice come lo sono le nicchie ecologiche, che fine hanno fatto i polli, i cazzuti e i furbi nella società più complessa di oggi?

Direi che i polli sono sempre quelli che lavorano per mantenere tutti gli altri, e questa era facile.

I cazzuti è già più complicato, ma dopo qualche secondo prendono forma una serie di profili: variabile cervello e tanta aggressività, sono chiaramente per metà malavitosi e per l'altra metà forze dell'ordine ed esercito. Qualcuno imprenditore, qualcun altro star dello spettacolo o dell'intrattenimento. Nel tempo sono sempre stati messi sotto dai furbi, oggi vengono inibiti mettendoli gli uni contro gli altri a giocare a guardie e ladri, così non scorrazzano più in lungo e in largo agitando le spade.

I furbi a questo punto sono quelli che restano, e metterei subito nella categoria i banchieri, i politici e i giornalisti. Qualcuno è medico o scienziato, qualcuno intellettuale. Sono quelli che comandano davvero perché emanano linguaggio con cui creano la realtà per tutti gli altri; hanno legato tutti nella loro rete e ormai non se ne esce più neanche a piangere.

Ci vorrebbe una catastrofe per rimescolare le carte, ma anche dopo la catastrofe i polli rimarrebbero polli, i cazzuti cazzuti e i furbi finirebbero comunque, più prima che poi, col tenere tutti quanti per le palle.

Sì, anche col comunismo, se era questa la domanda che ti aleggiava in testa. L'unica differenza nel comunismo è che sono tutti più magri, ma i polli sono comunque i più magri di tutti.





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