Speciazione culturale: nascita di una Nuova Cultura
Il termine speciazione proviene dal gergo evoluzionistico e sta ad indicare il processo attraverso cui da una sola specie di organismi, sulla base delle differenze interne già presenti, si forma col tempo una spaccatura, per cui alcuni evolvono in una direzione mentre altri in un'altra - oppure restano come erano prima. Il risultato è la formazione di una nuova specie.
In riferimento a noi e alla cultura significa: non siamo più tutti uguali.
Conosciamo la vecchia cultura: la Chiesa, lo Stato, la Nazione, il posto di lavoro, i sindacati, la politica con sinistra e destra, il materialismo meccanicista con le sue ricadute nella medicina, nella visione di sé e del mondo, il consumismo, etc. Per alcune persone quell'insieme di cose è come una copertina di Linus: ne traggono sicurezza, non vogliono cambiare né riconsiderare le basi delle loro credenze e abitudini. Ma per altre persone questo mondo è asfittico e claustrofobico: non gli piace, non ci credono e si rivolgono altrove alla ricerca di qualcosa di nuovo, che corrisponda di più a quello che sentono.
Sta nascendo una nuova cultura dentro alla vecchia cultura. È come se nel corpo sociale ci fosse un virus che sta trasformando le cellule (le persone) dal tipo A al tipo B, e l'infezione è inarrestabile: ci sono sempre più cellule nuove e sempre meno cellule vecchie, e in questi anni che stiamo vivendo avverrà il sorpasso; entro pochi anni le cellule nuove di tipo B saranno la maggior parte.
La trasformazione è di carattere culturale, una questione di mentalità e non di sostanza; le nuove cellule sono più funzionali, più semplici e ottimizzate, più flessibili; hanno riportato al centro la loro fondamentale libertà, la loro individualità, e hanno la coscienza che questa vita è il loro unico grande bene, nient'altro è garantito, e quindi per questa lottano.
Sta nascendo una nuova cultura dentro alla vecchia cultura. È come se nel corpo sociale ci fosse un virus che sta trasformando le cellule (le persone) dal tipo A al tipo B, e l'infezione è inarrestabile: ci sono sempre più cellule nuove e sempre meno cellule vecchie, e in questi anni che stiamo vivendo avverrà il sorpasso; entro pochi anni le cellule nuove di tipo B saranno la maggior parte.
La trasformazione è di carattere culturale, una questione di mentalità e non di sostanza; le nuove cellule sono più funzionali, più semplici e ottimizzate, più flessibili; hanno riportato al centro la loro fondamentale libertà, la loro individualità, e hanno la coscienza che questa vita è il loro unico grande bene, nient'altro è garantito, e quindi per questa lottano.
In essenza non
credono più ciecamente in tutto ciò che hanno cercato di inculcargli, sono
interessate alle soluzioni nuove, il loro fine è la giustizia attraverso cui
raggiungere il benessere, non credono più nelle grandi forme di potere, vedono
un futuro diverso da quello della scorsa generazione e intendono andare in
quella direzione; questo è un modo
di pensare diverso, con nuovi e
diversi valori, o meglio gli stessi valori aggiornati al presente, nuovi valori che vengono introdotti e vecchi valori che vengono cestinati.
Questa è una Nuova Cultura.
Sto vedendo in
alcuni l'odio cieco verso tutto ciò che in qualche modo è espressione della
Nuova Cultura emergente, e questo sentimento ha una dinamica precisa, di cui
avevo scritto un anno fai ne I Cani Culturali: attaccamento, il proprio
affidarsi cieco al Sistema che gli ha fatto da mamma fino ad oggi; ciò che
accade, il cambiamento in atto, minaccia il loro porto sicuro, quindi hanno paura di perderlo e di ritrovarsi confusi in
un mondo nuovo; così - come dice Yoda (Gran Maestro Jedi) - "la paura
conduce all'ira, l'ira all'odio".
Tyler Durden vi risponderebbe: "Abbiate coscienza, non paura".
"Devi avere coscienza, non paura; coscienza che un giorno tu morirai. Finché non ne prendi atto e lo accetti, sei inutile." |