La pigrizia dei megalomani




Ho sempre esaltato quel motto: Nel dubbio, inverti, e non finisco mai di vederne applicazioni utilissime. La ragione per cui è così utile è che, applicato a tappeto, ti rivela quante volte analizzare o mettere in pratica la strategia opposta a quella più ovvia sia salvifico. Ma ci possono essere dei casi in cui una via che intraprendi non è così evidente, è inconsapevole, e se non la vedi non puoi provare ad invertirla.

Uno degli esempi è nel campo delle aspirazioni morali, religiose e politiche delle persone, e quindi anche delle tue - se ne hai.




Il termine stesso politica - parola che deriva dalla pόlis greca, la città-Stato - implica che si sta parlando di ciò che è comune, e ti riguarda personalmente proprio perché assumi che fai e farai parte di un insieme di persone che vanno tutte nella stessa direzione, si danno e seguono le stesse leggi, e quindi partecipi pensando, proponendo, sostenendo e osteggiando le varie opzioni di momento in momento.

Certo, dai tempi di Atene, la scala delle strutture di potere e l'ampiezza delle implicazioni nelle loro meccaniche e scelte sono diventate talmente grandi che, da una parte, qualsiasi questione eccede le competenze e la capacità di giudizio di una persona qualunque, e, dall'altra parte, l'influenza di una persona qualunque sui meccanismi decisionali di così grandi strutture e sconfinate masse di persone è praticamente nulla.




In ultima analisi, però, la ragione per cui il singolo può avere interesse ad influenzare delle decisioni comuni è egoistica, perché il motore della partecipazione di ogni individuo è la ricerca del proprio vantaggio o per lo meno il mantenimento del proprio stato: è difficile pensare una persona che si accanisce politicamente con la finalità di danneggiarsi o di perdere ciò che ha. Difficile ma non impossibile, in realtà c'è chi lo fa inconsapevolmente, anche tanti, ma non è questo che ci interessa ora.

Il punto è che siamo talmente educati ed avvezzi a pensare in questo modo, che ci preoccupiamo sempre di quali idee possano rendere tutte le persone più felici, o più ricche, o più virtuose, etc. In altre parole ognuno tende a farsi un modello del mondo intero, compresa la natura umana, e in base a quel modello tende a farsi un'idea di che cosa funzionerebbe meglio, e quell'idea diventa la sua posizione politica, da cui discendono le sue posizioni sulle diverse questioni specifiche che vengono discusse.




Si tratta chiaramente di una megalomania normale, nel senso che lo fanno in tanti se non tutti, ma l'impresa, se analizzata per ciò che veramente è, è da megalomani.

Davvero ha senso che una persona si faccia un modello del mondo e delle persone, pensi interventi e norme da attuare a scala universale, e lavori per implementarli? O è follia pura?

La comare del paesino che ritiene moralmente giusto o sbagliato il tal comportamento per tutti non è niente di sorprendente, eppure è anche completamente folle, perché deve significare che ella ritiene di avere un modello del mondo abbastanza accurato da potersi esprimere con sicurezza.

Cioè: è megalomania alla massima potenza immaginabile.




In realtà dietro a questa megalomania c'è una fondamentale e comodissima pigrizia: se il tuo impegno per migliorare la tua vita è diretto a cambiare qualcosa nel mondo, è un po' come se ti mettessi a spingere la piramide di Cheope perché secondo te dovrebbe essere un po' più in là: hai la certezza che non ci riuscirai mai - e quindi che nulla cambierà mai - ma, soprattutto, stai assumendo che non c'è nulla di inaccurato nel tuo modello del mondo e quindi in ciò che fai e dici: il mondo è il problema, il mondo è da cambiare, cioè - in definitiva - tu hai ragione. È il resto del mondo che è sbagliato.




Ecco quindi la grande inversione da attuare per migliorare davvero la tua vita: invece di preoccuparti di come cambiare il resto del mondo, di che cosa imporre o vietare a tutti gli altri per rendere il mondo come piacerebbe a te, inverti: fatti i cazzi tuoi e comincia a cambiare te stesso, non per essere una persona migliore secondo gli altri, ma per fare davvero il tuo vantaggio all'interno del mondo così com'è e come cambia nel tempo.




Vedi come di colpo, uscendo dallo stato di psicopatologia megalomane, ti trasformi in un anarchico? All'improvviso non te ne frega più assolutamente un tubo se il vicino va in giro nudo oppure cattura cani randagi e se li cucina al forno oppure se ha talmente paura che guardino la sua vagina ambulante da nasconderla sotto un telo: tu fai quello che funziona meglio a te e sai che tanto ti basta.




Che cosa non funziona in questo meraviglioso piano?

Che il mondo resta comunque pieno di megalomani che hanno ragione, non puoi cambiare questo e non dovresti nemmeno volerlo cambiare: l'anarchia è un fatto privato, è uno stato mentale superiore - non foss'altro che perché è sano - e va esercitata con astuzia e discrezione. Ma, di certo, è la cosa migliore per te, a patto che per te la cosa migliore non sia essere pigro, nel qual caso puoi restare megalomane come tutti gli altri e continuare a spingere le piramidi.




Ok, il post sarebbe anche finito, ma mi prude la questione dei megalomani masochisti che vogliono scelte politiche a proprio svantaggio. Chi sono questi fenomeni?




Sarebbe troppo facile fare nomi e cognomi, no-no, ci vogliono criteri. Allora direi che il criterio è: i megalomani masochisti sono coloro che basano le proprie aspirazioni politiche su questioni di principio ideologiche, dando a queste la precedenza su tutto il resto, realtà compresa. Gli idealisti.

Gli idealisti sono dei loser, gente che sistematicamente prende la mira per spararsi sui piedi e spesso ci riesce pure. Si odiano, nel profondo vogliono la propria annichilazione, sono sempre dalla parte opposta al buon senso, e sono quindi quelli da tenere sempre d'occhio, perché sono come bussole: quando parlano ti dicono esattamente in che direzione andare: quella opposta.





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