I ponti che faremo




La formula Nel nostro Universo faremo [X] mi sta piacendo di brutto. È al tempo stesso una pre-autorizzazione a sognare, ed è - neanche troppo velatamente - un esercizio brutale di magia.





Be', un dato è certo: i ponti vengono giù. Sarà la crisi di mezza età che li fotte, l'età è quella.

E l'età punta il dito contro la degradabilità dei materiali utilizzati. Buona ingegneria, materiali con proprietà uniche, strutture leggere ma, ahimè, hanno un grosso punto debole nella durevolezza.

Sarà la lungimiranza capitalistica che vede, in una struttura leggera e biodegradabile, una futura occasione di business, per cui le cose è meglio farle e disfarle mille volte che farle una volta per sempre e poi avere più tempo per le grigliate con la famiglia e/o gli amici.





Certo che, se il risultato finale è che il ponte lo si sta ancora pagando quando viene giù con le automobiline sopra e altre sotto, e viene giù perché si è risparmiato sui controlli e la manutenzione e comunque non ci sono i soldi per rifarlo, poi finisce che la gente che paga, sia le tasse che l'autostrada, s'incazza pesante.

Ma è naturale, no?




Così ho pensato a che ponti potremmo fare oggi, con le tecnologie di cui disponiamo, usando però materiali "eterni", o i meno degradabili a disposizione, prelevati direttamente dalla corteccia di Madre Terra: strumenti per il taglio di precisione della roccia, software e AI per calcolare e simulare le distribuzioni di forze e le possibili sollecitazioni ambientali, sismiche o meteorologiche, così da tagliare le rocce ad incastro perfetto e autobloccante, come in un Tetris 3D.

E fatti per durare; magari pesanti, ma che ti guardano e ti dicono: io da qui non mi muovo.




E, signori cari: la Ricchezza non è mai in ciò che può volatilizzarsi in qualsiasi momento, come i soldi e gli oggettini di consumo, o come il credito che ti è dato sulla fiducia che poi ripagherai in soldoni.

La Ricchezza è in ciò che è stato fatto per restare, e resta, pur con i suoi difetti e limiti. Solo così gli investimenti possono ripagarsi.




Parlando di popolazione, anche ridursi di numero è una cosa che andava fatta, e infatti sta accadendo.

È buona e saggia e la Specie lo sta già facendo nelle zone che ne hanno realizzata la bontà. Certo, è un problema per le strutture sociali, statali, normative e per i conti che prevedevano una crescita continua... Eh, i conti erano sbagliati. Erano una cazzata.

E quindi che si fa?

A Madre Natura non gliene frega proprio un accidente, la biologia andrà dove ha senso andare, e i conticini bisognerà farli tornare in qualche maniera. Io ho già ampiamente dispensato i miei consigli per chi passa di qui, basta che cerchi, oppure chiedi nel campo di ricerca in alto, dove vedi l'iconcina della lente d'ingrandimento.

Mi occupo solo da appassionato di macroeconomia, e queste sono davvero cose da tecnici, come i ponti; ma tecnici e ingegneri devono servire una visione più ampia delle cose e del futuro. Non si governa con l'occhio attento solo ai 2,1% in più. Sempre in più™.




Io, da buon malfidente nell'umanità, ho preferito concentrare le mie strategie in altra direzione, facendo conto che le cose nell'insieme andranno in giro come sbronze per sempre, quindi ciò che veramente aiuta, nella vita di un individuo, sono le sue competenze di navigazione e il modo in cui gioca la sua partita.

Qui nel Gregge puoi trovare molte idee, ma sono idee per l'individuo, cioè uno che annusa l'aria e decide dove andare di conseguenza, lasciando che il branco si scanni per gli ossi e per le allucinazioni sociali.

Qui ci sono idee, software per la mente; puoi passarle al setaccio e vedere se c'è qualcosa che ti viene utile. A questo proposito, se continui a leggere, ti porto un secondo in Nepal.






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