Spinta vitale ed escatofilia nella dimensione sociale


In questi giorni di rieplosione della rabbia iconoclasta dell'estrema sinistra,
mentre l'Italia lentamente di sveglia dalla psicosi da influenza
e inorridisce di fronte alle macerie che riempiono il panorama,
ripropongo questo post del 24/01/2019 che ne sviscera dinamiche e lati oscuri.



Se ti è mai capitato di vincere, sai quant'è bello. Quando vinci tutto ha senso, tutto è profumato di Paradiso, vorresti che quella condizione non finisse mai.

Però c'è anche un Lato Oscuro in questo, ed è che se c'è qualcuno che vince, deve per forza esserci anche qualcun altro che perde, e c'è anche qualcuno che perde male. Così possiamo creare la frase opposta:

Se ti è mai capitato di perdere, sai quant'è brutto. Quando perdi nulla ha più senso, tutto puzza di Inferno, vorresti che quella condizione finisse per sempre.




Possiamo anche dirci che siamo tutti parte dell'energia dell'Universo che si esprime in modi meravigliosi - questo è assolutamente vero - ma di fatto, poi, noi viviamo una realtà quotidiana nel Tempo, la nostra coscienza è ristretta al tunnel dei 5 sensi e alle cose che abbiamo sotto gli occhi, includendo società, conversazioni, media, etc.

Qualcuno potrebbe osservare che la dicotomia vincitori/perdenti è solo un modo di guardare le cose, oppure che "nella collaborazione tutti vincono", che è il principio fondante della mentalità socialista. Ma - la Storia ci insegna - il limite della mentalità socialista è che, come tutte le idee, convince qualcuno e non qualcun altro: il vincente, dotato per natura o per caso oltre la media, non ha interesse a mediare con gli altri, venendo rallentato, quando può vincere da solo. Per questo nasce, in seno al socialismo, quel caratteristico "tic totalitario": se non vi piegherete tutti alla bontà del socialismo con le buone, vi piegherete con le cattive. Questo poi fallisce, e così si torna al punto di partenza - ma i socialisti, a questo punto, hanno una dose doppia di rancore.




E, certo, va considerata in generale l'immensa complessità della fenomenologia umana, per cui anche l'intellettuale che campa di salotti, dicendo belle frasi che gli porteranno simpatie da parte di chi gli fornisce sia l'astice che la pinza per spaccarne il guscio. E anche l'analfabeta multidimensionale che aspetta solo uno slogan su cui impostare il dispiegamento del suo rancore, incurante di una realtà che gli sfugge:


tweet di Flavio Briatore


Viene da chiedersi come certi dettagli possano sfuggire a quelle élite che dovrebbero essere minimamente informate sullo stato delle cose, e non ragionare solo per slogan piacioni. Perché la posta in gioco è un filo superiore alla loro carriera attraverso i salotti.

Siamo animali immersi in complicate società, nelle quali fatalmente c'è qualcuno che vince e qualcuno che perde, qualcuno che stravince e qualcuno che straperde. Non può che essere così, sia perché siamo tutti diversi, sia perché nel momento in cui esistono dei valori condivisi, per forza esiste qualcuno che li incarna meglio e qualcuno che li incarna peggio: basta che esista un valore - qualsiasi esso sia, ad esempio la statura - ed automaticamente esiste una classifica tra individui, qualcuno che vince e qualcuno che perde male. Non si scappa.




Se siamo d'accordo anche su questo, vedi che possiamo ricollegarci alle prime frasi e capire molto della nostra società. Ci sono dei vincitori, che sono tendenzialmente felici, soddisfatti, vedono un senso in ogni cosa, adorano il mondo com'è; e poi ci sono degli sconfitti, che sono tendenzialmente infelici, insoddisfatti, non vedono un senso in niente e odiano il mondo com'è. Ma non vorrei che, quando dico "mondo", tu pensassi alla società umana. No, intendo proprio la vita.

Chiaramente, in un mondo in cui vinci facile, tu non vorresti cambiare niente: ti sembra tutto perfetto - e lo è, per te - quindi finisci per essere un Conservatore.

Se invece sei uno che perde invariabilmente, tu vorresti cambiare tutto: ti sembra tutto sbagliato - e lo è, per te - quindi finisci per essere un Progressista.




Qui dobbiamo notare 2 cose importanti:

La prima è che i due atteggiamenti fanno capo a due visioni del Tempo: i Conservatori al Tempo Ciclico, in cui tutto rimane sempre uguale e ritorna eternamente, mentre i Progressisti al Tempo Lineare (e Progressivo), in cui tutto cambia sempre e va migliorando.




La seconda è che, se con "mondo" intendiamo vita, ci sono cose che si possono cambiare (tipo: meno tasse a chi fa la fame) e cose che non si possono cambiare (tipo: più sesso a chi è sempre rifiutato) e, quando sei stato colpito da queste ultime, sai benissimo che non c'è soluzione. La verità è che sei incazzato come una jena con tutto quanto l'Universo, e nessuno può farci niente. Però tu puoi sfogare il tuo risentimento rompendo tutto, così che anche gli altri soffrano un po'.

In particolare i vincenti.





Vedi, quindi, come si spiega quella strana venatura distruttiva nelle velleità dei Progressisti estremisti. Se il Lato Luminoso della loro espressione è la volontà di alleviare la sofferenza degli sconfitti, il suo Lato Oscuro è quell'inconfessabile risentimento verso i migliori, che si traduce nel subdolo tentativo di distruggere tutto il gioco - quel gioco nel quale non potrebbero comunque vincere - camuffato da tentativo di distruggere solo il LatoOscuro.

Nel fare questo, però, inavvertitamente si trasforma sé stessi in operatori del LatoOscuro, fenomeno rivelato da due aspetti: la rabbia distruttiva e l'impossibilità di avere una medaglia con una sola faccia, da cui consegue che per distruggere quella sgradevole si deve distruggere l'intera medaglia.




Così si verifica che i vincenti, soddisfatti, incarnino il principio La vita è meravigliosa™, la vedono molto sensata, da conservare insieme a tutti i valori che le danno forma, e sono quindi l'incarnazione dell'Uroboro, il serpente simbolo della continuità ciclica.

Così si verifica che i perdenti, insoddisfatti, incarnino il principio La vita fa schifo, la vedono insensata, da distruggere insieme a tutti i valori che le danno forma, e sono quindi l'incarnazione dell'Eschaton, il Buco Nero alla Fine della Storia.




Sì, perché - diciamocelo tra noi che vediamo entrambe le posizioni, come se ne fossimo fuori - vincenti e perdenti ci saranno sempre, niente può riportare tutto in piano, cancellare le differenze. Il solo tentare di cancellare le differenze è puntare all'Eschaton, perché senza differenze Tutto è Uno, cioè non esiste nulla. Il mondo è fatto di differenze, di confini, di discriminazioni. Pertanto, scostato il significato dell'apparente Lato Luminoso delle tendenze Progressiste moderate, ciò che si svela di loro è il Lato Oscuro degli estremisti: la tendenza escatofilica (dal greco antico éskhatos, "ultimo, fine", e philía, "amore") alla distruzione.

È curioso notare, a questo punto, come il termine escatofilia possa tradursi allo stesso tempo come [amore per la fine] e [amore per gli ultimi]. Le due cose appaiono la stessa, e lo sono nel momento in cui diviene chiaro che la costruzione del mondo implica inevitabilmente che esistano degli ultimi, e quindi l'unico modo per evitare che ci siano è porre fine all'Esistenza.




Sembrano avercela con i vincenti, ma in realtà ce l'hanno con l'Universo, ce l'hanno con Dio.

Un perdente saggio è identico ad un vincente saggio: tace, ha un leggero sorriso amaro, sa che non ci sono né vincitori né vinti ma solo entità che si trascinano tra Paradiso e Inferno, e lascia che il cielo continui a ruotare finché vorrà.




Gli unici atteggiamenti utili sono sportività, compassione ed equilibrio.



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