3 prospettive sull'oscurità




Spesso qui parliamo di Lato Oscuro, ed è qualcosa che facciamo qui perché raramente qualcun altro ne parla altrove. La ragione di questo è che gli umani tentano di darsi sicurezze affermando - i filosofi dicono in modo positivo, cioè che pone, crea, istituisce. E una volta che abbiamo creato, ci diciamo che quella è una realtà, solo per modestia non diciamo Verità, anche se poi ci sono i burini e i boriosi.

D'altra parte siamo entità che galleggiano nel Mistero, in assenza di qualsiasi sicurezza. Non è un caso che la sicurezza sia uno dei principali temi con cui ci si vendono i politici, insieme alla novità (di ciò che già conosciamo non ne possiamo più) e al cambiamento (molto vicino alla novità, fa leva sull'insoddisfazione ed alimenta la speranza).

Ecco, la frase che hai appena letto è uno degli esempi di che cosa facciamo qui: rivelare gli schemi con cui la nostra realtà mondana è costruita, così da smontarne il potere.

Il Lato Oscuro quindi è composto, potremmo dire, di tutte quelle cose che non vediamo anche se ci sono, e non le vediamo per varie ragioni: perché non ci piacciono, perché sono nell'ombra di ciò che poniamo, oppure perché semplicemente sono indicibili. Per poterne parlare, quindi, ci vogliono stomaco forte, riflessione e intuizione, perché dove il Lato Oscuro affonda nell'indicibile non possiamo più dirne nulla, ma possiamo parlare intorno al Buco Nero, fino a farne apparire i confini: alla fine non sapremo che cos'è, ma vedremo che c'è e dov'è.

Ho pensato quindi di scattare 3 foto col flash all'oscurità, da 3 angolazioni diverse: fuori, dentro e oltre.




► Ciò che neghiamo fuori

Partiamo soft, così i neuroncini hanno il tempo di fare stretching.

Il Lato Oscuro del mondo fuori da noi è la somma di tutte quelle parti che vorremmo non ci fossero, per i più svariati motivi. Emerge di fronte alla frase: La vita è meravigliosa™.

Vorremmo che tutto fosse un giardino pieno di frutti e cibo e amore, solo che, nascosto nell'erba, c'è il serpente. Giri la mela e c'è un grosso ragno. Che bella l'estate però le zanzare. Passa qualcuno che risplende e ti senti rabbuiare. I rabbuiati si rendono forti con l'unione, e dopo un minuto qualcosa sta bruciando, e va ancora bene, perché dopo un altro minuto qualcuno sta bruciando.

Se tutti fossero generosi e giusti come me nessuno morirebbe di fame, però, cazzo, troppe tasse, e c'è gente che muore di fame con le mosche addosso, mentre io non arrivo a fine mese senza rinunciare alla PayTV e questo mi rende furioso! 

La mattina dopo ti svegli con un cancro che ti ha già mangiato mezza faccia, e all'improvviso non ti preoccupi più della PayTV. Figurati quanto te ne frega la sera, quando muori. Il che non è un problema perché tanto muori lo stesso, prima o poi, anche senza cancro. Ma di cancro è comunque più probabile. Per fortuna almeno sarai solo come un cane in quel momento, quindi non darai troppo fastidio a chi si sta divertendo mentre tu te ne vai.

Ok?

Questo è il Lato Oscuro del mondo fuori, in estrema sintesi. Potrei scriverci 100 pagine, ma credo che ci siamo capiti: La vita è merDavigliosa.




► Ciò che neghiamo dentro

Il Lato Oscuro di noi stessi è il rovescio dell'Ego, lo creiamo ogni volta che tentiamo di definirci per darci dell'autostima. Se c'è solo un occhio che guarda attraverso un corpo di scimmia, un occhio alieno che accetta tutto, è un conto. Ma se ho bisogno di credere di essere questa scimmia, con questi nome e cognome, e di essere una brava persona, ho già creato delle ombre: io non sono altre scimmie o altro ancora, non ho tante personalità ma una soltanto, ed è l'opposto di una cattiva persona.

Se sono uno che va in aiuto degli altri che hanno bisogno, non sono uno che se ne frega. Se sono uno che ha dei valori, non sono un nichilista. Se sono onesto, non sono disonesto. Se sono cristiano non sono ateo. Se sono forte non sono debole.

Insomma il mio Lato Oscuro è l'insieme delle etichette opposte alle etichette con cui mi definisco.

E naturalmente io non sono ciò che penso di me, ma sono ciò che sono, un mistero alla radice e un animale in superficie, che vuole solo sopravvivere e accoppiarsi; quindi qualche osservatore esterno potrebbe facilmente evidenziare le contraddizioni tra ciò che dico/credo e ciò che faccio, tipo l'inflessibile onesto che esige che tutti paghino le tasse, ma quando chiama l'idraulico è ben felice di non pagare l'IVA e tenersi in tasca i soldini. È giusto un esempio, ci si potrebbe sbellicare facendo lo stesso esercizio con i bigotti, i kompagni (tutti komunisti finché non diventano ricchi) e tante altre divertenti categorie di identificazione.

Un'altra cosa che succede, quando mi voglio autoconvincere di essere quella persona (maschera), è che tutto ciò che rifiuto di me lo proietto fuori, sugli altri, e questo innesca quel simpatico teatrino per cui punto il dito a destra e a manca accusando qualcun altro di tutti mali del mondo, senza rendermi conto che, nel fare questo, sto producendo la continuazione dello stesso vecchio gioco: tutti quelli che vogliono distruggere qualcun altro pensano di essere la Luce del mondo che vuole dissipare l'Oscurità, solo a cose fatte si accorgono di avere una svastica in fronte.




Ciò che neghiamo oltre (anche perché è indicibile)

Siamo infine all'oltre, l'indicibile.

Possiamo identificarne più strati, a cominciare da tutto ciò che viene messo in ombra da ciò che affermiamo, è il negativo del positivismo, è lo spazio che viene evidenziato dalla materia: se dico che in Italia non si fanno più figli perché non c'è lavoro, non sto dicendo una falsità, ma se mi fermo lì non considero che la vita costa tantissimo e i soldi sono pochi, e se mi fermo lì non considero che altra gente potrebbe essere delusa dalla vita, e se mi fermo lì non considero che altra gente detesta il Sistema, e se mi fermo lì non considero che altra gente vede come follia il continuare ad aumentare senza fine quando siamo 7,6 miliardi, e se mi fermo lì non considero che altra gente se ne frega e se la gode, e se mi fermo lì non considero che altra gente è solipsista, e se non mi fermo mai non smetto mai di parlare, ma forse dovrei, o forse dovevo tacere fin dall'inizio.

Insomma, ci sono degli interstizi tra tutte le cose che possiamo dire su qualsiasi cosa, e in quegli interstizi, se osserviamo con attenzione, emergono nuove strutture e collegamenti che c'erano già prima ma erano resi invisibili dalle parole (e anche dall'ignoranza, cioè il non-noto).

Chi afferma qualcosa sta sempre mentendo in qualche misura, è importante saperlo, soprattutto se/quando lo si fa. È il minimo dell'onestà ammetterlo, come qui faccio, così che il lettore sappia quant'è più profonda la tana del Bianconiglio rispetto a ciò che si può dire.




E, a proposito di questo, andiamo diretti verso il massimo dell'oltre, fino a sfiorare l'orizzonte degli eventi del Buco Nero: quando si parla di un certo qualsiasi àmbito, si tende a non realizzare che si è, appunto, all'interno di quell'àmbito, che non è avulso da un altro che lo contiene. È il ragionare, ad esempio, solo per concetti relativi al Sistema umano, dimenticando che questo è contenuto e costruito all'interno del sistema Natura.

Questo è il concetto fondamentale dei teoremi di incompletezza dell'amico Gödel, e non c'è limite alla loro applicabilità, per cui diventa evidente che perfino la realtà, l'Universo, e con essi tutta la nostra logica e i nostri concetti - che sono strumenti atti ad operare all'interno di questo sistema logico - sono a loro volta contenuti in un oltre.

E questo oltre è al di là di qualsiasi cosa possiamo dire o pensare, è il fuori di qualsiasi cosa che possa essere qui, non solo in questo mondo, ma soprattutto all'interno di questo cervello di scimmia con la sua architettura funzionale e la sua biochimica.

È l'oltre numero Uno, che non può più essere superato e dove ogni cosa si dissolve.

È il Non Plus Ultra.

Sua Santità il Buco Nero.





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