Lingua e piacere
Ciao :)
Con un titolo così sapevo che saresti corso a vedere, ma anche se ti parlerò del piacere della lingua questo non è un post specialistico sulla stimolazione clitoridea. La lingua in questione è quella che emetti dalla bocca, che giustamente si chiama lingua perché senza quel muscolo in bocca non riusciremmo ad articolare il campionario di suoni che emettiamo di continuo e che tu vedi qui rappresentato graficamente come scrittura. Tuttavia sempre di piacere si tratta, perché il linguaggio non si esaurisce nel muscolo lingua ma ha la sua centralina di controllo in un'area del cervello che prende il nome dal suo scopritore Broca e che si occupa di trasformare i tuoi pensieri in parole e di gestire la muscolatura in modo da emettere i suoni corrispondenti, mentre un'altra area scoperta da Wernicke traduce i suoni che senti in concetti ed attiva i circuiti neurali corrispondenti dandoti piacere; così, se io ti porto in un lampo dalle lontane galassie al profumo dell'aurora al gusto amarognolo della rucola sulla lingua che ti rimbalza nel cranio e si proietta come un raggio fino a Marte, il pianeta rosso dedicato al dio greco della Guerra e della Virilità, quindi al pene che entrando nella vagina produce la vita come me e te e migliaia di generazioni di scimmie capaci di sognare, ti faccio lampeggiare il cervello fino a stordirti con tutta la serotonina che hai consumato per il fuoco di fila dei neuroni.
Lingua.
La lingua è quasi tutta la nostra vita: noi parliamo, quando siamo ad un tavolo insieme, quando guardiamo la TV, quando leggiamo un giornale, quando usciamo la sera, quando lavoriamo, essenzialmente non facciamo altro che parlare, che è un comportamento: noi siamo scimmie che per la maggior parte del tempo emettono piccoli suoni dalla bocca, e siamo convinti che abbiano un significato. Quando non parliamo con la bocca parliamo a mente, le nostre aree di Wernicke e di Broca lavorano di continuo e si parlano da sole, molti di noi sono semplicemente drogati di linguaggio, parlano, parlano, parlano, a voce o a mente non importa, e sono convinti di avere una vita mentre parlano e basta. Alcuni sono talmente tossici che non riescono a smettere neanche quando gli parli tu e ti parlano sopra, proseguono con il loro monologo da tossici, parole su parole a ruota libera, le stesse di ieri e dell'altroieri, come un mantra senza fine. Quando non sai più cosa dirti vieni qui sul Gregge e ti parli leggendo questi strani simboli che stai leggendo, ma sei sicuro che ti dicano quello che ti sta risuonando nella mente? Sai se io intendevo quello che stai capendo? È la mia voce o la tua?
E al di là del linguaggio che cos'è il mondo?
Il linguaggio è uno strumento per capire e comunicare il mondo, ma quanto è aderente alla natura del mondo? Quanto lo deforma? Ogni strumento dà la forma a chi lo usa: una penna ti insegna ad impugnarla, un'automobile ti insegna a guidarla e uno smartphone fa lo stesso: quando padroneggi le sue possibilità impari a fare ciò che fai attraverso ciò che ti permette mentre escludi ciò che non ti permette di fare. Se tu pensi e capisci il mondo attraverso il linguaggio, quanto del tuo pensiero e del mondo che credi di vedere è filtrato dallo strumento linguaggio? Quanto è andato perso nella traduzione? Quante cose non vedi e non consideri perché la lingua non ti permette di gestirle?
Ed è possibile pensare il mondo senza usare le parole, sia a voce che a mente?