Giro-giro tondo...




Per molti versi avanzare nella vita è come esplorare un tunnel buio con una piccola torcia in mano che, mentre procedi, ti permette di vedere qualche dettaglio del luogo, qualche faccia della gente che incontri, qualche parte degli impianti che lo percorrono. Con il tempo cominci a notare ricorrenze e, se la luce che hai è sufficiente, cominci a capire alcune cose per cui avanzando modifichi qualche strategia, eviti certi passi falsi, e procedi più tranquillamente.

Il mio "problema" è che per qualche ragione mi sono trovato in mano un cazzo di bengala, per cui il mondo che io vedo è strapieno di ricorrenze e meccanismi; quel bengala deve essere radioattivo ed emettere raggi X perché vedo anche un sacco di roba in trasparenza, e tutto è una copia di una copia di una copia.




Vedo l'intero arco di miliardi di vite dalla nascita alla morte, vedo l'Universo dalle sue nascite alle sue morti, vedo i meccanismi al lavoro nelle persone, le vedo illudersi e poi disilludersi, le vedo negare, rimuovere e contraddirsi, le vedo truccare i conti, ne vedo le piccole e grandi falsità consapevoli e inconsapevoli, le vedo gioire e soffrire, credere e combattere, sperare e fallire; vedo le culture una di fianco all'altra, le differenze e le ricorrenze tra loro, e ne vedo le ragioni antropologiche; vedo come tutto sia fatto di anelli e di cicli sempre diversi ma sempre uguali, vedo che molti vivono la propria vicenda credendo veramente che sia speciale mentre è solo l'ennesima copia del solito anello, e tutto questo fa sì che io, al mio anello, non posso più crederci, non mi ci diverto più.

Non è che capisco che le nostre apparenze sono solo convenzioni superficiali: lo vedo, lampante, con tutta l'ilarità che questo comporta.

E mi sono aliene.




È una banale questione di prospettiva: quando sei dentro al Gioco e ne vedi solo un pezzo ti sembra un romanzo, ma quando vedi l'anello completo con tutte le sue varianti, lo vedi da fuori e ne prevedi ogni angolo con tutte le sue conseguenze, non c'è più alcun gusto. Potrei recitare la parte, certo, se ne avessi voglia e tanto per intrattenermi, ma lo farei con gli occhi freddi di chi è ad anni luce di distanza mentre pilota il drone-scimmia con la sua faccia, e l'aspetto peggiore è che il ruolo è tremendamente noioso. Come ho detto, mi diverto in altro.




Posso sembrare un bastardo, lo so, perché nel dire quello che vedo, a qualcuno rovino la sorpresa; scrivo dei terribili spoiler del film della vita, ma dovete capirmi: cerco di sentirmi in compagnia, e grazie al cielo anche tramite il blog ho trovato qualche altra anima simile che vive la mia stessa situazione; siamo propaggini terminali del processo biologico, persone arrivate al capolinea: abbiamo visto dietro le quinte, le foto non-photoshoppate, il trucco è svelato e quindi lo spettacolo ci fa sbadigliare; abbiamo chiuso con il teatrino. Il gioco continua per chi non l'ha ancora capito bene ed è convinto di essere il proprio personaggio, la propria maschera; ma per chi ha visto il disegno completo e sa come si svolge la trama e come la storia va a finire, ci sono solo le riviste nella sala d'attesa per la cremazione.

Come dire: livello completato. Non c'è più niente da fare seriamente qui. Non c'era mai stato.




Capiamoci: ci sono tante belle cose da vedere e tante cose divertenti da fare, ma di certo non vale la pena di prendersi troppo sul serio nel fare/essere qualunque cosa, e soprattutto non vale la pena di farsi tirare dentro in qualunque Guerra Santa come i fini della Nazione, dello Stato, della Civiltà, di una Religione, della sopravvivenza della Specie o della tua, se è per questo.

Invertendo si scopre che potremmo essere già morti, che il Mondo Materiale a cui stiamo aggrappati potrebbe essere l'Inferno: questo è il luogo dove ardi per sempre nella servitù del denaro per la soddisfazione dei bisogni, sotto la spinta animale ed istintiva verso un Fine Trascendente.

Non possiamo essere più morti di così.

Se siamo Dio che si fa carne allora ha senso vivere come dèi oppure tornare ad affondare nell'Uno, la Latenza Quiescente. Abbiamo fatto un tour nell'Eden, il migliore dei mondi possibili: chiamiamola la Prigione della Materia.

Per niente e nessuno vale la pena di mettersi a vivere male: l'Umanità è un Gioco, una recita, una finta. La Storia è il videogame di una specie di scimmie nude. Noi siamo la nostra TV, ed è importante capirlo; si tratta di un'allucinazione in cui molti attori si sono talmente calati nella parte che hanno cominciato a crederci, hanno dimenticato che era una recita e così la rappresentazione ha preso vita e per molti, moltissimi è diventata la Realtà.


Non lo è mai stata; sotto allo strato di questa recita c'è quello che c'è sempre stato: cicli e cicli e cicli senza fine e senza senso di propagazione biologica, che non è niente di male se non fosse che oggi questo gioco è diventato una prigione, resa solida dalle nostre stesse abitudini e dalla nostra stessa fame inestinguibile di cose ed accessori per continuare a recitare. Ci siamo ingabbiati da soli, ci siamo costruiti attorno un muro dimenticandoci di metterci una porta, il cemento si è rappreso e siamo rimasti chiusi dentro.

La Storia, la Società, la nostra Cultura e la nostra Vita, qui e oggi, sono solo un tragico equivoco, un brutto sogno da cui svegliandosi si ha solo da guadagnare.




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