Espansione del discorso sul Fondo
Spieghiamo meglio che cosa significa quel Vivere sul Fondo.
Una prima indicazione utile è che costituisce la logica prosecuzione del post ancora precedente Non credo alla Fragilità, per cui gli elementi in gioco sono sempre l'[io] e le Illusioni.
In fondo sto producendo molto ma è come se stessi scattando centinaia di fotografie, da angolazioni diverse, alla stessa identica scena che è una rappresentazione di come funziona la psiche nel suo insieme nei termini di ciò che ci interessa da utenti nella vita pratica.
So bene per esperienza che capire qualcosa di così evanescente dall'interno è difficilissimo, soprattutto se la rappresentazione della scena è vista solo in una foto. Dato che ciò di cui parliamo è astrattissimo, la scena va interpretata e non ci sono mezzi per forzare l'interpretazione corretta nel Lettore (caro Lettore, caro, caro... pciù! Smack!) ed è anche vero che parlare di Illusioni non è chiaro per chi le ha, perché per lui/lei non sono affatto Illusioni ma la Realtà, e allora tenta di discernere che cosa sia Illusione e che cosa Realtà, e sbaglia:
► le Illusioni sono tutti i punti fermi che crediamo di avere, qualsiasi cosa crediamo di sapere.
► la Realtà è quel qualcosa che vediamo attorno e di cui, in realtà, non sappiamo un fico secco.
Sai che cominci ad avvicinarti al punto quando ti guardi attorno con totale meraviglia e ti rendi conto che è inutile pensare qualunque cosa, attribuire qualsiasi idea ad un oggetto di percezione perché non sai nulla: sia ciò che percepisci sia ciò che ne pensi sono fenomeni nella Mente e qualsiasi sia la cosa che prendi per punto fermo è un aggrappamento e a qualche livello potrebbe tradirti.
Il termine aggrappamento ci suona molto bene nella metafora dell'acqua, dell'annaspare, del lasciarsi andare, del fondo, del nuotare come pesci in un mare di Coscienza; proviene dall'Illusione dell'Ego di essere qualcosa anziché la consapevolezza di non essere niente né nessuno, solo una forma in un infinito ribollire di forme che chiamiamo Vita.
L'Ego, l'Idea di Sé coerente e coesa, precisa e controllata, non mollerà mai e tende ad aggregare in sé ogni altra cosa, da qui la Fame Inestinguibile™ della nostra società, emanazione del Desiderio moltiplicato per ogni persona che ne è schiava, si accresce e non può pensare/accettare di dissolversi, ecco perché il terrore della Morte e di conseguenza del Sesso, e sicuramente l'orrore dell'orgasmo che è un assaggio di come può suonare la dissoluzione di sé. Il senso e l'idea di Dissoluzione fanno orrore all'Ego e li rifugge tentando di aggrapparsi a qualcosa, qualsiasi cosa: un'icona, una religione, un partito politico, una persona, un progetto, tutte vie per unirsi ad altro che durerà oltre me stesso e che sperabilmente mi porterà con sé evitandomi la Dissoluzione. Maggiore è la magnetizzazione che una certa - qualsiasi - cosa esercita su di te, maggiore è la chiarezza dell'aggrappamento che l'Ego manifesta per salvarsi.
Ogni forma di aggrappamento è il fenomeno visibile del sentimento interno all'Ego della Paura, che è in ultima istanza Paura di Dissoluzione.
L'Odio è il sentimento di rabbia profonda che emerge dalla Paura di Dissoluzione e si indirizza verso qualcosa che si crede responsabile di almeno una parte dei rischi concreti: così è l'odio razziale, verso i gay, verso i politici, verso le banche, verso qualunque cosa o persona che riteniamo un potenziale pericolo, diretto o indiretto, per la nostra coesione psico-fisica e/o delle cose che abbiamo aggregato attorno a noi (possessi e attributi, titoli).
Il Controllo di ogni cosa è un altro aspetto della questione: la Paura è costante ed inestinguibile, quindi ogni nostro sforzo va nella direzione di stabilizzare il più possibile il nostro ambiente in modo che nulla sia imprevisto e che non ci siano falle nel nostro Controllo. Perdere il Controllo è un pensiero che porta immediatamente la Paura alle stelle, in ciò che chiamiamo Panico.
Il Fondo di cui parlavamo, quindi, che qualcuno avrà visto come un posto terribile, è quel posto in cui ti ritrovi quando molli. Mollare è visto culturalmente come un male, una cosa brutta, invece è la libertà.
Mollare significa lasciare che le cose vadano come devono andare, succeda quel che succeda.
Molli quando non ti interessa più la tua coesione, puoi anche morire da un momento all'altro e chissenefrega. Questo è il punto di partenza. Le prime e più dirette conseguenze sono che smetti di controllarti in ogni cosa quindi fai e dici quello che ti viene, anche in questo senso è lasciarsi andare, che non significa necessariamente trascuratezza, può anche essere lo sbattersene di qualunque cosa gli altri possano pensare, tanto la cosa peggiore che possono farti è ucciderti, ma a te non frega niente.
Smetti di aver Paura quindi smetti di odiare.
Smettendo di aggrapparti a idee, cose e persone non credi più in niente, non ti interessano più gli oggetti - tranne quelli che ti servono o ti gratificano in qualche modo - e per quanto tu sia in generale ben disposto con le altre persone di certo non ti ci aggrappi più, quindi cadono tutte le distorsioni nei rapporti dovute all'Aggrappamento/Paura, quindi non ti innamori/fidanzi/sposi necessariamente né ti interessa mettere al mondo altra gente, perché sarebbero solo altre forme transitorie in questo show di meteore che solcano la Materia, chiamate a formarsi dalla non-esistenza solo per dissolversi poco dopo, attraversando lo show e scoprendo che l'unico modo per essere in pace è rinunciare a volerci essere o, ottimizzando, non esserci direttamente.