Mai dire "TI AMO"!


Sentimenti ed emozioni sono per definizione nella sfera dell'irrazionale. Sono cose che si sentono, stati di coscienza, e sfido chiunque a darne una descrizione verbale che sia capace di esprimerne l'essenza percepita. Probabilmente finiresti a balbettare qualcosa di biomedicale sull'accelerazione dei battiti cardiaci o la sudorazione o altri fenomeni della dinamica anatomo-esocrina dei genitali; insomma una performance piuttosto imbarazzante.

Certe cose non si possono esprimere. Punto.

Il problema è che noi diamo fiato alle trombe per molto meno, per cui quando ci troviamo investiti da una forte emozione sentiamo l'irrefrenabile tentazione di esprimerla a parole ma, essendo indicibile, finiamo invariabilmente per dire qualche stupidata.

Per ovviare al problema abbiamo coniato dei termini che ci fanno da "maniglia" per indicare sensazioni/emozioni che consideriamo condivise; ad esempio quando diciamo "paura" facciamo conto che l'altro sappia che emozione è e che cosa si prova, per cui con quelle cinque lettere riusciamo a farci capire anche se non saremmo in grado di descrivere l'emozione sottostante, se non nei termini ospedalieri di cui sopra.

La cosa però in altri casi si fa parecchio più complicata.
Il più ambiguo di tutti i sentimenti, quello con il più ricco campionario di significati diversi e soggetti ad interpretazione personale e culturale, è naturalmente l'Amore.

Quando io, sempre con cinque lettere, dico "amore", mi riferisco ad un sentimento che provo tale e quale per un sacco di cose: la mamma, il cielo azzurro, il cane-lupo che avevo da bambino, l'amico/a intimo/a, il cielo stellato, un branco di squali-martello che ho visto in un documentario, etc.
In vari gradi, è sempre quella stessa indescrivibile sensazione di qualcosa che si gonfia nel petto, che accenna ad inumidire gli occhi, che mette un senso di ricca armonia.

Quando invece - con qualche lettera in più - dico "arrapato" mi riferisco ad un sentimento che provo a volte verso un'amica, il più delle volte verso una perfetta sconosciuta, e altre volte verso nessuno in particolare, non sono così choosy.
Non tento di descriverne la sensazione perché immagino sia cosa nota e condivisa, poche interpretazioni qui.

Quando si tratta di "amore" verso una persona, un abbraccio è un ottimo modo di esprimere il sentimento. L'abbraccio porta l'uno contro l'altro, e in certe occasioni puoi sentire la sensazione come di un getto di energia bianca che prorompe dal petto e sembra riversarsi nel petto dell'altra persona. Questo corrisponde, nell'interpretazione del flusso energetico attraverso i sette Chakra, alla posizione e alla funzione del quarto di essi, detto appunto Chakra del cuore e associato all'amore e all'affettività. Nella mia esperienza questa sensazione di getto dal petto non capita sempre, ma solo nei momenti migliori, di maggior condivisione, di maggior "risonanza". Altri modi di comunicare quest'emozione/sentimento sono lo sguardo, i gesti, il tono della voce, le carezze, le attenzioni, e sono tutte cose che non hanno bisogno di sottotitoli né commenti: si tratta di un tipo di comunicazione vecchio più dell'uomo ed efficacissimo, completo.

Ma è qui che le cose possono complicarsi, se anziché limitarti alla comunicazione del corpo passi nella sfera del linguaggio, non sapendo - o non credendo - che la Parola è potente, la Parola è magica, e può lanciare incantesimi e maledizioni.

La ragione di questo è che viviamo immersi in una cultura, e sventuratamente ci sono situazioni che essendo legate alla riproduzione - funzione fondamentale per la Vita - sono sommerse da strutture socio-culturali piuttosto vecchie e obsolete, sporche di vecchi dogmi e tabù, e quando ci si avventura fuori dalla comunicazione animale/energetica e si pronunciano delle parole, che sono simboli portatori di significato astratto, si invocano forze occulte.

Con le cinque lettere "ti amo" il più delle volte si sta invocando la dannazione eterna su quel rapporto.

Quelle semplici, stupide, cinque lettere possono indurre nella mente del destinatario la formazione di un castello di significati tra cui: tassativa esclusività sessuale, impegno eterno (finché dura; di norma da 4 a 7 anni), acquisto cane/gatto entro 12 mesi, fidanzamento ufficiale, presentazioni ai genitori, matrimonio, casa, mutuo, figli, uno che dorme sul divano, divorzio, alimenti, e poi torna tutto come prima di entrare nel frullatore, con la differenza che il rapporto è compromesso per sempre, e spesso anche il potere d'acquisto.

Quindi, a meno che tu, per ragioni tue, non intenda dire esattamente le cose elencate qui sopra, tieni bene a mente: mai dire "ti amo"!

Anzi, per l'esattezza, il mio consiglio è di non parlare mai del rapporto e delle emozioni in gioco, in tutti i rapporti che hai; tenere sempre a mente che la saggezza tace. Finché non metti in mezzo parole va tutto bene, perché la relazione mantiene la sua dinamica fluida e naturale; è quando cominci a parlare e quindi a creare costruzioni di significati, miti, illusioni, accordi, paletti, divieti, aspettative, che tutto comincia a stringersi e si avvia alla tragica conclusione; ogni parola pronunciata è una sbarra della prigione, una via che si chiude, un passo in più verso la distruzione di una cosa che era e sarebbe rimasta bella, forse per sempre, anche dopo la fine naturale del ciclo dell'ossitocina.

Sii libero e non rubare la libertà altrui, nel modo più assoluto. Se parli, che sia per riaffermare la libertà e l'indipendenza. Non promettere ciò che non puoi sapere e controllare.

Che le cose siano ciò che devono essere per loro natura, tanto non avrai comunque nessun potere, nessuna possibilità di influenzarle, nessuna garanzia, nessuna certezza, mai.

Lascia che sia come Natura vuole, tanto alla fine vince sempre Lei.

Shhh.


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