Sei un Virus?




Un paio d'anni fa ero a cena con amici, ragazzi, metà dei quali in attività nella Musica, e uno in particolare attraversava una fase di frustrazione perché conduceva una vita che agli occhi di altri appariva doppia: da una parte artista, dall'altra figlio di qualcuno e fidanzato con qualcuna.

Le due cose non sono necessariamente in conflitto tra loro, ma possono esserlo in un certo sistema di idee; nel suo caso - tutt'altro che raro - chi percepiva un profondo conflitto nella cosa erano ovviamente la fidanzata - in primis - e i genitori - a ruota.

La sua frustrazione proveniva dal fatto che lui era felicissimo di continuare a fare musica, la sua grande passione, ma all'Ufficio Anagrafe qualcuno continuava a far avanzare le lancette invecchiandolo di un anno ad ogni anno che passava, senza sconti, con burocratica pedanteria, e questo agli occhi altrui appariva come un'ineluttabile sterzata da attuare verso un modello di vita ben preciso: lavoro, ufficio, matrimonio, figli, altro giro di Giostra.





A lui questo modello interessava meno di zero, e si lamentava quindi con noi delle continue pressioni che riceveva dalle persone a lui più vicine - fidanzata e genitori - che lo mettevano seriamente in tensione e frustrazione: cercava di fare la sua vita mentre tutti attorno gli tifavano contro.

Mi sono trattenuto per un po', perché anche gli altri amici in fondo ritenevano che i genitori e la fidanzata avessero ragione: in ultima analisi non puoi sottrarti al tuo destino di Persona Normale™, scherziamo? Ma ad un certo punto ho sbottato: «Eh, certo! Mica ti hanno messo al mondo per divertirti!» che, nel mio Universo, è l'esposizione impietosa dei paradossi della vita umana.

«Perché metti al mondo qualcuno?» è una di quelle cose da non chiedere mai, così come - dopo aver detto qualcosa a qualcuno - «Mi ripeteresti quello che ti ho appena detto?». È una questione di cortesia, galateo, educazione: ci sono cose che espongono il paradosso di tutto quanto, tutti lo sappiamo e ciò che facciamo è girargli accuratamente attorno, portando avanti la nostra recita, sorridenti e brillanti, come se tutto avesse un preciso, intenso ed ovvio significato, come se fossimo volontari e soddisfatti, quando la realtà è che brancoliamo nel buio seguendo delle rotaie, perché fuori dalle rotaie siamo persi nel nulla e finisce che cominciamo a pensare, e, quando cominci a pensare, la prima cosa di cui ti rendi conto è che nulla è certo e nulla ha senso.




La stessa cosa da una diversa prospettiva mi è apparsa diverse sere fa, chiacchierando con una coppia di amiche; una delle due raccontava di essere rinsavita di recente, avendo capito che è la sua esperienza della vita ciò che conta, e non l'esecuzione di una Programmazione che la voleva madre ad ogni costo, cascasse il mondo; ma aveva passato il decennio precedente puntata su quell'obiettivo in modo così feroce che era disposta a tutto: l'inganno, il tradimento, qualunque cosa pur di realizzare ciò che le era stato piantato in testa fin da bambina.




In altre parole avrebbe benissimo potuto capitare a qualsiasi maschietto di ritrovarsi padre per sbaglio (Ops!) e a qualche altro povero cristo di ritrovarsi al mondo semplicemente perché una donna era programmata per uccidere - o meglio in questo caso programmata per mettere al mondo, che non è un più nobile intento, soprattutto perché dietro non c'era nulla di vagamente prossimo all'amore, era solo e semplicemente Ego, Programmazione Culturale, una cosa che [io] devo fare per essere completa perché così mi hanno detto.

Spesso questo avviene non per un vero desiderio di condurre una certa vita, fondata su valutazioni di opportunità di creare una nuova esistenza, ma è semplicemente il modo in cui ragazze che non sono né carne né pesce, inutili e insensate ai loro stessi occhi, tentano di darsi un significato - certamente esaltato nella Società - diventando madri.

Ecco, vedete?!? Non sono uno ZERO! Sono una madre! Sono stata brava, eh?!?




Drammatico a dirsi ma spesso è questo il vero motivo per cui esisti e sei qui alle prese con Merkel, Equitalia, crisi dei Debiti Sovrani, Ebola, immigrazione: ti mettono al mondo, ti donano la vita, e tu potresti pensare che sia un'opportunità di realizzare qualunque cosa tu voglia, invece no, nel momento stesso in cui metti la cucuzza fuori dall'utero hanno già pensato a tutto per te e il tuo destino è, in essenza, percorrere la stessa rotaia e ripetere il giro di Giostra da capo.

In sostanza ti hanno programmato installandoti la stessa Programmazione che ha causato la tua esistenza: sei un Virus.




Ecco perché l'unico modo per uscire dal loop è diventare consapevole della situazione, cioè svegliarti all'improvviso dalla cieca esecuzione della Programmazione, accorgerti che è un incubo, e arrestare l'esecuzione del Programma, fare un bel CTRL+ALT+CANC e arrestare il Sistema. Da quel momento il tuo stream biologico-genetico è avviato all'uscita di scena lasciando qui nel Mondo Materiale quelli a cui piace tanto, che in realtà non esistono: è pieno di virus, persone che stanno facendo girare il software e che non vogliono assolutamente mettersi a pensare, a vedere, a conoscere; sono qui, con i denti stretti, le labbra distorte e tese, con la testa incassata tra le spalle e le mani a coprirla, gli occhi strizzati per non far filtrare nemmeno un filo di Luce, e sperano solo che niente li investa nell'immediato, mentre stanno aggrappati alla loro rotaia facendo i Bravi Bambini™ nella speranza che la buona condotta gli risparmi guai più grossi.




Il dramma di tutti però è che - anche se cercano di non pensarci - sanno che non hanno scampo: là avanti la Nera Signora li aspetta per tagliare il filo che tiene il loro Ego acceso, e questa sì che è una cosa spaventosa! Non è che amano la vita, è che odiano questa situazione in cui virus come loro li hanno messi, ma ormai sono qui e ripetono la Programmazione ancora e ancora, mettendo altri ancora nella loro situazione ciecamente, senza neanche pensarci, come dei robot che devono assolutamente fare quello che gli è stato detto di fare.

Virus.



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