Il club dei Solipsisti




Se scrivo per te è perché ti accredito almeno una possibilità di esistere davvero, ti pare? Che senso avrebbe scrivere in un blog se fossi convinto di esistere soltanto io?

Però quello che sto per dirti - dopo tante esitazioni - è proprio il Lato Oscuro del mio possibilismo filosofico. Oscuro non perché sia maligno o spaventoso, ma solo perché di norma non è visibile. E te lo dico perché sono sinceramente convinto che contemplare questo lato sia molto salutare, anche nel caso in cui fosse fallace. Quindi lo condivido con te.




Dunque, il mio atteggiamento di fronte al fenomeno dell'Esistenza è di contemplare tutte le ipotesi che riesco a pensare, in tutte le direzioni possibili; questo significa che tra le possibilità c'è anche il Solipsismo, cioè l'idea che dietro al circo del mondo e alla scimmia che in questo momento sta digitando queste parole, ci sia nientemeno che l'Occhio di Dio, e siccome Dio ha un sacco di tempo a disposizione, in questo momento sta mangiando popcorn mentre si immagina la mia vita in questo mondo, in tutti i dettagli, e sta facendo soltanto questo.




Qui vedi già un buon esempio di quant'è facile non sembrare pazzo: non importa che cosa pensi, ciò a cui devi fare attenzione è a che cosa credi.

Perché io non credo che le cose stiano così, semplicemente non sono ancora riuscito ad escludere la possibilità. E - da quel che dicono anche altri, che potrebbero esistere - non sembra ci sia alcun reale argomento contro il Solipsismo, l'unica cosa che si può fare è ridacchiare all'idea che si incontrino due solipsisti, e ridere è sempre segno di buona salute mentale, per questo il titolo del post parla addirittura di un Club!




Il mio atteggiamento di default nel mondo è la versione democratica del Solipsismo, nota anche come Universi Paralleli; è supportata dalla Quantistica oltre che dal buddismo, dall'induismo e molte altre fonti, e cioè: sì, l'Occhio di Dio è dietro di me ma è anche dietro a chiunque altro e qualunque altra manifestazione del mondo, dal moscerino al cactus, dalla molecola d'acqua all'elettrone. Molto democratico, molto bello, molto sano. C'è la versione col mondo unico e condiviso e c'è la versione con gli universi paralleli veri e propri, in cui ognuno fa il suo viaggio nel suo universo che ogni tanto incrocia gli altri in una delle infinite possibilità dei loro percorsi, mentre ogni tanto è per i fatti suoi.

È solo che qui consideriamo la versione egoistica.




La versione egoistica ha dei vantaggi. Uno di questi è che risulta facilissimo spiegare i fenomeni di sincronicità e l'interpretazione simbolica di ogni elemento della vita "reale", che a questo punto diventa davvero come un sogno: un corvo si posa sul tuo davanzale e ti guarda? Ha un significato. Incontri una certa persona in un certo momento? Ha un significato. Qualsiasi entità ed evento nella tua esperienza di vita è il risultato di un girare di ingranaggi psichici e narrativi che non hanno il problema di doversi battere con la statistica, la casualità e la causalità per verificarsi in modo così sistematico. Se contempli un mondo pieno di entità autonome e reali quanto te, tutto questo diventa più complesso, anche se un po' più fluido negli universi paralleli e molto rigido nel mondo unico condiviso.

Il problema è che gli eventi sincronistici fortemente significanti e anomali toccano anche gli altri, ma questo non è un problema se l'Universo è tutto tuo.

Al di là di queste questioni di meccanica degli ingranaggi iperdimensionali, contemplare la possibilità di essere Dio in uno dei suoi infiniti sogni seriali dell'Esistenza ha anche altre virtù.




Autonomia, per esempio. Autonomia psicologica, emotiva, fondata anche su un senso di Fede incrollabile perché... ehi! Il gioco è tuo! Puoi farlo e disfarlo ma soprattutto tu sei l'elemento immutabile e inviolabile al centro di tutto!

Guardando le cose da questa prospettiva puoi vedere come anche i tuoi avi e i tuoi eventuali figli sono solo proiezioni della tua psiche, guardando indietro puoi vedere la distorsione lenticolare degli elementi del passato mentre ciò che è reale è soltanto questo momento, e in effetti non c'è mai realmente stato altro, eri solo preso dal movimento su cui fantasticavi.




Come dice un amico: [e=mc2] sta per [ energia = movimento x coscienza al quadrato ], dove il quadrato di coscienza è [coscienza della coscienza]. Funziona, no? Naturalmente se l'amico non è solo un personaggio a cui io stesso ho scritto la battuta, e qui vedi un altro vantaggio del Solipsismo: imparare ad apprezzare le cose belle anche se sei l'unico a goderne, in una sorta di universo onanistico.

Insomma, per quanto folle possa sembrare questa idea, la mia impressione è che intrattenerla almeno in parte sia fonte di grande stabilità psicologica, e questo è un altro formidabile paradosso! Io la consiglio vivamente. Sono convinto che un mondo di semi-solipsisti sarebbe davvero un bel mondo in cui vivere, sicuramente migliore di quello che mi sono inventato fino ad ora ;)





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