Nel campeggio nudista




Nel mese di agosto sono stato in Spagna e Portogallo, tour on the road, di campeggio in campeggio a balzi di 350 Km al giorno. Bella avventura, all'acqua di rose rispetto all'India, un viaggio rilassato e liscio come l'olio, con giusto qualche neo.

Un piccolo neo - comunque previsto - era la sveglia termica: in tenda - un piccolo igloo - quando il Sole comincia ad alzarsi la temperatura impenna rapidamente, per cui ti svegli sudato e balzi fuori dalla tenda a boccheggiare un po' d'aria fresca il prima possibile.

Un altro neo è stata la strana coincidenza per cui quasi tutti i giorni, per un motivo o per l'altro, mi ritrovavo ad arrancare su una scalinata infinita in pieno orario-siesta, con il Sole a perpendicolo che mi bombardava di raggi gamma, producendo visioni di madonne che mi sarebbero servite più tardi, per il terzo neo, il più grosso.

Il terzo neo era il momento della doccia. Io sono un grande fan della doccia quotidiana, è uno dei grandi piaceri della mia vita, un momento meditativo, di cura di sé e di rinnovamento ciclico. A casa. In campeggio significa che arrivi stravolto dopo una giornata di guida, di esplorazione e di scalinate sotto il Sole con le relative visioni, e a quel punto andrebbe tutto molto bene se non fosse che le docce dei campeggi hanno un solo gancio all'interno della porta per appendere qualcosa, e tu hai:
  • marsupio con: portafogli, telefono, chiavi.
  • asciugamano
  • sapone
  • vestiti che ti togli
  • vestiti puliti da mettere
Quindi la questione diventa estremamente complessa, anche perché ciò che è all'interno della doccia prende spruzzi e si bagna; nel caso particolare delle mutande pulite la cosa non ti riempie di gioia. E anche prima di partire per la doccia la logistica diventa molto complicata, era fondamentale ottimizzare al massimo il numero di elementi. Quindi, davanti alla tenda, via la maglietta, via scarpe e calze e mettere ciabatte di gomma, prelevare gli altri elementi necessari... e qui c'era all'improvviso lo scoglio: non puoi far vedere agli altri umani che hai il pisello!




Quindi non puoi eliminare agevolmente anche pantaloni e mutande, nossignore. Al massimo entri in tenda, da sdraiato in un metro cubo torrido togli pantaloni, togli mutande, rimetti pantaloni ed esci.

È qui che mi tornavano molto utili le madonne che avevo visto sulla scalinata. Volavano che era un piacere, però nessuno ha scoperto che ho il pisello, è questo che conta.

Ti risparmio il resto della procedura con l'unico gancio della doccia, le mutande pulite che cadono nel paciugo e le altre madonne-UFO avvistate in tutto il campeggio, mi limito a garantirti che il mio pisello è rimasto saldamente al sicuro sotto copertura. Nessuno ha sospettato.

Ogni giorno, quindi, mentre lanciavo le Marie nell'alto dei Cieli, digrignavo al pensiero di come siamo scemi - ma il termine corretto è nevrotici - quanti problemi ci facciamo per le cose più naturali del mondo!

E qualcuno da lassù deve aver notato l'inconsueto traffico aereo di veli blu, perché dopo la prima settimana, precisamente alla vigilia di Ferragosto, l'Universo mi ha accontentato.

Arrivando vicino a Marbella tutti i campeggi erano al completo, cominciavo a disperare, finché uno dei numeri di telefono si rivela quello fortunato: c'è posto! Ma segue una frase che non capisco. Me la faccio ripetere e di nuovo non capisco, o meglio solo una parola mi suona chiara: "...naked."

Ah-a. Verifico ed è proprio così, l'unico posto libero è - guarda caso - in un campeggio naturista. Ebbravo l'Universo.




Ero eccitato dall'idea di infrangere questo tabù e di uscire dalla zona di comfort delle abitudini, l'unica cosa che mi preoccupava era il presentarmi lì come scappato di casa, per l'unica ragione che non c'erano altri posti liberi, ed entrare in una comunità di cui non conoscevo nulla: potevano esserci stili, modalità, ritualità che non conoscevo e quindi c'era la possibilità di gaffe.

Arrivo alla reception e, mentre sbrighiamo le procedure, entra un uomo nudo, verifica qualcosa, ed esce. Segue il giro del campeggio per scegliere la piazzola, e qui accade la prima cosa interessante: mi sento a disagio perché sono l'unico vestito da capo a piedi. Mi sento davvero un cretino nevrotico: non vedo l'ora di togliermi di dosso quel burqa! Ho quasi voglia di gridare "Ehi! Io non sono uno di quegli asini là fuori! Sono uno di voi!!!"

Curiosamente sulla stradina per arrivare al campeggio c'era davvero un allevamento di asini, e la cosa mi ha molto colpito perché, dopo tutte le madonne che avevo tirato per questa questione dei vestiti, lì dentro tra i naturisti era geograficamente corretto dire: "fuori da qui ci sono gli asini!". Molto sincronistico, Jung avrebbe apprezzato.

Appena preso possesso della piazzola, con gioia mi sono tolto il burqa e ho montato la tenda. La prima passeggiata tra le siepi e gli alberi del campeggio con le palle all'aria fresca è stata una di quelle esperienze che ricorderò per tutta la vita, e non suonerà strano che poco dopo, mentre ero seduto (nudo, ovviamente) nella veranda del bar sulla spiaggia con una birra fresca, è arrivata la decisione di restare un altro giorno. Ma la passeggiata era verso le docce, finalmente armato solo di asciugamano e sapone, e lì mi faccio sorprendere dall'ovvietà dei bagni unisex: se tutti andiamo in giro nudi che senso ha fare i bagni degli uomini e i bagni delle donne separati dal muro di Berlino come in tutti gli altri campeggi?




Avevo preso quel giorno la decisione di non inondare il blog di dettagli su quel mondo, che probabilmente è bello come è proprio perché è quasi un segreto. Di quella realtà dirò solo qualcos'altro che può avere una qualche rilevanza socio-psico-antropologica.

La gente è tendenzialmente di ceto medio-alto. Insospettabili. Infatti, all'interno del campeggio vietate foto, filmati e il pagamento è solo cash: quello che succede lì dentro resta lì dentro. L'unica via di accesso è una stradina dimenticata da Dio appena dopo l'allevamento di asini, ma superata quella il campeggio è decisamente bello, curato, quasi "di classe".

Ci sono persone di tutte le età, famiglie, bambini che scorrazzano, pensionati; manca solo una fascia: dai 15 ai 35 anni. Di quella fascia zero assoluto. E questo è molto interessante, ho impiegato diverso tempo per venire a capo di questo enigma, e 'sta volta non enuncio: arrivaci da solo! ;)


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