Esplorazioni estreme



Nel Club dei Solipsisti spesso emergono speculazioni interessanti, potremmo chiamarle esplorazioni estreme del possibilismo filosofico.

È chiaro che frequentare un Club di Solipsisti è già un esercizio che richiede una notevole elasticità mentale, perché tecnicamente ognuno dei soci è l'unico che esiste davvero, ma sta al gioco e così il Club vive, e tutti sono contenti, sia quelli che esistono che quelli che no, perché anche quelli che non esistono, essendo nel Club, si comportano come se fossero dei Solipsisti che frequentano il Club per diletto, con identica soddisfazione apparente di quelli che esistono davvero.

Da fuori, è impossibile distinguere chi sia chi, se non sei un Solipsista. Se invece sei un Solipsista, sai benissimo che l'unico che esiste sei tu, quindi potresti tentare di entrare nel Club. Ma non ci riusciresti.




La frequentazione del Club mette alla prova il Solipsismo, perché quando incontri altre persone che la pensano come te ti viene il dubbio che esistano davvero, e che tu sia solo preso in un errore filosofico di fondo, come loro. Ma dura solo un istante, perché capisci subito che sei tu che li stai creando come te, ed è facile: conosci benissimo la tua posizione, replicarla è uno schiocco di dita, è come essere davanti allo Specchio.

Vedi che non è affatto facile capire se la posizione abbia senso o no, da qui il motivo per cui frequentare il Club: non si sa mai, a furia di filosofeggiare tra Solipsisti potrebbe emergere qualche indizio che risolva la situazione, in un senso o nell'altro.




Capisci quindi che i membri del Club vivono in uno stato di sospensione del giudizio ontologico: alternano continuamente tra l'idea di essere l'unico che esiste e l'idea di far parte di un Club reale di gente che ha lo stesso profondo dubbio. Quale delle due cose sia vera è indeterminabile per ognuno, ammesso che dire ognuno abbia senso.

Una volta, ad esempio, qualcuno aveva lanciato la proposta di pubblicizzare il Club per trovare nuovi soci, ma la proposta è stata bocciata: se ti si presenta uno sconosciuto che crede di essere l'unico che esiste, per chi è già socio i casi sono due: o non esiste, oppure è pazzo, e nel Club abbiamo già entrambe le cose, che si alternano a velocità folle.

Un altro pensiero - molto interessante - riguarda la riproduzione.




Se un Solipsista ha un figlio, chi è dei due che non esiste? È possibile che nel momento della nascita del figlio il centro di coscienza si sposti a lui? Cioè che tu diventi tuo figlio, quindi è un nuovo BigBang e riparte tutto da lì, e ciò che prima era il tuo corpo rimane come un guscio svuotato che procederà in automatico fino ad uscire di scena?

Questo spiegherebbe quel fenomeno curioso per cui alcuni padri "impazziscono" alla vista del figlio, e se ne "innamorano" - così dicono. In realtà sono morti e da quel momento sono nel sogno di sé stessi che si è spostato dal padre al figlio. Quelli a cui non succede di impazzire - come sono certo che capiterebbe a me - sono quelli che ne hanno già adesso i coglioni pieni, e tutto vorrebbero tranne ripartire da capo.




Poi c'è il problema transessualità: "auguri e figli maschi!" si diceva fino a ieri, e la ragione è che lo sclerino dell'immortalità dei maschi è un problema antico, se nasce una femmina il padre si mantiene nel corpo del padre, perché non ha nessuna voglia di trovarsi a vivere con uno scimmione peloso che ogni tanto ti chiede il culo. Così, tipicamente, se nasce una femmina bisogna riprovare, e se ne nasce un'altra bisogna riprovare ancora, e poi ancora, mentre la frustrazione del padre cresce a dismisura per ogni nuova inutile bocca femminile da sfamare che si aggiunge a tavola, tendendo pericolosamente al punto di non-ritorno del limite di sostenibilità finanziaria.

Eh, son problemi.

Problemi del tipo che rende il nostro Club davvero vivo!

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